La realtà virtuale (VR) nella psicologia clinica
Negli ultimi anni, la realtà virtuale (VR) ha guadagnato un ampio consenso come strumento in grado di fornire sostegno in diversi settori, rappresentando un notevole avanzamento in molteplici ambiti. Dall’intrattenimento all’istruzione, dall’assistenza sanitaria alla terapia psicologica, la VR ha dimostrato di essere una risorsa straordinaria. Grazie alla creazione di ambienti simulati realistici e interattivi, la VR sta rivelando tutto il suo potenziale, in particolare nel campo della psicologia clinica, dove sta rivoluzionando il trattamento di vari disturbi psicologici, tra cui l’ansia (Arnfred et al., 2023).
Una recente revisione sistematica della letteratura con metanalisi (Schröder et al., 2023) è stata condotta esaminando quattro banche dati per identificare i trial clinici randomizzati pubblicati tra aprile 2011 e aprile 2021 che confrontassero le terapie effettuate con l’ausilio di VR con interventi non-VR o con gruppi di controllo per pazienti con disturbi d’ansia (fobie specifiche, disturbo d’ansia sociale, agorafobia e disturbo di panico). Rispetto ai gruppi di controllo, i pazienti che erano stati sottoposti a terapia con VR hanno mostrato sintomi ansiosi significativamente inferiore e, in generale, una maggior soddisfazione verso il percorso di terapia.
Il presente articolo selezionerà alcune delle più recenti pubblicazioni riguardanti l’efficacia della VR nel trattamento delle fobie specifiche, dell’ansia sociale, dell’agorafobia e del disturbo di panico per mostrare una panoramica sull’attuale stato dell’arte inerente a questo ambito.
Fobie specifiche
La realtà virtuale (VR) ha dimostrato di avere un grande potenziale come strumento terapeutico nel trattamento delle fobie specifiche. Diverse ricerche recenti hanno esaminato l’efficacia della VR in questo ambito, aprendo nuove prospettive per le persone che soffrono di questa problematica.
Una revisione sistematica della letteratura condotta da Elphinston e colleghi (2023) ha analizzato in modo approfondito gli studi pubblicati sull’uso della realtà virtuale nel trattamento della fobia di guidare. I risultati hanno rivelato che la VR può costituire un’alternativa promettente alle terapie convenzionali per coloro che hanno subito traumi da incidenti stradali.
Un altro studio, condotto da Francová e colleghi (2023), si è concentrato sulla progettazione e la validazione di ambienti virtuali immersivi per il trattamento dell’agorafobia. Gli scenari interattivi inclusi in questi ambienti consentono l’induzione sistematica, graduale e controllata della paura claustrofobica. I risultati dello studio indicano che gli ambienti virtuali progettati hanno dimostrato un notevole potenziale nel suscitare la claustrofobia in modo controllato, rendendoli quindi adatti per l’utilizzo nella terapia basata sull’esposizione. Inoltre, i partecipanti hanno sperimentato un senso di presenza all’interno di questi ambienti virtuali, in particolare nella componente della presenza spaziale. È interessante notare che i sintomi di “cybersickness” riportati sono stati minimi o addirittura nulli, il che rappresenta un fattore positivo per l’accettazione e l’utilizzo di tali ambienti virtuali nella terapia.
Infine, uno studio randomizzato condotto da Lacey e colleghi (2023) ha esaminato l’efficacia di un’applicazione mobile che combina l’esposizione con realtà virtuale e la terapia cognitivo-comportamentale nel trattamento di cinque fobie specifiche, tra cui la paura di volare, delle altezze, dei ragni, dei cani e delle punture. I risultati dello studio hanno evidenziato che l’uso autoguidato di questa applicazione, chiamata oVRcome, ha portato a una significativa riduzione della gravità dei sintomi delle fobie specifiche rispetto al gruppo di controllo. Ciò suggerisce che l’applicazione oVRcome possa essere un efficace strumento terapeutico per affrontare le fobie specifiche in modo autonomo, offrendo una soluzione accessibile e conveniente per le persone che cercano un supporto per superare le proprie paure.
Complessivamente, questi studi mostrano il potenziale della realtà virtuale come approccio terapeutico innovativo per il trattamento delle fobie specifiche. L’utilizzo di ambienti virtuali immersivi e applicazioni mobili autoguidate apre nuove strade per rendere la terapia più accessibile, efficace e personalizzata per pazienti con queste problematiche.
Agorafobia, ansia sociale e disturbo di panico
L’agorafobia e l’ansia sociale rappresentano due disturbi d’ansia che possono avere un impatto significativo sulla qualità di vita delle persone colpite. L’agorafobia si caratterizza per la paura e l’evitamento di situazioni in cui si percepisce una difficoltà nel fuggire o ricevere aiuto in caso di emergenza. L’ansia sociale è caratterizzata dalla paura e l’evitamento di situazioni sociali in cui si teme di essere giudicati, umiliati o messi in imbarazzo davanti agli altri, come parlare in pubblico, partecipare a eventi sociali o fare nuove conoscenze. Il disturbo di panico, invece, è una condizione caratterizzata dalla presenza di attacchi di panico improvvisi e ricorrenti definiti come episodi intensi di paura o disagio che possono manifestarsi con sintomi fisici e cognitivi intensi, come palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento o mancanza di respiro (APA, 2013). Questi disturbi hanno in comune una forte tendenza all’evitamento e all’ipervalutazione della minaccia, per questo motivo molti studi riguardanti la VR considerano pazienti con tutte e tre le problematiche avendo come target pensieri disfunzionali simili.
Uno studio recente condotto da Della Libera e colleghi (2023) ha investigato l’efficacia di un intervento di esposizione graduale utilizzando video immersivi a 360 gradi nel trattamento dell’ansia sociale e dell’agorafobia, concentrandosi in particolare sui comportamenti di evitamento tipici di queste patologie. Cinque partecipanti affetti da questi disturbi sono stati coinvolti in un disegno sperimentale, valutando diverse misurazioni come l’evitamento, l’autoefficacia, le credenze disfunzionali e l’aderenza all’intervento. È stato osservato che l’esposizione attraverso i video a 360 gradi ha suscitato ansia nei partecipanti, ma ha anche favorito un apprendimento sulla gestione delle situazioni temute e ha portato a una maggiore soddisfazione rispetto alle esposizioni tradizionali.
Nel contesto del trattamento del disturbo di panico con agorafobia, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) rappresenta ancora oggi l’opzione terapeutica più efficace (Barlow et al., 2000). Tuttavia, l’implementazione di alcune procedure terapeutiche, come l’esposizione in situazioni reali, può richiedere un notevole impegno di tempo e risorse per i servizi sanitari di routine. Pertanto, uno studio condotto da Lundin e colleghi nel 2023 si è focalizzato sulla fattibilità dell’utilizzo della CBT con esposizione nella realtà virtuale (VR-CBT), utilizzando ambienti virtuali filmati con una telecamera a 360 gradi. I risultati hanno rivelato un elevato livello di soddisfazione per il trattamento, e i partecipanti hanno mostrato un significativo miglioramento dei sintomi del disturbo di panico al termine del trattamento, mantenendolo anche al follow-up a 6 mesi.
Infine, una revisione sistematica e metanalisi (Wong et al., 2023) ha valutato l’efficacia della terapia con la realtà virtuale per i sintomi correlati al disturbo d’ansia sociale, ovvero la paura e l’evitamento delle interazioni sociali e delle situazioni di performance, la paura di essere giudicati negativamente, l’ansia e la depressione.
I risultati hanno mostrato l’efficacia della VR nel ridurre la paura e l’evitamento delle interazioni sociali e delle situazioni di performance nei pazienti con ansia sociale, rispetto al gruppo di controllo. Tuttavia, l’efficacia della VR non è risultata significativa rispetto alla CBT per la paura di essere giudicati negativamente e per i sintomi depressivi.
Anche nel caso di queste patologie, la VR si è dimostrata un valido strumento nel trattamento dei sintomi ansiosi. L’uso della VR permette l’esposizione graduale alle situazioni temute, facilitando l’apprendimento di strategie di gestione dell’ansia. In conclusione, la VR rappresenta un’aggiunta promettente all’arsenale terapeutico per il trattamento dei disturbi d’ansia, aprendo nuove possibilità per migliorare il benessere psicologico delle persone affette da tali condizioni.
La realtà virtuale (VR) come strumento terapeutico
In conclusione, l’utilizzo della realtà virtuale (VR) come strumento terapeutico nel trattamento dei disturbi d’ansia, come l’agorafobia, l’ansia sociale e il disturbo di panico, sta dimostrando risultati promettenti. Gli studi recenti hanno evidenziato che l’esposizione graduale attraverso ambienti virtuali realistici può favorire l’apprendimento di strategie di gestione dell’ansia e ridurre i sintomi ansiosi, portando a una maggiore soddisfazione dei pazienti rispetto alle terapie tradizionali. La VR offre l’opportunità di creare un ambiente controllato e sicuro per affrontare le situazioni temute, rendendo la terapia più accessibile e personalizzata
In definitiva, l’utilizzo della VR nella pratica clinica rappresenta un’interessante intersezione tra la tecnologia e la psicologia, aprendo nuove prospettive per migliorare la qualità di vita delle persone affette da disturbi d’ansia. Ulteriori ricerche e sviluppi tecnologici continueranno a guidare l’evoluzione di questa promettente forma di terapia.
Psychology and Artificial Intelligence: New Horizons
La realtà virtuale si è dimostrata uno strumento con incredibili potenzialità nel trattamento dei disturbi d’ansia. Tuttavia, non è l’unica innovazione che la tecnologia ha potuto offrire al mondo della psicologia clinica. Sono sempre più numerosi professionisti che si stanno interessando all’utilizzo delle nuove tecnologie come supporto alla terapia online e di persona.
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