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Prevenzione della suicidalità tramite l’uso di tecnologie d’ informazione e comunicazione

Nell'ultimo periodo è progredito rapidamente l'uso di strumenti tecnologici adibiti alla comunicazione e lo scambio di dati nella prevenzione del suicidio

Di Taslima Grossi

Pubblicato il 10 Mag. 2023

Il suicidio è una delle principali cause di morte a livello globale (WHO, 2022). Esiste una complessa combinazione di fattori individuali, sociali e sanitari che porta al suicidio. Infatti, rilevare la presenza di ideazione o comportamenti suicidari è una sfida, anche per i medici (Nutting et al., 2005).

 

 La prevenzione del suicidio è un processo che richiede l’utilizzo di diverse strategie, come per esempio screening dei soggetti a rischio, interventi mirati e follow-up per i sopravvissuti al suicidio e le persone in lutto (Larsen et al., 2015). Gli screening consistono nell’identificazione dei pazienti più a rischio, grazie a un’anamnesi accurata nel momento della presa in carico del paziente, mentre i follow-up presuppongono dei contatti ripetuti nel tempo, a distanza di settimane o mesi, per valutare se lo stato di salute del paziente sia cambiato o meno, in modo da tenere sotto controllo le ipotetiche ricadute (Stanley et al., 2018).

La prevenzione in uno stato di pre-crisi è fondamentale, infatti si stima che fino al 66% delle persone che muoiono per suicidio hanno avuto contatti con il servizio sanitario nel mese precedente il decesso, ma spesso il rischio suicidario non viene rilevato (Mann et al., 2005).

Le tecnologie d’informazione e comunicazione: definizione e applicazione

L’uso delle tecnologie d’informazione e comunicazione (information and communication technology – ICT), ovvero strumenti tecnologici adibiti alla comunicazione e lo scambio di dati nella prevenzione del suicidio è progredito rapidamente nell’ultimo decennio. Le tecnologie d’informazione e comunicazione comprendono tutti quei dispositivi che consentono agli individui di interagire tra loro nella vita di tutti i giorni. In linea generale, ad oggi, le tecnologie d’informazione e comunicazione più comunemente utilizzate sono: computer, cellulari, internet, robots, intelligenze artificiali, tv digitali, videoconferenze, pagamenti online/online banking, radio, tecnologie satellitari (Heeks, 2010).

Le tecnologie d’informazione e comunicazione hanno generato numerosi cambiamenti in diversi ambiti, come quello culturale, sociale, economico ed educativo. Esse infatti possono essere utilizzate per migliorare la comunicazione e aumentare la produttività di business e organizzazioni. Allo stesso modo, svolgono un ruolo importante nella prevenzione del suicidio (Rassy et al., 2021).

Oltre alle tecnologie d’informazione e comunicazione vere e proprie appena elencate, è importante sottolineare che esistono dei metodi di raccolta dati, tramite le tecnologie d’informazione e comunicazione, più sottili e meno evidenti. Infatti, qualsiasi smartphone è dotato di sensori passivi, ovvero sensori in grado di raccogliere informazioni in background, dal momento in cui vengono accettate le condizioni di utilizzo, durante tutto l’arco della giornata. I social media offrono diverse informazioni come i pensieri e le idee degli utenti, che spongono interagendo tra loro, ma anche informazioni che permettono l’elaborazione paralinguistica, ovvero l’analisi delle modalità comunicative degli utenti, per esempio quali parole vengono usate più frequentemente e in quale contesto. Tutte queste modalità offrono molte opportunità, tra cui il rilevamento della suicidalità e dei fattori di rischio associati (Larsen et al., 2015).

Lo sviluppo di strumenti per la prevenzione del suicidio rimane una sfida. Questo tipo di popolazione a rischio risulta di difficilmente accessibile e che richiede un alto grado di sensibilità.

Il ritiro sociale è un segnale di allarme fondamentale per individuare i soggetti ad alto rischio di comportamenti suicidari e può essere rilevato da altri membri della rete sociale  di un individuo (Van Orden et al., 2010). Tuttavia, l’emergere di questo comportamento non è sempre evidente. Il monitoraggio passivo tramite smartphone fornisce uno strumento in grado di rilevare tale fenomeno. Diversi studi hanno utilizzato la localizzazione come dato indicativo dei legami sociali ma, sebbene il potenziale di sviluppo sia alto, non è ancora del tutto chiaro quali siano le migliori pratiche per prevenire attivamente i suicidi, nel limite della privacy dei dati raccolti (Eagle et al., 2010; Lee, 2014).

L’uso delle tecnologie d’informazione e comunicazione in letteratura

La revisione di Rassy e colleghi (2021) ha esplorato la letteratura esistente sull’uso delle tecnologie d’informazione e comunicazione su tutti i livelli di prevenzione del suicidio, sulla base di quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: livello universale (intera popolazione), livello selettivo (sottopopolazioni specifiche) e livello indicato (individui ad alto rischio).

 Sono stati selezionati 115 studi pubblicati tra il 1° gennaio 2013 e il 31 dicembre 2018. Di questi, 10 riguardavano l’uso delle tecnologie d’informazione e comunicazione nelle strategie di prevenzione universale del suicidio, 53 si riferivano all’uso delle tecnologie d’informazione e comunicazione nelle strategie di prevenzione selettiva del suicidio e 52 trattavano l’uso delle tecnologie d’informazione e comunicazione nelle strategie indicate di prevenzione del suicidio.

Gli studi sulle strategie di prevenzione universale del suicidio hanno utilizzato programmi di promozione della salute e prevenzione del suicidio attraverso l’uso di siti web educativi e campagne di sensibilizzazione e psicoeducazione sui social media. Questi programmi online erano informativi e interattivi, con forum e chat. I social media coinvolti sono stati Facebook, Twitter e blog personali e professionali.

Gli studi sulle strategie di prevenzione selettiva del suicidio hanno utilizzato strategie di identificazione delle persone a rischio e programmi online di formazione e informazione a distanza, con l’obiettivo di migliorare la conoscenza, la comprensione e gli atteggiamenti relativi alla prevenzione e all’intervento sul suicidio. Per identificare gli individui a rischio di suicidio sul web sono stati sviluppati degli algoritmi, come Google Ads, basati sull’analisi di diversi elementi, tra cui le caratteristiche vocali e linguistiche, le note mediche, i clic sugli annunci dei motori di ricerca e i profili online o sui social media. Alcuni programmi erano progettati per essere utilizzati individualmente, altri invece facevano parte di un programma di intervento più ampio che prevedeva il contatto diretto tra le persone con rischio suicidario e le risorse per la prevenzione del suicidio (per esempio, professionisti della salute mentale).

Per quanto riguarda gli studi sulle strategie di prevenzione del suicidio indicate, i programmi sono stati offerti da professionisti della salute o da servizi di assistenza psicosociale e hanno riguardato la valutazione del rischio di suicidio, l’intervento in caso di crisi, gli interventi psicologici a bassa intensità, la psicoterapia per gli individui a rischio di suicidio, il monitoraggio e gli strumenti tecnologici a supporto degli interventi condotti in presenza (per esempio, Coach Mobile, un’app di supporto alla terapia dialettico comportamentale).

I risultati estrapolati da questi studi sottolineano l’importanza e l’utilità delle tecnologie d’informazione e comunicazione nella prevenzione del suicidio. Tuttavia, gli autori sottolineano l’importanza di ulteriori studi su larga scala, per esaminare ulteriormente l’efficacia di questi programmi e le relative strategie. Inoltre, si raccomandano protocolli di sicurezza ed etici per gli interventi basati sulle tecnologie d’informazione e comunicazione.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Eagle, N., Pentland, A. S.,& Lazer, D. (2009). Inferring friendship network structure by using mobile phone data. Proc Natl Acad Sci U S A, 106, 15274-15278.
  • Heeks, R. (2010). Do information and communication technologies (ICTs) contribute to development?. Journal of international development, 22(5), 625-640.
  • Larsen, M. E., Cummins, N., Boonstra, T. W., O'Dea, B., Tighe, J., Nicholas, et al. (2015). The use of technology in suicide prevention. In 2015 37th annual international conference of the IEEE engineering in Medicine and biology society (EMBC), 7316-7319. IEEE.
  • Lee, N. (2014). Trouble on the radar. Lancet, 384, 1917.
  • Mann, J. J., Apter, A., Bertolote, J., Beautrais, A., Currier, D., Haas, A., et al. (2005). Suicide prevention strategies: a systematic review. JAMA, 294, 2064-2074.
  • Nutting, P. A., Dickinson, L. M., Rubenstein, L. V., Keeley, R. D.,  Smith, J. L., & Elliott, C. E. (2005). Improving detection of suicidal ideation among depressed patients in primary care. Ann Fam Med, 3, 529-536.
  • Rassy, J., Bardon, C., Dargis, L., Côté, L., Corthésy-Blondin, L., Mörch, C., & Labelle, R. (2021). Information and Communication Technology Use in Suicide Prevention: Scoping Review. J Med Internet Res, 23(5), e25288. doi: 10.2196/25288
  • Stanley, B., Brown, G. K., Brenner, L. A., Galfalvy, H. C., Currier, G. W., Knox, et al. (2018). Comparison of the safety planning intervention with follow-up vs usual care of suicidal patients treated in the emergency department. JAMA psychiatry, 75(9), 894-900.
  • Van Orden, K. A., Witte, T. K., Cukrowicz, K. C., Braithwaite, S. R.,  Selby, E. A., & Joiner, T. E. (2010). The interpersonal theory of suicide. Psychol Rev, 117, 575-600.
  • World Health Organization (2022). Suicide prevention. Consultato il 3 aprile 2023 su Suicide rates (who.int).
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