Gli individui con narcisismo comunitario considerano se stessi come le persone più disponibili che conoscono, il migliore amico che si possa avere, ma anche come professatori di libertà, felicità e pace.
Secondo l’articolo pubblicato nel 2012 da Gebauer et al., le ricerche precedenti avrebbero descritto solo un tipo di narcisismo grandioso, quello agentic. Gli individui con narcisismo agentic sarebbero caratterizzati da tematiche di grandiosità, diritto e potere, che cercherebbero di soddisfare attraverso autovalutazioni irrealistiche positive riferite all’agency (senso soggettivo di competenza e controllo).
Ma il tratto narcisistico si può manifestare anche in ambito “comunitario”? Sebbene possa sembrare un ossimoro, Gebauer, Sedikides, Verplanken e Maio (2012) suggeriscono che la risposta potrebbe essere affermativa, soprattutto se l’impegno verso la comunità serve più a soddisfare il bisogno personale di grandiosità, autostima e potere, che ovviamente sono tratti tipici di una personalità narcisistica (Morf & Rhodewalt, 2001).
Quindi nel 2012 Gebauer et al. elaborano una distinzione tra agency (intesa come concentrazione su di sé e sugli obiettivi personali) e communion (intesa come concentrazione verso gli altri e le relazioni interpersonali). Applicando il modello agency-communion al tratto narcisistico, proposero la descrizione di un’ulteriore tipologia di narcisismo grandioso, il narcisismo comunitario, che condividerebbe le stesse tematiche del narcisismo agentic, ma si differenzierebbe per la modalità adottata per soddisfarle, ovvero mostrando una maggiore attenzione verso gli altri (non motivati dal reale interesse verso le altre persone, ma dal fine ultimo di sentirsi speciali e grandiosi).
Il narcisismo comunitario
In base agli studi condotti, attraverso il “Communal Narcissism Inventory“ (CNI; Gebauer et al., 2012), si è riscontrato infatti che gli individui con narcisismo comunitario considerano se stessi come le persone più disponibili che conoscono, il migliore amico che si possa avere, ma anche come professatori di libertà, felicità e pace (Gebauer et al., 2012; Luo et al., 2014; Żemojtel-Piotrowska et al., 2016). Sebbene questi esempi si riferiscano al dominio comunitario, la ricerca empirica ha riportato l’esistenza di una relazione anche tra narcisismo comunitario e tratti che riflettono alti livelli di agency (sensazione soggettiva di controllare le proprie azioni), come senso di potere, sicurezza di sé e superiorità (Gebauer et al., 2012; Żemojtel-Piotrowska et al., 2016).
Il narcisismo comunitario patologico attualmente non è ancora interpretato come una forma alternativa del narcisismo patologico, bensì come una delle sue facce (Wright et al., 2010). In base al modello di Gebauer si possono riscontrare, nel narcisismo comunitario patologico, delle caratteristiche specifiche come l’importanza data dall’individuo ai comportamenti empatici e prosociali, ma anche outcomes simili a quelli del narcisismo patologico tra cui la ricerca di attenzione, l’inganno, il dominio e la manipolazione (Schoenleber et al., 2015; Wright et al., 2013).
Il narcisismo comunitario patologico e non patologico
Avere dei tratti narcisistici non significa avere un disturbo di personalità narcisistico. Anche nel caso del narcisismo comunitario si può distinguere una forma patologica da una forma non patologica: entrambe condividono gli stessi mezzi per il raggiungimento dei loro obiettivi, ma si diversificano rispetto alle caratteristiche cliniche (Pincus et al., 2009). Questo suggerisce che le due forme di narcisismo comunitario si trovino su un unico continuum, che va dal funzionamento non patologico a quello compromesso/patologico (Pincus & Lukowitsky, 2010). Infatti, sebbene quello non patologico sia associato a risultati adattivi quali maggior autostima e benessere soggettivo (Żemojtel-Piotrowska et al., 2014), quello patologico è collegato ad esiti maladattivi come paura dell’abbandono, sottomissione, labilità emotiva (Wright et al., 2013), propensione alla colpa ed alla vergogna, (Schoenleber et al., 2015b) e perfezionismo (Stoeber et al., 2015).
Come riconoscere il narcisismo patologico
Lo studio pubblicato nel 2018 da Rogoza e Fatfouta, ha avuto come primo scopo quello di analizzare le differenze esistenti tra narcisismo comunitario patologico e non patologico.
In letteratura esistono due modelli per distinguere il narcisismo patologico da quello non patologico; la prima, categoriale, propone la concettualizzazione in due costrutti differenti, mentre la seconda, dimensionale, propone l’esistenza di un continuum, che vede all’estremità il costrutto patologico (Pincus & Lukowitsky, 2010).
I risultati dello studio si sono visti a favore del modello dimensionale, riscontrando la condivisione da parte del narcisismo comunitario patologico e non degli stessi fondamentali criteri teorici (obiettivi di superiorità e potere raggiunti attraverso azioni comunitarie/altruistiche).
Miller et al. (2017) hanno proposto la dicitura di “patologico” solo nei casi in cui il narcisismo risulta correlato a disagio e compromissione funzionale; seguendo questa ipotesi, lo studio condotto nel 2018 ha avuto come secondo scopo quello di confrontare le due forme di narcisismo comunitario con i tratti personalità, misurati attraverso il Big Five Inventory-15 (BFI-15; Lang et al., 2011). L’unica differenza riscontrata risulta essere con il tratto del nevroticismo, un tratto di personalità collegato principalmente al disagio psicologico (McCrae & Costa, 1997; Ploubidis & Frangou, 2011) supportando l’ipotesi per cui il narcisismo comunitario patologico è collegato ad alti livello di nevroticismo e suggerendo un’associazione anche ad alti livelli di malessere psicologico.
L’ultimo obiettivo dello studio è stato quello di indagare i valori del narcisismo comunitario patologico e non patologico. I risultati, rispetto a questi dati non hanno riportato differenze: entrambe le tipologie erano motivate sia dall’auto-valorizzazione e che dall’auto-trascendenza (cioè, l’aspirazione ad essere affidabili, degni di fiducia, premurosi, equi e tolleranti).
In generale, i risultati di questo studio supportano l’idea di una concettualizzazione dimensionale del narcisismo comunitario, ai cui estremi si trova la patologia, che si distingue per la presenza di disagio psicologico e compromissioni nel funzionamento (Rogoza & Fatfouta, 2018).