expand_lessAPRI WIDGET

Quando nasce un bambino nasce anche una madre

Con la nascita del bambino avviene contemporaneamente la nascita di una madre, esperienza totalizzante di trasformazione e maturazione

Di Marilena Cresta

Pubblicato il 15 Dic. 2022

In questo articolo l’esperienza della maternità viene esplorata nei due versanti della nascita psicologica del bambino e dei profondi cambiamenti psico-affettivi nella madre durante la gestazione e i primi anni di vita del figlio.

 

Gravidanza e maternità

L’esperienza della maternità è per sua natura totalizzante e coinvolge la madre in ogni dimensione del suo essere: fisico, cognitivo ed emotivo. Si tratta di un processo profondo e complesso che comporta grandi cambiamenti: Racamier (2010) parla di una vera e propria “crisi d’identità”, che offre alla madre nuove possibilità di trasformazione e maturazione. Si tratta di un processo  paragonabile a quello adolescenziale per intensità e profondità.

La madre infatti non solo accoglie il figlio nel suo corpo, che diventa per lui casa e contenitore nutriente, ma lo accoglie in modo profondo e invisibile dentro di sé, nei suoi pensieri e nel suo mondo interno. Racamier definisce “maternalità” “la fase di sviluppo affettivo che corrisponde alla realtà biologica della maternità” (Racamier, 2010, pag. 38). Durante la gravidanza il corpo della madre cambia per soddisfare le esigenze del bambino in crescita e contemporaneamente avvengono continui aggiustamenti psichici nella mente di lei. Tale condizione psicologica si caratterizza per l’essere costantemente protesa verso il proprio bambino e i suoi bisogni, una compartecipazione psichica ed emotiva profonda che è stata studiata nelle sue diverse sfaccettature. “Preoccupazione materna primaria” è il termine attribuito allo stato di totale assorbimento psicologico verso il bambino (Winnicott, 1956). “Pensare per due” è il dialogo interno continuo di una madre con suo figlio (Ammaniti, 2008). “Costellazione materna” è il nome dato a tutti gli atteggiamenti di attenzione e premura con cui la madre si prende spontaneamente cura del suo bambino garantendone il benessere (Stern, 2007). Queste modalità caratterizzano la gravidanza e perdurano durante il primo anno di vita del bambino, traducendosi in azioni tipiche come parlare con lui, attribuirgli un nomignolo affettuoso e nel pensare come sarà il suo viso, il suo corpo e il suo carattere quando è ancora in gestazione.

Nascita del bambino e della madre

Il momento della nascita è un evento collocabile con precisione nel tempo e nello spazio, in seguito al quale il bambino nasce fisicamente, ma è ancora psichicamente unito alla madre in modo profondo. Durante i primi anni di vita del bambino avvengono due processi paralleli e complementari, che porteranno alla nascita del bambino come soggetto separato dalla madre e contemporaneamente alla nascita di una madre. Il primo è il processo di separazione, che implica il ridimensionamento del legame simbiotico, e il secondo è quello di individuazione, che porterà il bambino a percepire se stesso come un individuo autonomo (Mahler, 1975).

In questo periodo la madre accudisce il bambino cercando di inferire i bisogni che manifesta attraverso i suoi comportamenti. Quando il neonato piange, la madre si occupa di lui con diverse azioni che spesso accompagna a parole di rassicurazione. Prova a cambiarlo, a offrirgli nutrimento, a coprirlo, a cullarlo, fino a che il pianto cesserà perché il bisogno sarà stato compreso: dalla madre e, attraverso di lei, dal bambino stesso. Infatti, grazie all’accudimento materno il bambino impara a riconoscere e distinguere la tensione della fame, il malessere provocato dal freddo, e così via. Il riconoscimento delle sensazioni corporee fonda la possibilità di percepire il proprio corpo come un’entità a sé, di sentirsi “individuo”: nasce lentamente l’identità. La prima relazione è infatti una relazione di contatto, attraverso la pelle della madre che accarezza quella del suo bambino, mentre lo sorregge, lo culla, lo accudisce (Anzieu, 1985). È attraverso l’abbraccio con cui la madre tiene, contiene, accudisce il bambino che lui può iniziare a percepirsi come un soggetto, con un proprio corpo e una propria individualità (Winnicott, 1974).

Il bambino quando nasce non esiste ancora come individuo, dato che è fuso psichicamente con la madre. Parafrasando le parole di Winnicott possiamo concludere dicendo che non c’è una madre senza un bambino e non esiste un bambino senza le cure sufficientemente buone e la presenza desiderante della madre (Winnicott, 1940).

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ammaniti M. (2008). Pensare per due. Laterza.
  • Anzieu D., (1985) L’Io-pelle. Borla.
  • Mahler M. (1975). La nascita psicologica del bambino. Bollati Boringhieri.
  • Marinopoulos S. (1998). Nell’intimo delle madri. Feltrinelli.
  • Racamier P. C., e Taccani S. (2010). La crisi necessaria. Il lavoro incerto. Franco Angeli.
  • Recalcati M. (2015). Le mani della madre. Feltrinelli.
  • Stern D. (2007). La costellazione materna. Universale Bollati Boringhieri.
  • Winnicott, D. W.,(1974) Sviluppo affettivo e ambiente: studi sulla teoria dello sviluppo affettivo.  Armando Editore.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Depressione genitoriale: impatto sulla regolazione emotiva dei figli
Che impatto ha la depressione genitoriale sulla regolazione emotiva dei figli?

La depressione genitoriale influenza la capacità di supporto alle emozioni del bambino e, quindi, l'acquisizione di capacità di regolazione emotiva

ARTICOLI CORRELATI
Una dieta sostenibile è possibile?

Una dieta sostenibile contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale e ad una vita sana per le generazioni presenti e future

Genitorialità e anoressia: fra timori e nuove occasioni

Alcuni genitori, memori della natura totalizzante dell’anoressia, temono le tracce delle problematiche alimentari sui figli

WordPress Ads
cancel