È emblematico il caso di Phineas Gage, uno dei più famosi casi di studio nel campo della medicina, della psicologia, come anche delle neuroscienze.
Phineas Gage era un operaio addetto alla costruzione delle ferrovie negli Stati Uniti, fino a quando, nel 1848, fu vittima di un incidente a cui sopravvisse miracolosamente, anche dopo che una trave di metallo gli trapassò il cranio, dal basso verso l’alto. Questa, infatti, entrò dallo zigomo sinistro e uscì dalla parte superiore del cranio (Damasio et al., 1994).
Dopo l’incidente, egli era di nuovo sveglio e reagiva normalmente, riuscendo a muoversi e anche a parlare, nonostante i presenti raccontassero di aver visto la trave piena di sangue e materia cerebrale. L’oggetto gli aveva distrutto gran parte del lobo frontale sinistro, il che ha avuto un forte impatto sulla sua personalità e sul suo comportamento.
La sua personalità subì radicali trasformazioni a livello sia relazionale che emotivo, a tal punto che amici e conoscenti dichiararono di non riconoscerlo (Kotowicz, 2007).
Considerato da tutti come una persona corretta, amabile e disponibile fino all’incidente, da quel momento Phineas presentò tratti di personalità del tutto opposti: diventò una persona scorbutica, indisponente e priva di freni inibitori a livello verbale, utilizzando addirittura un linguaggio blasfemo e aggressivo, non sopportava il minimo diniego o consiglio, e faceva molti progetti che abbandonava pochi minuti dopo. Venne descritto addirittura come un bambino con gli stessi istinti animali di un adulto. A quel punto, tutto ciò, portò l’uomo a perdere il lavoro e anche molte delle sue amicizie e dei suoi familiari (Macmillan, 2002).
Gli studi sul particolare stato di Phineas Gage hanno portato a grandi cambiamenti rispetto alla comprensione, clinica quanto scientifica, delle funzioni cerebrali e della loro localizzazione nel cervello, in particolare per quanto riguarda le emozioni e la personalità (Macmillan, 2000).
Questo caso ha influenzato le discussioni del XIX secolo sulla mente umana e, in particolare, ha acceso il dibattito sul reale posizionamento del cervello nell’essere umano. In particolare, il caso di Gage è stato il primo a suggerire l’importanza del ruolo del cervello nel determinare la personalità e, inoltre, a specificare come un danno a parti specifiche del cervello potesse indurre a determinati cambiamenti (Harlow, 1848).
Involontariamente, egli ha segnato un giorno importantissimo per l’avanzamento nel campo della medicina, e in particolare della neurologia, in quanto il suo caso è considerato un tassello fondamentale che ha poi posto le basi delle moderne neuroscienze.
Egli fu infatti il primo soggetto a subire quella che poi verrà definita “lobotomia”, ossia un taglio delle connessioni tra il lobo frontale e il resto del cervello. Proprio da questa disconnessione derivavano i suoi cambiamenti a livello emotivo e relazionale. Il cambio di personalità era infatti determinato dal danno ad una quantità superiore del 10% della materia grigia, che in genere consente all’essere umano di ricordare e ragionare accuratamente, gestendo gran parte dei comportamenti.
In conclusione, il caso di quest’uomo è stato il punto di partenza per studiare la corteccia prefrontale, con i suoi relativi ruoli e funzioni, che prima dell’incidente risultavano essere del tutto sconosciuti.
Quindi, Phineas Gage ha lasciato un segno come paziente nel mondo della medicina e, inoltre, è stato un esempio di come le migliori scoperte scientifiche accadano per caso.