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Caratteristiche psicopatologiche e tratti di personalità nell’ortoressia nervosa

In un recente studio sono stati analizzati gli aspetti psicopatologici e personologici che potrebbero essere correlati all'ortoressia nervosa.

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 29 Giu. 2022

Aggiornato il 08 Feb. 2024 14:49

L’Ortoressia Nervosa (ON) si riferisce a una preoccupazione eccessiva per l’alimentazione sana che implica l’evitamento di generi alimentari valutati «non salutari», un’eccessiva quantità di tempo dedicata ad acquisire informazioni sulla composizione del cibo e a preparare specifici alimenti sulla base di criteri percepiti come salutari (Novara et al., 2017).

 

Ortoressia nervosa e disturbi alimentari

In letteratura si evidenziano sovrapposizioni tra ortoressia nervosa e sintomatologia dei Disturbi Alimentari (ad es, Novara et al., 2021) e correlazioni moderate tra ortoressia nervosa e caratteristiche ossessivo-compulsive (Poyraz et al., 2015), perfezionismo non adattivo (ad es, Barrada & Roncero, 2018), ansia e depressione (ad es, Strahler et al., 2018).

Bratman (2017) considera l’ortoressia nervosa un fenomeno suddivisibile in due fasi: in un primo momento, la persona sceglie di seguire una dieta sana, successivamente, le abitudini alimentari sane si intensificano e diventano problematiche. Infatti, se adottare uno stile di vita sano e seguire una dieta equilibrata non è considerato un comportamento problematico, le cognizioni distorte potrebbero in seguito portare a dedicare una grande quantità di tempo a rigide abitudini salutari, aderendo così a una dieta rigorosa e inflessibile.

Ovviamente, non tutte le diete sono associate all’ortoressia nervosa; quando sono correlate ad altri fattori come l’eccessiva preoccupazione per il cibo, i problemi di funzionamento sociale, le carenze nutrizionali o la perdita di peso, possono essere considerate comportamenti alimentari problematici (Bratman, 2017). Sulla base di quanto descritto, la dieta potrebbe essere considerata un elemento centrale nell’eziologia della ortoressia nervosa nonostante le tendenze ortoressiche possono essere presenti anche in coloro che non seguono alcuna dieta.

L’obiettivo principale di uno studio di Novara e colleghi (2022) è stato quello di verificare se le persone ad alta tendenza ortoressica che seguono una dieta (HIGH-D) presentassero differenze nelle caratteristiche psicopatologiche (disturbi alimentari, sintomi ossessivo-compulsivi, perfezionismo, ansia e depressione) rispetto alle persone ad alta tendenza ortoressica che non seguono una dieta (HIGH) e alle persone con bassa tendenza ortoressica che seguono una dieta (LOW-D).

L’Ortoressia Nervosa è stata valutata attraverso la scala EHQ (Eating Habits Questionnaire), un questionario composto da 3 sottoscale che valutano le conoscenze rispetto all’alimentazione sana (Convinzioni), i relativi problemi associati (Problemi), le sensazioni e le emozioni correlate (Emozioni).

I risultati hanno dimostrato che il gruppo HIGH-D ha ottenuto un punteggio significativamente più alto rispetto agli altri gruppi nella sottoscala delle conoscenze rispetto all’alimentazione sana. Per quanto riguarda invece le scale “Problemi” ed “Emozioni”, non ci sono state differenze tra i gruppi con alte tendenze ortoressiche (HIGH e HIGH-D), ed entrambi hanno ottenuto punteggi più alti rispetto al gruppo LOW-D. Questi risultati sono coerenti con la letteratura che suggerisce che la dieta rappresenta un possibile fattore di rischio per l’ortoressia nervosa (Barthels et al., 2018). Tuttavia, i gruppi di persone con elevate tendenze ortoressiche – sia a dieta che non a dieta – mostrano differenze nelle caratteristiche ortoressiche, nei tratti di personalità, nelle caratteristiche dei disturbi alimentari e in altri aspetti. Di conseguenza, la dieta da sola non può spiegare le tendenze sopra descritte. Per questi motivi, sono stati indagati anche alcuni aspetti psicopatologici correlati all’ortoressia nervosa.

Per quanto riguarda il perfezionismo, il gruppo HIGH-D ha mostrato punteggi più alti rispetto al gruppo LOW-D. Gli standard personali elevati e un’organizzazione rigida potrebbero spiegare la stretta aderenza a un’alimentazione sana. Inoltre, il gruppo HIGH-D ha mostrato livelli più elevati di depressione rispetto al gruppo LOW-D; si potrebbe per cui pensare che l’eccessiva attenzione al cibo sano potrebbe compromettere il funzionamento sociale e portare così ad una deflessione dell’umore.

Sia il gruppo HIGH-D che il gruppo HIGH presentavano una sintomatologia ansiosa maggiore rispetto al gruppo LOW-D; questo risultato è coerente con gli studi che evidenziano la presenza di una maggiore ansia nei gruppi ortoressici (Strahler et al., 2018). Questi gruppi non hanno mostrato differenze nei tratti ossessivo-compulsivi.

Il gruppo HIGH ha mostrato punteggi più alti nelle sottoscale “Disregolazione emotiva”, “Perfezionismo” e “Ascetismo” del test EDI (Eating Disorder Invenotory) rispetto agli altri due gruppi. Queste dimensioni sono correlate con la sintomatologia dei disturbi alimentari, ma non ne rappresentano gli aspetti nucleari, evidenziando così una possibile coesistenza tra alte tendenze ortoressiche e alcuni aspetti secondari, ma comunque problematici, dei disturbi alimentari.

Ortoressia e tratti di personalità

I gruppi con alta tendenza ortoressica presentavano tratti di personalità più disfunzionali rispetto al gruppo LOW-D. In particolare, il gruppo HIGH-D aveva punteggi più alti nei domini “Affettività negativa” e “Distacco”.

L’affettività negativa è un tratto caratterizzato da esperienze intense e frequenti di alti livelli di emozioni negative e da manifestazioni comportamentali associate (APA, 2013). Questo potrebbe spiegare le intense emozioni negative provate ogni volta che viene meno la stretta aderenza a una dieta sana.

Il distacco si riferisce invece all’evitamento delle esperienze socioemotive, alla mancanza di relazioni interpersonali, alla difficoltà di dare/ricevere empatia (APA, 2013). I tratti legati a questa dimensione della personalità si manifestano in concomitanza con le convinzioni e i problemi legati alle maggiori tendenze ortoressiche nel gruppo HIGH-D, per cui l’atteggiamento di superiorità e l’insegnamento delle abitudini alimentari potrebbero portare al ritiro, all’isolamento e alla compromissione sociale.

Inoltre, entrambi i gruppi con alte tendenze ortoressiche hanno evidenziato livelli più elevati di “psicoticismo” che prevede pensieri incongruenti, bizzarri, eccentrici o insoliti e da disregolazione cognitiva e percettiva (APA, 2013). Come dimostrato anche nei disturbi alimentari, le persone con un’elevata tendenza ortoressica potrebbero presentare credenze bizzarre e insolite sull’alimentazione e sui cibi sani e distorsioni cognitive/pensieri disadattivi che potrebbero spiegare l’eccessiva fissazione sul mangiare sano.

In conclusione, lo studio dimostra che le persone con un’elevata tendenza ortoressica possono presentare abitudini alimentari disfunzionali, anche se non seguono alcuna dieta. Nell’insorgenza dell’ortoressia nervosa è fondamentale sottolineare il ruolo delle caratteristiche psicologiche; infatti, in linea con l’ipotesi dello studio presentato, i gruppi con maggiori tendenze ortoressiche hanno mostrato più caratteristiche psicopatologiche e tratti di personalità disadattivi rispetto al gruppo con minori tendenze ortoressiche.

 

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