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Uno sguardo sul ruolo dei social media nei disturbi alimentari

I social media possono avere un ruolo fondamentale nel modellare le credenze sul proprio corpo e peso influenzando il rischio di disturbi alimentari

Di Riccardo Fabbrini

Pubblicato il 15 Giu. 2022

Aggiornato il 08 Feb. 2024 14:49

Un terzo degli adolescenti affetti da disturbi alimentari hanno riportato di aver visualizzato contenuti inerenti al fitness sui social media, e di aver imparato nuove tecniche per perdere peso o per compensare l’assunzione di cibo.

 

Social media e fitspiration

 I social media sono tra gli strumenti di comunicazione più utilizzati dai giovani (Carrotte et al., 2015). Il lavoro di influencer è diventato oramai una vera e propria professione, soprattutto sui social media più famosi, come Instagram e TikTok dove, tramite alcune funzioni come il like o i tag, si possono condividere con gli altri alcuni contenuti che gli influencer inseriscono sulle proprie pagine. Navigando sui social media, infatti, si possono trovare un’infinità di contenuti diversi, molti di questi relativi al fitness. Grazie alla possibilità di utilizzare questi strumenti per diffondere informazioni rapidamente, anche l’ambiente del fitness ha iniziato a espandersi digitalmente, rendendo i social media una diffusa fonte di informazioni riguardo ad allenamenti, diete e forma fisica in generale. Tra i contenuti che si possono trovare, uno di questi è chiamato “fitspiration”, che rappresenta la tendenza a ispirare le persone a raggiungere obiettivi inerenti alla forma fisica o alla salute, quasi sempre attraverso l’esercizio fisico o la dieta. I tipici contenuti che gli influencer del fitness condividono con i propri followers sono immagini o video che contengono dei corpi muscolosi e quasi totalmente privi di massa grassa, uniti a frasi motivazionali che hanno lo scopo di attivare, in chi visualizza questi post, la voglia di raggiungere la forma fisica che viene mostrata. Un altro contenuto a scopo motivazionale che viene spesso utilizzato è la strategia del “prima e dopo”. Attraverso questa storia l’influencer racconta come, da una iniziale condizione di disagio verso il proprio corpo in sovrappeso o estremamente magro, sia riuscito a raggiungere la forma fisica a cui tanto aspirava attraverso il duro allenamento o una particolare dieta. Altri messaggi che si possono trovare sui social media riguardano alcune diete particolari che permettono di perdere molto peso in poco tempo proponendo dei regimi alimentari “detox”. Infine, è possibile che siano anche le stesse aziende che producono determinati prodotti relativi al fitness a pubblicizzare l’efficacia dei propri prodotti sui social media.

I contenuti che si possono trovare sui social media sono quindi moltissimi e spesso possono essere delle armi a doppio taglio (Carrotte et al., 2015). Infatti, i social media possono avere un ruolo fondamentale nel modellare la credenza che ha un individuo riguardo il proprio corpo e il proprio peso. Queste credenze possono essere indotte e/o alimentate dalla continua esposizione dell’individuo a contenuti con immagini e video di fisici ideali con i quali inevitabilmente ci si compara, con il rischio che si giunga a esperire sentimenti negativi verso il proprio corpo o body shaming rivolto verso sé stessi. È inoltre frequente che gli individui che decidono di condividere con i propri followers i successi raggiunti in realtà non concentrino l’attenzione sul progresso, bensì su aspetti negativi che secondo loro sono ancora presenti. Un esempio potrebbe essere un individuo che condivide la propria foto dopo alcuni mesi di allenamento e, nonostante un miglioramento generale della forma fisica, come descrizione scrive “sono ancora molto grasso”, puntando il focus non sugli obiettivi raggiunti ma su ciò che ancora c’è da migliorare. Quello che non risulta essere di conoscenza comune, è che i contenuti che vengono condivisi dagli influencers sono quasi sempre immagini o video che vengono modificati o ritoccati per mostrare solamente il meglio.

Dalla fitspiration ai disturbi alimentari

 Circa un terzo degli adolescenti affetti da disturbi alimentari hanno riportato di aver visualizzato contenuti inerenti al fitness sui social media, e di aver imparato nuove tecniche per perdere peso o per compensare l’assunzione di cibo (Carrotte et al., 2015). Secondo alcuni studiosi (Holland e Tiggermann, 2017) la crescente espansione di questi fenomeni è preoccupante, soprattutto alla luce di alcuni siti web in cui vengono condivisi messaggi riguardanti la perdita di peso, con lo scopo di indurre sensazioni di colpa nei lettori. Così come la continua promozione e normalizzazione di comportamenti estremi legati all’ambito alimentare, con frasi come “digiunare va bene, vomitare va bene, le lacrime vanno bene, il dolore va bene, rinunciare è inaccettabile” (Holland e Tiggermann, 2017). Un interessante studio condotto da Holland e Tiggermann (2017) ha dimostrato che molte donne che condividono messaggi legati alla fitspiration, e che quindi condividono contenuti apparentemente “sani”, hanno in realtà riportato un punteggio maggiore per quanto riguarda la presenza di disturbi alimentari ed esercizio compulsivo.

Anche se il messaggio iniziale di allenarsi e mangiare correttamente per stare in salute ha uno scopo positivo, non sono state pienamente considerate tutte le conseguenze negative che possono derivare dalla condivisione di tale contenuto a un pubblico non informato (Holland e Tiggermann, 2017). L’associazione tra disturbi alimentari e social media è molto forte, e i crescenti numeri di persone che sviluppano disturbi alimentari a causa dei social media è un fatto preoccupante, che necessita di maggiore attenzione e sensibilizzazione soprattutto per i giovani utenti.

 

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