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Il pensiero creativo e le sue applicazioni

Riconosciuti l’importanza e il valore della creatività si è lavorato per sviluppare tecniche per lo il suo sviluppo in diversi ambiti applicativi

Di Chiara Del Giudice

Pubblicato il 01 Apr. 2022

La creatività è un costrutto complesso la cui definizione non è semplice. La parola stessa deriva dal latino ed indica “creare, generare, produrre”.

 

Vygotskij, nel suo libro Immaginazione e creatività nell’età infantile, infatti, scrive “per attività creativa intendiamo qualunque attività umana che produca qualcosa di nuovo”. Morin (2000), invece, offre un’altra prospettiva sulla creatività definendola come “una competenza e capacità necessaria ad affrontare le incertezze”. Sicuramente questa ha un valore adattivo, in quanto rappresenta una possibile modalità di affrontare la realtà. Una volta riconosciuta l’importanza e il valore di questo costrutto, si è lavorato per sviluppare tecniche per lo sviluppo della creatività in diversi ambiti applicativi.

Quali sono le tecniche per stimolare la creatività?

Tecniche per stimolare la creatività

Il brainstorming

Il brainstorming è una delle più conosciute tecniche creative. Ideata da Alex Osborn, un pubblicitario, si diffuse a partire dal 1953. Il termine significa letteralmente “tempesta di cervelli” e consiste in una discussione di gruppo guidata da un esperto con l’obiettivo comune di generare idee nuove e molteplici e possibili soluzioni. Il brainstorming, nella sua realizzazione, è diviso in diversi momenti: presentazione del problema, produzione di idee e selezione delle idee prodotte. La seconda fase è quella in cui i partecipanti propongono liberamente soluzioni senza alcuna censura lasciando prevalere il pensiero creativo. L’interazione tra i partecipanti ha un ruolo fondamentale in quanto stimola la moltiplicazione delle idee e arricchisce i contenuti. Questo metodo ha numerose applicazioni pratiche e risulta efficace in diversi contesti, alcuni di questi sono: l’ideazione di nuovi prodotti, la pubblicità e la creazione artistica.

Il concassage

Il concassage è un’altra una tecnica per lo sviluppo della creatività, ideata da Michel Fustier. “Il termine concassage è traducibile con scuotimento, infatti il problema viene analizzato scuotendolo con una lista di domande sui vari elementi che lo compongono in modo da analizzarlo sotto prospettive divergenti e insolite” (Gianandrea, 2009). Dunque, il problema viene studiato attraverso una lista di domande sui vari aspetti che lo definiscono in modo da far emergere nuove e differenti chiavi di lettura. L’uso del pensiero laterale e dell’immaginazione orienta verso l’individuazione di una soluzione. Tale strumento offre numerose possibilità applicative.

La sinettica

La sinettica, dal greco “unione di elementi diversi” è una tecnica ideata nel 1961 dallo psicologo Williams J.J. Gordon. Essa nasce con l’intento di favorire lo sviluppo del pensiero sinettico per la ricerca di soluzioni. Tale strumento si basa su due principi ispiratori: “rendere familiare ciò che è estraneo” e “rendere estraneo ciò che è familiare”. Secondo l’autore, in questo modo è possibile comprendere a fondo il problema ed analizzarlo da un altro punto di vista. Il metodo prevede nove fasi consequenziali in cui il gruppo è guidato da un esperto. La sinettica mette al centro del processo creativo di gruppo metafore ed analogie quali strumenti che permettono l’emergere di collegamenti ed associazioni tra elementi apparentemente non collegati tra loro. Le analogie possono assumere diverse forme: analogie dirette (in cui il problema viene messo in relazione con mondi estranei come quello animale, vegetale, meccanico, ecc.), analogie simboliche (in cui si crea una connessione tra il problema ed altri simboli e immagini), analogie fantastiche (in cui il problema viene messo in discussione chiedendo ai partecipanti di fantasticare e di viaggiare con la mente riportando ciò che sentono), analogie personali (in cui i membri sono invitati ad identificarsi personalmente con il problema). Secondo Gordon, dunque, con le nuove associazioni possono emergere riflessioni ed idee oltre che nuovi prodotti. Inoltre, affinché il processo di scoperta riesca, la componente emotiva e quella irrazionale devono intrecciarsi.

I 6 cappelli per pensare

I “6 cappelli per pensare” è una tecnica metacognitiva sviluppata da De Bono. Essa implica l’attivazione di diversi modi di pensare e, dunque, anche l’autovalutazione dei propri processi di pensiero. La tecnica consiste nell’indossare metaforicamente un cappello e in base a questo cambiare il proprio atteggiamento di pensiero. Indossare metaforicamente un cappello nero vuol dire cogliere e prestare attenzione agli aspetti negativi e ai possibili ostacoli o fallimenti. Il cappello bianco è espressione del ragionamento analitico e della raccolta oggettiva dei dati. Pensare con il cappello bianco vuol dire essere neutrali, riportare i fatti e ritrovare analogie. Il cappello rosso rappresenta l’emotività e la libera manifestazione dei sentimenti negativi o positivi che siano. Il cappello blu, invece, è utile a stabilire priorità e metodi. Questo organizza, pianifica, e definisce le regole mantenendo così il controllo generale e l’ordine. Il cappello verde è il cappello della creatività. Con questo è possibile esplorare nuove idee e possibilità, proporre grandi cambiamenti e sbocchi creativi ed offrire soluzioni originali allenando il pensiero laterale. Nella sua struttura teorica, De Bono studia il pensiero laterale definendolo come un pensiero generativo, esplorativo e creativo, per questo opposto al pensiero verticale (logico selettivo e sequenziale). Il pensiero laterale è considerato alla base della creatività. L’applicazione dei “6 cappelli per pensare” può essere di tipo individuale e  di gruppo.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • De Bono, E. (2015). Sei cappelli per pensare. Bur.
  • Fustier, M., & Fustier, B. (2001). Exercices pratiques de créativité: à l'usage du formateur. Éditions d'Organisation.
  • Gianandrea, F. R. (2009). Creatività for ever. 60 tecniche di gruppo per stimolare nuove idee e risolvere problemi: 60 tecniche di gruppo per stimolare nuove idee e risolvere problemi. FrancoAngeli.
  • Gordon, W. J. (1961). Synectics: The development of creative capacity.
  • Morin, E. (2000). La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero, 132.
  • Osborn, A. F. (1953). Applied imagination.
  • Vygotskij, L. S., & Villa, A. (2010). Immaginazione e creatività nell'età infantile. Editori Riuniti University Press.
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