La creatività è un costrutto affascinante studiato ed approfondito da molti autori attraverso teorie e ricerche. Tuttavia la definizione di questo costrutto non è sicuramente univoca. Diverse sono le interpretazioni che si sono susseguite nel tempo.
Infatti, alcuni studiosi hanno interpretato la creatività come un processo, altri l’hanno intesa come un prodotto, altri ancora come un aspetto della personalità. Ad oggi si potrebbe affermare che essa sia un costrutto complesso che nasce dal convergere di diversi fattori. Una delle prospettive più interessanti in questo campo è sicuramente quella che vede la creatività come un processo, ovvero come una successione di fasi consecutive che portano l’individuo alla costruzione di una soluzione creativa ed innovativa.
Le fasi del processo creativo
Wallas (1926), a questo proposito, elabora un modello di processo creativo che sarà poi studiato, ripreso e modificato. Lo studioso, infatti, individua quattro distinte fasi del processo creativo. La prima fase è la fase della preparazione ed è il periodo di tempo in cui l’individuo esplora, pensa, raccoglie informazioni utili, valuta dati ed elementi in modo libero.
A questa prima fase segue la cosiddetta fase dell’incubazione, cioè quel periodo di tempo di durata indefinita, in cui l’individuo elabora attivamente quanto raccolto nella fase della preparazione. Questa fase, tra il periodo della preparazione e quello dell’illuminazione, si caratterizza per la presenza di flussi di pensiero disordinati ed una scarsa consapevolezza.
Dopo la fase dell’incubazione c’è la fase dell’illuminazione, altrimenti definita fase dello scoppio. Infatti, una volta effettuata una prima elaborazione dei dati, l’individuo trova spontaneamente ordine e chiarezza nelle informazioni, acquisisce una visione chiara ed ogni confusione di idee trova fine. Si genera istantaneamente ed inaspettatamente una soluzione creativa nuova ed unica, che ha la forma di un’intuizione improvvisa.
L’ultima fase, detta fase della verifica, consiste nel periodo di tempo in cui si esamina se la soluzione creativa individuata possa risultare efficace nella sua applicazione e, dunque, superare la critica. È la fase in cui si verifica la sua utilità e si sottopone la soluzione al giudizio dello stesso inventore.
La teoria di Wallas (1926) viene ripresa da Jaoui (1995) il quale, nel definire il processo creativo, aggiunge alle quattro fasi di Wallas una fase iniziale precedentemente non considerata. La prima fase, infatti, consisterebbe nella nascita di un’intenzione. Durante questo primo intervallo di tempo, emergerebbe l’idea di partenza su cui viene applicato un processo di focalizzazione necessario per procedere alla fase della preparazione.
Come si può stimolare la creatività?
Hubert Jaoui, uno tra i maggiori esponenti della creatività applicata al management, ha ideato anche un metodo detto metodo PAPSA che mira ad essere uno strumento creativo applicabile a diversi ambiti. Il metodo, utile per stimolare la creatività, è suddiviso in 5 tappe (da cui le iniziali che formano il nome): Percezione (P), Analisi (A), Produzione (P), Selezione (S) e Applicazione (A). Nella fase della Percezione, il metodo suggerisce di avvicinarsi al problema con ingenuità e percepirlo completamente. La fase dell’Analisi consiste nell’analizzare ed esplorare il problema e la sua struttura e scegliere dei parametri e dei criteri preferenziali. Successivamente, la fase della Produzione consiste nel produrre senza censura una grande quantità di idee e soluzioni anche irrealistiche ed originali. La quarta fase è quella della Selezione in cui si propone di organizzare e gerarchizzare le idee prodotte in base all’obiettivo e ai criteri razionali definiti. L’ultima fase del metodo è la fase dell’Applicazione in cui si applica la soluzione emersa dalle idee selezionate in precedenza, tenendo presente gli strumenti utili per realizzarla.