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Le variazioni del comportamento dei fumatori durante il Covid-19

Alla luce di un legame tra vulnerabilità al Covid-19 e fumo, come si sono modificate le abitudini dei fumatori durante la pandemia?

Di Carlotta D`Acquarone

Pubblicato il 05 Apr. 2022

Aggiornato il 08 Apr. 2022 11:44

Dopo pochi mesi dall’inizio del Covid-19 in molti paesi si è verificato uno scenario in cui alcune persone avevano diminuito il numero di sigarette o in alcuni casi smesso completamente di fumare spinti dalla paura di contrarre il virus; in altri casi è invece aumentato, a causa dell’intolleranza all’incertezza e della solitudine per le continue quarantene.

 

Covid-19 e Coronafobia

Il Coronavirus, o COVID-19 ha acquisito lo stato epidemico a causa della sua rapida progressione a livello mondiale e ha portato con sé numerosi effetti negativi sulla salute fisica e soprattutto psichica. Gli effetti psicologici di tale crisi sanitaria sono peggiorati con il passare del tempo, man mano che aumentavano il numero di morti, la disoccupazione e le misure di quarantena. Nel 2020 Asmundson e Taylor hanno coniato un costrutto che prende il nome di Coronafobia. Questa è definita come uno stato di ansia sviluppatosi a causa dell’aumento dei tassi di morte, della disoccupazione e le ansie economiche, della preoccupazione di ammalarsi, della possibilità di danni subiti dai cari, della solitudine causata dalla quarantena e del distanziamento sociale.

La coronafobia sembra giocare un ruolo importante nel benessere psicologico degli individui.

La ricerca ha rivelato infatti che alcuni individui sperimentano un insieme coerente di sintomi spiacevoli e fisiologici che sono innescati da pensieri relativi all’ansia e alla paura di contrarre la malattia e i suoi effetti (Lee, 2020). Inoltre la coronafobia è associata ad elevati tassi di depressione, ansia generalizzata, sentimenti di disperazione, ideazione suicidaria e in alcuni casi suicidio. Da metà Febbraio a metà Marzo del 2020 la domanda di farmaci ansiolitici per far fronte allo stress causato dalla pandemia è aumentata del 34,1% (Digon, 2020).

Covid-19 e fumo

Il fumo costituisce un fattore di rischio del Covid-19 perché aumenta sia le probabilità di contrarlo, sia le complicazioni nelle persone infette (Eisenberg et al., 2020). È stato dimostrato, infatti, che smettere di fumare per circa un mese possa diminuire il rischio di infettarsi di Coronavirus o le complicanze da esso portate. Dal momento che una delle strategie per far fronte alla malattia è quella di aumentare i comportamenti di prevenzione, smettere di fumare potrebbe essere un metodo efficace per diminuire i rischi associati al Covid-19, insieme ad alcune regole di igiene, il distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Sebbene siano state condotte alcune campagne preventive per sensibilizzare i fumatori, gli effetti che il fumare regolarmente può avere sulla contrazione e sulla prognosi della malattia non sono quasi mai riportati sufficientemente tra i contenuti dell’informazione pubblica (Berlin et al., 2020). Un’ulteriore conseguenza della pandemia è stata quella di una drastica riduzione generale dei servizi clinici tra cui quelli che accompagnavano i pazienti con un disturbo da uso di nicotina a smettere di fumare. Coloro i quali avevano intrapreso un trattamento nei centri per la cessazione del fumo durante il periodo di pandemia hanno dovuto interrompere o non hanno potuto iniziare il trattamento. Dopo pochi mesi dall’inizio del Covid-19 in molti paesi si è verificato uno scenario in cui alcune persone avevano diminuito il numero di sigarette o in alcuni casi smesso completamente di fumare spinti dalla paura di contrarre il virus; in altri casi è invece aumentato, a causa dell’intolleranza all’incertezza e della solitudine per le continue quarantene (Jackson et al., 2021).

Le abitudini dei fumatori durante la pandemia

Uno studio del 2020 di Ozcelik & Yilmaz Kara ha indagato i cambiamenti nelle abitudini dei fumatori utilizzando un campione di persone che si erano rivolte a centri per smettere di fumare tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2020. I ricercatori hanno condotto delle interviste telefoniche o faccia a faccia all’interno delle quali erano richiesti i dati demografici e diverse domande tra cui alcune che indagavano i cambiamenti inerenti le abitudini di fumare durante la pandemia, altre i sentimenti e i pensieri correlati. Inoltre ai soggetti è stato richiesto se avessero contratto il Covid durante il periodo di raccolta dati. 114 volontari con un’età media di 41,2 anni hanno preso parte allo studio. I risultati mostrano che la percentuale dei partecipanti con coronafobia era del 56,1% (64 persone) e il 37% dei pazienti che si sono rivolti alla clinica per la cessazione del fumo nel periodo della pandemia ha smesso di fumare, ma solo il 2% di loro è riuscito a mantenerlo nel tempo. Per quanto riguarda le domande riguardo agli stati d’animo è emerso che il 56% di loro erano ansiosi a causa della malattia e delle sue conseguenze mentre il 43,9% non sembrava esserlo.

Coronafobia e riduzione del fumo durante la pandemia

Le indagini sulle abitudini dei fumatori mostrano invece che la maggior parte dei soggetti (67,5%) non ha avuto nessun cambiamento durante la pandemia, alcuni hanno diminuito o completamente smesso (15%) mentre altri (17,5%) hanno aumentato il numero di sigarette al giorno. Tra le persone con coronafobia, però, la maggior parte di esse ha smesso di fumare o diminuito in maniera significativamente maggiore rispetto a quanti avevano aumentato o a coloro che non avevano modificato le proprie abitudini. Infine, tra le persone con coronafobia, la diminuzione o cessazione del fumo era significativamente maggiore in coloro che provavano maggiore ansia rispetto agli altri. È opportuno specificare che ai pazienti sono state fatte domande relative all’ansia ma non è stata fatta nessuna valutazione quantitativa, che sarebbe stata utile per approfondire se un aumento dei livelli di ansia corrispondesse ad un aumento nei comportamenti di cessazione del fumo. Approfondire gli effetti dell’ansia causata dalla coronafobia potrebbe aumentare il successo nell’interruzione della dipendenza da fumo. Infine, siccome smettere di fumare diminuisce il rischio di contrarre il Covid-19 e le sue complicazioni, sarebbe opportuno che il Ministero della Salute pubblica facesse delle campagne di prevenzione tramite diversi mezzi tra cui la telemedicina o altri strumenti ai fini di rendere consapevoli le persone dei vantaggi che smettere o diminuire il fumo può apportare.

 

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