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Fishbein e Ajzen: dalla Teoria dell’Azione Ragionata al modello dell’Autoregolazione Comportamentale nella scelta di un viaggio

Cosa porta a decidere di intrapendere un viaggio? Cosa guida il viaggiatore nella programmazione dei viaggi e nella scelta della destinazione?

Di Manuel Barletta

Pubblicato il 02 Mar. 2022

Il Modello dell’Autoregolazione Comportamentale sembrerebbe aumentare la capacità di previsione di un comportamento, anche per quanto riguarda la decisione di intraprendere un viaggio.

 

Fishbein e Ajzen sono due psicologi sociali che si sono occupati di esaminare il rapporto tra atteggiamenti e comportamenti, studiando gli indici di predittività di un atteggiamento in base ai comportamenti riscontrati negli individui sottoposti alle analisi. Tale studio è stato pubblicato nel 2009 sulla rivista Psicologia e Turismo. Per poter procedere alla comprensione delle due teorie occorre appurare la differenza tra comportamento e atteggiamento in tale contesto di analisi: per comportamento si intende ‘il complesso coerente di atteggiamenti assunti in reazione a determinati stimoli, o l’attività di un soggetto nelle sue manifestazioni’ (Treccani, settembre 2017); l’atteggiamento, invece, è ‘una tendenza psicologica che viene espressa valutando una particolare entità con un determinato grado di favore o sfavore’ (Treccani, settembre 2017).

La scelta di un viaggio secondo la Teoria dell’Azione Ragionata

La Teoria dell’Azione Ragionata (TAR) ipotizza che ‘un comportamento specifico sia determinato direttamente dall’atteggiamento di eseguirlo e che l’intenzione, a sua volta, sia influenzata dall’atteggiamento e dalla norma soggettiva’ (Bellettini, 2009, 286), ovvero un soggetto che compie un’azione, la esegue tenendo conto del comportamento di tipo volitivo (sotto il controllo della volontà del soggetto) e volto alla produzione di un atteggiamento specifico, nel corrente caso riferito alla vacanza. Questa teoria, sviluppata negli anni ’70, è stata estrapolata a partire dall’analisi dei campioni di individui che hanno svolto un questionario relativo agli atteggiamenti nei confronti della vacanza o del viaggio. Il limite della TAR è di non tenere conto degli antecedenti, ossia del controllo comportamentale percepito da parte del soggetto: ciò ‘consiste nella credenza relativa alla facilità con la quale sia possibile o meno la messa in atto di un comportamento’ (ibidem, 286).

La scelta di un viaggio secondo la Teoria del Comportamento Pianificato

A motivo di ciò la precedente teoria è stata rivisitata ed espansa con la nuova Teoria del Comportamento Pianificato. In tale modo si è potuto tenere presente anche il background delle intenzioni e del comportamento per avere una visione più globale di come il soggetto tende a fare le scelte relative ai propri viaggi. È stato dimostrato però che ancora non bastano le variabili al fine di definire esaustivamente le intenzioni e i comportamenti umani rispetto alla scelta di un viaggio. A questo proposito è stato valutato un nuovo studio che ha portato al Modello dell’Autoregolazione Comportamentale il quale ‘attraverso il coinvolgimento di sotto-processi conativi, emotivi, sociali e volitivi, indaga le relazioni tra atteggiamenti, norme soggettive, intenzioni e comportamenti’ (ibidem, 2009). Tale modello risulta un punto chiave poiché si contraddistingue per l’inserimento dei processi sopracitati.

La scelta di un viaggio secondo il Modello dell’Autoregolazione Comportamentale

Il Modello dell’Autoregolazione Comportamentale sperimenterebbe il poter arrivare a una più globale comprensione dell’azione sociale e di aumentare la capacità di previsione di un comportamento. Infatti, attraverso il modello, che si applica effettuando osservazioni e batterie di test su soggetti che desiderano partire, è possibile comprendere meglio se la volontà di partire per un viaggio possa essere prevista attraverso lo studio degli atteggiamenti e i pensieri volitivi, conativi o emotivi legati al viaggio stesso.

Speculando, si potrebbe dire che questo modello, se applicato nelle agenzie turistiche, potrebbe fornire delle previsioni sulla possibile partenza o meno del cliente che richiede informazioni all’agenzia.

Implicazioni per il turismo

In conclusione, ciò che si riscontra è che soggetti con alto grado di monitoraggio tendono a prendere decisioni basandosi sulle proprie norme soggettive, mentre individui con basso grado di monitoraggio danno maggiore peso agli atteggiamenti piuttosto che alle norme soggettive al fine di prendere decisioni. Per una maggiore chiarezza concettuale, è bene fornire una definizione di monitoraggio: esso si definisce come la capacità di un soggetto di fare introspezione, di chiarirsi le idee rispetto a cosa vuole fare, di essere consapevole delle proprie scelte e comprendere quanto si sente motivato ad attuare un comportamento (in questo caso un viaggio). Per esempio, un soggetto che sembra essere molto interessato ai viaggi e che spesso si reca in agenzia per informarsi su dove potrebbe andare, si diversifica da una persona che ama viaggiare, ma non si interessa quasi mai di un viaggio che potrebbe fare, non recandosi in agenzia o non facendo ricerche su possibili mete da esplorare. Quindi questo significa che a livello di monitoraggio interno del soggetto, egli non fornisce molta importanza a ciò che desidera, o comunque predilige altre scelte comportamentali che esulano da quella del viaggio.

Riconducendo tale ricerca alla pratica turistica, si possono notare dei riscontri effettivi nel momento in cui si osserva il soggetto nell’atto di fare delle scelte rispetto al viaggio che sta per intraprendere. Il viaggio in sé produce dei cambiamenti in un essere umano ed anche nel suo background formato dalle decisioni da prendere relative a tutte le componenti della vacanza stessa, a partire da dove andare, fino ad arrivare a quali indumenti inserire nella valigia, modificano la psiche del vacanziero.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bellettini, L. (2009). L’autoregolazione degli atteggiamenti relativi alla vacanza e al viaggio: un’indagine esplorativa.Turismo e Psicologia, 2, 285-298.
  • Puggelli, F. R., & Gatti, F. M. (2004). Psicologia del turismo. Un'introduzione. Psicologia. Roma: Carocci editore.
  • Treccani (settembre 2017).
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