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Metaverso… risorsa o aberrazione?

Il Metaverso è un'evoluzione del concetto di app di realtà virtuale, in cui però le interazioni tra avatar sono esclusivamente di carattere digitale

Di Giorgia Cipriano

Pubblicato il 10 Feb. 2022

È sempre più in voga il termine Metaverso soprattutto tra i giovani (grazie al gioco Fortnite o Minecraft) nelle case di moda (che recentemente hanno iniziato a creare le loro collezioni virtuali o capsule collection) e grazie anche al recente cambio di nome aziendale da ‘Facebook’ a ‘Meta’ da parte di Mark Zuckerberg.

 

Cos’è il Metaverso

Cercando sul dizionario Treccani la parola sopracitata scopriamo la seguente definizione di – Metavèrso s. m. – Termine coniato da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992) per indicare uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso avatar personalizzati.

Il Metaverso viene descritto come un enorme sistema operativo, regolato da ‘demoni’ che lavorano in background, al quale gli individui si connettono trasformandosi a loro volta in software che interagisce con altro software e con la possibilità di condurre una vita elettronica autonoma. Il Metaverso è regolato da norme specifiche e differenti dalla vita reale e il prestigio delle persone deriva dalla precisione e dall’originalità del rispettivo avatar. Si è parlato di Metaverso per definire le chat tridimensionali e i giochi di ruolo multiplayer online.

In questo nuovo universo tutto è virtuale, ma le esperienze e l’economia sono reali.

In passato si è già parlato di realtà virtuale aumentata e una delle più popolari esperienze di questo tipo è stato il fenomeno dell’app Pokémon Go che ha coinvolto milioni di persone a caccia sfrenata di piccoli mostriciattoli giapponesi. Inizialmente il gioco era individuale ma successivamente, la possibilità di interagire con altri utenti e collaborare per ottenere una ricompensa comune, ha generato una forte aggregazione che ha coinvolto molti utenti di età, genere e cultura differente.

È stata una rivoluzione che ha permesso aggregazione e coinvolgimento di grandi e piccini. Ognuno ha un avatar, che è libero di personalizzare con costumi standard o personalizzabili a pagamento. Nella realtà virtuale, ‘i giocatori’, hanno un’esperienza di realtà fisica combinata ad informazioni aggiuntive derivanti dal gioco e dall’alterazione della realtà stessa.

Tuttavia l’esperienza di Pokémon Go presupponeva che le persone interagissero anche nella vita reale.

La sensazione è quella che il Metaverso sia un’ulteriore evoluzione del concetto introdotto dalle app simili a Pokémon Go che azzeri completamente quello che è il contatto umano tra gli utenti; infatti le interazioni tra gli avatar saranno esclusivamente di carattere digitale – virtuale.

Possibilità e limiti del Metaverso

Sorge spontaneo chiedersi se questa evoluzione non sia un’aberrazione della nostra umanità che non farà altro che creare un finto universo facendo smarrire all’intera comunità ciò che caratterizza l’uomo per definizione ovvero la propria umanità, il proprio animo. Questa evoluzione potrebbe snaturare per sempre la nostra comunità ed il nostro modo di vivere e di intendere la vita. Inoltre stress e ansia sociale potrebbero favorire la proiezione di sé all’interno di queste altre realtà che assicurerebbero distanza e lontananza dalle situazioni temute.

D’altro canto il Metaverso rappresenta sicuramente un’opportunità per coloro che non riescono a muoversi liberamente all’interno del mondo, vuoi per impedimenti esclusivamente fisici o per difficoltà psicologiche e sociali. A mio modesto parere per questi individui il Metaverso rappresenterebbe un’opportunità, potrebbe anche essere utilizzato dai professionisti del settore come terapia abbinato ad un serio percorso psicologico volto ad introdurre queste persone a quello che è il nostro contesto umano di riferimento e quindi il nostro mondo reale.

È indiscusso che il Metaverso potrebbe essere una preziosa risorsa qualora in un futuro, speriamo molto lontano, il nostro mondo possa essere inospitale e ci costringa a rimanere protetti in struttura per via di eventuali disastri atmosferici per noi non controllabili. A tal proposito sarebbe anche opportuno fare una riflessione sulla sostenibilità a lungo termine del progetto Metaverso che presumo comporti un ingente consumo di energia elettrica se un domani dovesse essere il nostro mondo di riferimento.

 

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