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Ridurre il rumore e aumentare l’igiene decisionale: la nuova missione di Daniel Kahneman – Recensione del libro “Rumore”

'Rumore' riporta resoconti della presenza e portata del rumore nei contesti decisionali, in cui intervengono criteri vaghi, complessi, legati a variabilità

Di Enrica Gaetano

Pubblicato il 05 Nov. 2021

Dove c’è giudizio c’è anche rumore, ovvero una variabilità sistematica di cui spesso non si tiene conto nelle proprie valutazioni e azioni.

 

In circostanze complesse e di fronte a domande difficili, prendere una decisione non è una scelta facile. Quando questo capita, l’essere umano per praticità e utilità non segue sempre criteri oggettivi o precise regole di ragionamento ma talvolta ricorre a delle scorciatoie di giudizio per semplificare la scelta. Tuttavia, nella maggior parte dei casi queste scorciatoie conducono ad errori di giudizio sistematici e ce ne accorgiamo quando per esempio assistiamo a due medici che danno due diverse diagnosi allo stesso paziente sulla base degli stessi esami, o quando ci viene chiesto di stimare o prevedere la durata temporale per il completamento di un progetto e diamo per esso una stima molto più bassa rispetto il tempo realmente necessario.

Ne consegue che, ovunque si eserciti il giudizio umano, che sia uno studio medico, un’aula di tribunale o all’interno di una compagnia assicurativa o azienda, non c’è immunità dall’errore di giudizio e questo per colpa del rumore.

Non ci troviamo impreparati di fronte al concetto di bias psicologico o euristica nei processi decisionali ma il nuovo libro del premio Nobel Daniel Kahneman va ancora più a fondo in un fenomeno onnipresente, finora largamente ignorato, che influenza le decisioni, le previsioni e le valutazioni umane: il rumore.

Nel libro Rumore, edito da UTET, Daniel Kahneman assieme a Olivier Sibony, and Cass R. Sunstein sostiene che dove c’è giudizio c’è anche rumore, ovvero una variabilità sistematica – talvolta prevedibile – nei giudizi che dovrebbero portare alla stessa conclusione e che, nonostante il rumore possa essere identificato in tutti i contesti decisionali, sia le persone che le organizzazioni spesso ne ignorano la presenza e la portata nelle loro valutazioni e azioni.

In medicina, nelle previsioni economiche, nelle scienze forensi, nelle valutazioni delle prestazioni, nella selezione del personale e nella salute pubblica, spesso ci si trova davanti a giudizi complessi in cui ci si aspettano risposte e conclusioni accurate e affidabili ma è proprio in questi giudizi che il rumore e i bias psicologici hanno matematicamente un ruolo e un’influenza equivalente.

Il libro riporta diverse rassegne e resoconti dell’evidente presenza e portata del rumore in questi contesti, in cui ci sono criteri vaghi e complessi o maggiormente legati alla variabilità delle decisioni sia tra diversi professionisti ed operatori che all’interno dello stesso decisore.

In merito a questo, basti pensare che è molto più probabile che i medici prescrivano al paziente uno screening per la prevenzione del cancro al mattino presto anziché nel tardo pomeriggio.

Una possibile spiegazione di questo fenomeno risiede nel fatto che inevitabilmente i medici accumulano stanchezza psicofisica e ritardo nelle visite giornaliere ambulatoriali e di conseguenza questo “rumore occasionale” nella decisione medica diagnostica fa sì che i medici saltino il colloquio sulle misure di screening e prevenzione per le ultime visite, sebbene previsti da linee guida ben definite.

Quando si parla di decisioni, l’avere una diversità di punti di vista e giudizi all’interno di un gruppo è solitamente un ottimo fattore per trovare la soluzione migliore e più utile rispetto ad un gruppo dove al contrario tutte le opinioni dei membri sono omogenee tra loro; tuttavia è necessario bilanciare questa necessità di mantenere una diversità nel gruppo con quella di raggiungere una decisione finale che sia poco “rumorosa”, i cui effetti negativi siano ridotti e meno impattanti su terzi.

La soluzione per gli autori esiste ed è perseguibile attraverso l’“igiene decisionale”, ovvero tramite una serie di procedure e strategie che mirano ad eliminare i bias psicologici e prevenire il rumore prima che questi possano verificarsi migliorando così la qualità dei giudizi.

Le linee guida sono molto utili nella riduzione del rumore sia interpersonale che occasionale in quanto scompongono una decisione complessa in un certo numero di sottogiudizi in merito a dimensioni predefinite, così come la presenza di osservatori all’interno delle aule dove i gruppi di decisori si riuniscono; questi infatti sono in grado di individuare in tempo reale e contestualmente i segnali indicanti la presenza di uno o più bias che stanno incidendo sulle decisioni o sulle indicazioni dei membro del gruppo.

Nel libro l’analisi del rumore si sviluppa in tre macroaree. La prima è più concentrata sulla definizione di “rumore” a partire dalle sue differenze con i bias psicologici e sulla sua presenza all’interno dei contesti pubblici e privati. La seconda tratta la misurazione dell’accuratezza decisionale e dei vari tipi di errori – interpersonali ed occasionali – che possono verificarsi all’interno dei vari contesti decisionali. L’ultima parte invece affronta l’igiene decisionale, ovvero la descrizione delle possibili strategie e protocolli volti a migliorare i giudizi, ridurre il rumore ed evitare di incappare in quegli errori che renderebbero il giudizio meno affidabile.

Ma non sveliamo di più.

Rumore cambierà il vostro modo di pensare e riflettere sull’affidabilità delle decisioni che si prendono e prendiamo tutti i giorni.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Kanheman, D., Sibony, O., Sunstein, C.R. (2021). Rumore. UTET.

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