Pantelleria. Dal crinale osservo l’inumana nube avvicinarsi e non passano più di pochi secondi affinché l’acqua inizi a cadere dal cielo.
A un mese di distanza dal tragico disastro provocato da un tornado a Pantelleria, pubblichiamo questo intenso contributo per non dimenticare quanto accaduto (ndr).
23.45
Continuo a guardare i lampi. Incandescenti squarciano il cielo stellato di Pantelleria. Osservo la tempesta allontanarsi e nessun suono muove le fronde delle palme. Solo una brezza leggera rimane accompagnando i miei pensieri verso il largo. Tutto tace ed io col tutto.06.15
L’acqua scroscia giù per l’orrido che sovrasta la mia stanza. Inopportuna bagna i miei piedi scalzi. Non più pesante è l’aria isolana smossa da sferzate di vento violento. Inquieto guardo al mare grigio madreperla. La giornata ha inizio.
13.30
L’entroterra pantesco è ricoperto da fitta vegetazione. Capperi e viti abitano la valle coperta di rugiada. La montagna taglia come lama nuvole veloci quasi fosse scafo di un gozzo su mare in tempesta. La costa nera è battuta da nere onde feroci. Dal crinale osservo l’inumana nube avvicinarsi e non passano più di pochi secondi affinché l’acqua inizi a cadere dal cielo. Non gocce ma fiume in piena scende dall’alto.
19.45
Il sole splende con riflessi di Tunisi. Tutto si è consumato in una manciata di minuti. Dall’altro capo dell’isola giungono le prime voci del disastro. Forte è la tentazione di concedersi a Calipso ed al suo dolce oblio. Ma due corpi giacciono e non c’è incantesimo che tenga. Non conosco i vostri nomi ma non importa. Che abbiate vissuto come principi o pirati su barca in tempesta sono sicuro che vento e nuvola avrete avuto come compagni.
Vento / se arriva l’inverno la primavera non è lontana