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Contenitore e Contenuto

La funzione di rêverie descritta da Bion non è così lontana da quella del terapeuta che deve fare appunto da “contenitore”, come in una reazione chimica

Di Emanuele Ruggeri

Pubblicato il 21 Ott. 2021

Aggiornato il 22 Ott. 2021 11:23

Il contenitore non può esistere senza un contenuto come il contenuto non ha senso di essere in assenza di un contenitore.

 

Essi sono poi assolutamente sovrapponibili, dato che il contenitore è pur sempre contenuto ed il contenuto allo stesso modo contiene.

Emozioni e pensiero, senso di appartenenza e necessità di individuazione, soggetto ed oggetto. La segreta alchimia che sottende alla capacità di giudizio dell’individuo e delle masse, la potenzialità di scegliere razionalmente solo se guidati dai sentimenti.

In un campo complesso come quello della psicoterapia e della psicoanalisi Gaburri e Ambrosiano in Ululare con i lupi. Conformismo e rêverie esprimono alcune perplessità riguardo alla tendenza sociale, e non solo, a “ululare con i lupi”. Il bisogno e desiderio di appartenenza ad un gruppo richiedono necessariamente la rinuncia parziale alla propria individualità ed auto affermazione. L’essere “conformi” alla mentalità di gruppo. Questo non è necessariamente dannoso per l’individuo. Far parte di un gruppo non solo offre un rifugio dall’incertezza ed il dubbio, ma permette di testare le proprie capacità relazionali e l’integrità del nostro Sé. Ma quando il soggetto non ha sviluppato una sufficiente emancipazione la paura può ostacolare quella che è definita rêverie, termine utilizzato da Bion per descrivere la capacità della figura materna di accogliere emozioni e sentimenti senza nome del bambino e farsi “contenitore” riducendo il suo malessere, accudendolo ed aiutandolo nel processo di crescita e formulazione del pensiero verbale. Questa funzione non è così lontana da quella del terapeuta che deve essere pronto ad accogliere questi elementi non ancora definiti senza la fretta di volerli interpretare. Fare appunto da “contenitore”, come in una reazione chimica.

“Offrire l’opportunità che gli elementi mentali si mescolino, si intreccino, creino nessi e differenze in forme nuove…come in una nuova soluzione chimica che innesca reazioni diverse, riorienta il sistema, e sviluppa organizzazioni mentali inedite.”

Quando anche il terapeuta si mette ad “ululare con i lupi” questa riformulazione, questo perturbare un sistema (quello del paziente e del terapeuta stesso) diviene più macchinoso e meno efficace. Quando il terapeuta non lascia che le emozioni siano parte integrante del ragionamento logico nella seduta psicoterapica dimentica il significato di “relazione”, di qualsiasi genere, ponendo un filtro al “contenuto” del paziente. Eppure Damasio, pur tenendo ben presente quanto pericolose possano essere le nostre emozioni nel prendere una decisione, afferma che “certi aspetti del processo dell’emozione e del sentimento sono indispensabili per la razionalità” e che “nei casi migliori, i sentimenti ci volgono nella direzione giusta, ci conducono al luogo appropriato di uno spazio decisionale nel quale possiamo fare bene operare gli strumenti della logica.

In un mondo dove l’omologazione e la rinuncia alla propria individualità stanno guadagnando sempre più terreno è doverosa la presenza di un conflitto, quello tra “narcisismo e socialismo”, intesi come la naturale tendenza ad una battaglia interna tra “adesione alla mentalità di gruppo e pensiero individuale, conformismo e rêverie.

Contaminare l’Altro lasciandosi contaminare, essere contenitore senza rinunciare al proprio contenuto.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Gaburri, E., Ambrosiano, L. (2014). Ululare con i lupi. Conformismo e rêverie. Mimesis.
  • Damasio, A. (1995). L’errore di Cartesio. Biblioteca Scientifica 22 Adelphi.
  • Bion, W.R. (1976). Esperienze nei gruppi. Armando Editore.
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