Il rossetto non è che una parte del trucco del viso e, come tale, può assumere significato in base al contesto, rappresentando uno specchio dell’emotività della persona cosicché, se portato all’eccesso, può fungere da vera e propria maschera.
‘Rossetto o lucidalabbra?’ Quante volte noi uomini ci siamo fatti questa domanda mentre, in quella classica situazione di stupor in cui ti possono dire veramente di tutto, tanto non capiresti, osservavamo le labbra inumettate delle nostre compagne. Eh sì, rientra tra quelle situazioni che dire ipnotiche è veramente poco!
Ma perché gli attribuiamo così tanto valore? Cosa rende così magico il tutto?
L’utilizzo del rossetto nasce in Mesopotamia (Schaffer, 2006) ma è presente in molte culture, dall’India (Valdesolo, 2006) all’antico Egitto (Mackay, 1937), raggiungendo popolarità nell’Inghilterra della regina Elisabetta I per divenire fenomeno di costume dopo la seconda guerra mondiale grazie alla sua promozione attraverso l’industria cinematografica.
A darne una spiegazione erudita circa il suo utilizzo è Desmond Morris, noto etologo britannico, che ne argomenta nel suo famoso libro La scimmia nuda (1967) partendo, come suo solito, da concetti legati all’evoluzione. L’acquisizione della stazione eretta avrebbe fatto sì che il richiamo erotico dai genitali si sia spostato sulla bocca cosicché le labbra non sarebbero altro che un richiamo delle piccole labbra genitali, un ‘eco genitale’ reso ancora più vivo dal colore rosso.
Il trucco, esaltando la coloritura, la carnosità e l’umettatura delle labbra fungerebbe nient’altro che da amplificatore di questo segnale erotogeno.
Questo comportamento trova conferma nella cultura aborigena australiana in cui il color ocra della labbra è riservato ai riti d’iniziazione durante il periodo della pubertà. (Richards, 1994) Anche nella nostra cultura, spesso di fatto, l’uso del rossetto inizia quando una donna raggiunge l’adolescenza o l’età adulta.
Nel tempo, alla sua natura intrinsecamente legata all’evoluzione, il rossetto ha acquisito un valore simbolico fortemente mediato dalla cultura.
Ad oggi è in uso il rossetto dei più svariati colori ed il suo utilizzo è esteso anche al pubblico maschile (manstick) in vari ambiti che vanno dalla moda al teatro fino a divenire tendenza culturale.
A partire dall’antica Grecia (Harvard Law School, 2006), passando per la ben nota cultura puritana inglese del diciannovesimo secolo (Greil, 1989) fino ai tempi più recenti dell’America anni ’40 (Mitchell & Reid-Walsh, 2001), l’uso del rossetto è stato demonizzato perché associato alla prostituzione sconsigliandone l’uso a favore di un look più sobrio: simile presidio avrebbe ridotto la popolarità delle giovani donne fino a comprometterne le possibilità di carriera.
Contropolare è la visione, promossa dalla cinematografia americana, a partire dagli anni ’50, grazie ad attrici come Marylin Monroe ed Elisabeth Taylor, fino ad arrivare agli anni ’60, in cui l’uso del rossetto viene associato alla femminilità a tal punto che chi non lo usa diviene sospetta di malattia mentale o di essere lesbica (Mitchell & Reid-Walsh, 2007).
Da ricordare è indubbiamente l’uso del rossetto nero che ebbe un discreto successo negli anni ’70-’90 trovando largo impiego grazie alla filmografia horror e alle subculture gotiche e punk.
Negli anni ’80 a San Francisco nasce il termine gergale ‘Lipstick Lesbian’ ad indicare una donna lesbica o bisessuale che mostra maggior quantità di attributi femminili come truccarsi, vestiti, gonne o altre caratteristiche associate alla femminilità. Definizione, poi, rivista e corretta da alcuni autori che hanno reinterpretato l’uso del ‘Rossetto lesbico’ non solo esclusivamente delle femmine bisessuali ma anche di donne eterosessuali che temporaneamente mostrano interesse romantico o sessuale verso altre donne al fine di impressionare gli uomini (Faderman et al., 2006)
Il rossetto, non è che una parte del trucco del viso, e come tale può assumere significato in base al contesto rappresentando uno specchio dell’emotività della persona cosicché, se portato all’eccesso, può fungere da vera e propria maschera, modalità attraverso la quale si crea una mimesi del proprio essere che spesso ha una genesi depressiva.
D’altro canto un utilizzo sapientemente strategico del rossetto è considerato indice di una buona valutazione di sé ed il colore rosso è storicamente associato a una donna che fa della seduzione un’arma
A sottolineare la natura fortemente sensuale del rossetto è il suo ben noto collegamento con il tema del tradimento: un tempo la macchia del rosso del rossetto lasciata sul colletto della camicia dell’amante era prova indiscussa di presunta infedeltà.
Nelle scienze forensi il rossetto, lasciato come traccia su abiti, sigarette e bicchieri può divenire oggetto di analisi in qualità di prova fisica all’interno di indagini: è attraverso l’analisi salivare contenente DNA che si riesce a collegare un sospetto alla sua presenza sulla scena del crimine. (11)
Infine, certo è che molti, dopo aver venerato le labbra della partner, non possono che passare alla fase successiva, quella del bacio, ma questo è un altro capitolo e come tale necessita di diverse e più approfondite argomentazioni!