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Influenza social network: il mito degli Influencer

La nascita del web e dei social network crea nuove opportunità di messa in atto dell’influenza sociale dando origine alle figure degli influencer

Di Concetta Papapicco

Pubblicato il 18 Giu. 2021

Gli influencer sono “utenti Internet ordinari che accumulano un numero relativamente grande di follower tramite blog e social media, per mezzo della narrazione testuale e visiva delle loro vite personali e dei loro stili di vita.”

 

Nei gruppi e fra i gruppi la comunicazione concerne, innanzitutto, l’influenza sociale, ovvero quella modalità di orientare e dirigere in modo reciproco il sistema delle credenze, dei desideri, degli atteggiamenti e degli scopi dei membri di un gruppo (Turner, 1991). All’interno della psicologia sociale, si distinguono due tipologie di influenza sociale:

  • informativa, che concerne la disposizione ad accettare un’informazione proveniente da un altro come vera, riducendo l’ambiguità nella valutazione di una situazione;
  • normativa: induce l’individuo a conformarsi alle norme e agli standard vigenti nel gruppo.

Per spiegare le tipologie di influenza sociale, lo psicologo Solomon Asch (1951) crea una condizione sperimentale per illustrare la combinazione tra influenza sociale informativa e normativa: ai soggetti vengono mostrate diverse configurazioni formate da 3 linee confrontate con una linea campione; i partecipanti devono indicare quale linea ha la stessa lunghezza della linea campione. I risultati dimostrano che il 76% dei partecipanti si adegua alle risposte del gruppo.

La nascita del web, e in particolare dei social network, crea nuove opportunità di messa in atto dell’influenza sociale, che, da sociale diventa social network. I nativi digitali e gli immigrati digitali, infatti, possono conformarsi a tre tipologie di influenza social network (Anagnostopoulos et al., 2008).

La prima è l’influenza per “induzione”, che si sviluppa quando l’utente svolge un’azione che corrisponde all’attività recente dei suoi amici. La seconda è l’“omofilia”, il che significa che gli individui spesso fanno amicizia con altri che sono simili a loro, con i quali, quindi, eseguire azioni simili. La terza tipologia è l’influenza dipendente da fattori esterni o ambientali, che si sviluppa in relazione a motivazioni diverse da quelle individuali. Si può, infatti, sostenere che l’influenza sociale si diffonde attraverso il social network come “il virus dell’influenza”. Ed è proprio per questa potenzialità del web, ovvero, la viralità, che sono nate figure, come gli Influencer. Ma chi sono gli Influencer? Sono “utenti Internet ordinari che accumulano un numero relativamente grande di follower tramite blog e social media, per mezzo della narrazione testuale e visiva delle loro vite personali e dei loro stili di vita, impegnandosi con i loro seguaci in spazi digitali e fisici” (Abidin, 2016, p. 3).

Grazie al corretto personal branding questa persona riesce a migliorare la propria reputazione. Il potere degli influencer è proprio quello di essere state persone “comuni”, questo può generare nei follower le cosiddette interazioni parasociali (Mininni, 2004). Invero, il messaggio che si passa è che qualsiasi persona che ha queste abilità può diventare un influencer, non è necessario entrare in uno star system. Come si può immaginare, la figura dell’influencer nasce soprattutto nel contesto del marketing, quindi per influenzare comportamenti d’acquisto, ma ciò che trasmettono gli influencer sono soprattutto ideali, motivo per cui, esistono Influencer impegnati in diverse sfide socio-culturali. Da Chiara Ferragni, esempio di empowerment femminile e della corrente della “body positive” ai book e travel influencer, questo ruolo sta diventando sempre più una figura professionale su cui investire, conoscendo, però, i principi dell’influenza sociale per aumentare negli utenti la pro-socialità.

 

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