Il libro Perfezionismo offre una panoramica di varie teorie psicologiche su ciò che si cela dietro questo fenomeno per poi proseguire con la descrizione di come si sviluppa.
Frutto di oltre vent’anni di studi e ricerche sul perfezionismo, il testo di Paul L. Hewitt, Gordon L. Flett e Samuel F. Mikail, rappresenta a mio avviso, la stato dell’arte in tema di perfezionismo, che consente di addentrarci nei vari aspetti e tratti, nelle origini, nelle cause e nelle funzioni che lo stesso perfezionismo ha nella vita della persona, nei costi e vantaggi per lo stesso soggetto o per chi si relaziona ad esso. Gli autori ci descrivono il loro modello di concettualizzazione (Modello Comprensivo del Comportamento Perfezionistico, CMPB, e Modello della Disconnessione Sociale del Perfezionismo) e le relative indicazioni di trattamento.
Il testo, il cui titolo originale è Perfectionism. A Relational Approach to Conceptualization, Assessment, and Treatment, viene tradotto in italiano e realizzato grazie al supporto scientifico di Tages Onlus e pubblicato da Giovanni Fioriti Editori.
Il primo capitolo offre una panoramica storica dei contributi di varie teorie psicologiche tutte confluenti verso il considerare che ciò che si cela dietro al perfezionismo sia alla base un bisogno di nascondere, correggere e controllare aspetti di sé ritenuti e giudicati come imperfetti.
Segue poi la descrizione del Modello Comprensivo del Perfezionismo, dove il perfezionismo viene descritto come uno stile di personalità con diversi aspetti e sfumature, che opera su diversi livelli (motivazionali, cognitivi, emotivi, comportamentali, relazionali), distinguendone tre dimensioni di tratto:
- Perfezionismo autodiretto, caratterizzato dal bisogno di essere perfetti agli occhi degli altri;
- Perfezionismo eterodiretto, dove l’esigenza consistente nel percepire gli altri attorno a sé come perfetti, con relativi atteggiamenti ipercompetitivi, aspetti narcisistici;
- Perfezionismo socialmente prescritto, (la perfezione che si pensa che venga pretesa dagli alti e soprattutto in specifici settori come ad esempio a lavoro).
Per ognuna della tre dimensioni, gli autori offrono un ricco approfondimento circa gli stili cognitivi, emotivi, comportamentali e relazionali accompagnati da casi clinici.
Ma come si sviluppa il perfezionismo?
Partendo dai diversi contributi teorici ad oggi presenti in letteratura, uniti a studi, approfondimenti e ricerche degli stessi autori del libro, lo sviluppo del perfezionismo viene spiegato mediante il Modello della Disconnessione Sociale del Perfezionismo (PSMD). All’interno del modello vengono individuate variabili correlate e spesso riscontrabili in persone in cui i tratti tendono ad essere esasperati, quali una marcata sensibilità presente sin da bambini, stili di attaccamento insicuro, esperienze traumatiche precoci, parenting autoritario o trascurante. In tal senso il perfezionismo viene considerato come una sorta di risposta a bisogno di attaccamento e bisogni relazionali insoddisfatti.
Ma le variabili, continuano ad argomentare gli autori, sono molteplici ed ogni persona è unica, pertanto il successo di una terapia consiste anche nell’adeguata comprensione del professionista circa il ruolo che il perfezionismo ha nella vita di quella specifica persona.
Segue nel capitolo settimo la trattazione dell’assessment psicodiagnostico, dove gli autori metteranno in luce ciò che dalla loro prospettiva diventano aspetti rilevanti da indagare a partire soprattutto da ciò che accade in seduta e all’interno della relazione terapeutica, accompagnata da suggerimenti circa strumenti da poter utilizzare durante tutto il processo terapeutico.
Appositi link riportati all’interno del manuale consentono di accedere a strumenti di assessment sviluppati dagli autori del testo e validati in lingua italiana da Cavalletti e Cheli.
L’ultima parte del testo approfondisce due protocolli di trattamento, condividendo con il lettore gli aspetti centrali della terapia individuale e della terapia di gruppo, proposta dagli autori secondo il loro modello dinamico-relazionale. Anche in questo caso vengono fornite ricche argomentazione degli aspetti sui quali si lavora, casi clinici appositamente diversi fra loro, dati attuali di efficacia proprio per non considerare il lavoro degli autori un punto di arrivo ma, come dicevo ad apertura, lo stato dell’arte di un lavoro ancora in crescita, che invita ad andare oltre il sintomo per accogliere la complessità della persona ed adattare la psicoterapia all’individuo e non il contrario.
Un manuale senza dubbio ricco ed interessante, completo ed accurato, utile per il professionista al di là del suo orientamento teorico di riferimento, fonte di riflessione ed ispirazione per la pratica clinica.