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Pet Therapy: benessere e salute a portata di zampa – Dalle tipologie di intervento agli animali coinvolti

La pet therapy è una tipologia d’intervento di recente sviluppo e negli ultimi anni ha suscitato dell’interesse nella comunità scientifica.

Di Chiara Sbrizzi

Pubblicato il 08 Mar. 2021

Aggiornato il 12 Mar. 2021 12:25

La pet therapy utilizza gli animali per diversi impieghi, come la riabilitazione, la terapia, le attività educative e ludico-ricreative. Questi tipi di interventi sono rivolti soprattutto ad individui che hanno disturbi della sfera fisica, neuromotoria, mentale e psichica o possono rivolgersi anche ad individui sani.

 

La pet therapy si basa sul concetto che un animale possa incidere positivamente sulla salute umana, questo viene definito pet effect (Cirulli, 2018). Generalmente all’interno di una terapia si intende lenire le sofferenze delle persone e questo implica una relazione tra due esseri viventi, solitamente della stessa specie (medico o psicoterapeuta e paziente), mentre con l’introduzione della pet therapy all’interno di questo rapporto si aggiunge una figura di un’altra specie (Giacon, 1992). La pet therapy è una tipologia d’intervento di recente sviluppo e negli ultimi anni ha suscitato dell’interesse nella comunità scientifica (Cirulli, 2018).

L’Associazione internazionale delle organizzazioni di interazione umana-animale (IAHAIO) nel marzo 2013 ha riconosciuto gli Interventi Assistiti con l’Animale (IAA) come intervento orientato e strutturato verso obiettivi che includano o incorporino gli animali nella salute, nell’istruzione e nei servizi umani al fine di un miglioramento terapeutico nell’uomo (Nordgren & Engstrom, 2013).

Pet therapy

Il ministero della salute (2015) afferma che la pet therapy, in italiano Interventi Assistiti con l’Animale (IAA), utilizzi gli animali per diversi impieghi, come ad esempio la riabilitazione, la terapia, le attività educative e ludico-ricreative. Questi tipi di interventi sono rivolti soprattutto ad individui che hanno disturbi della sfera fisica, neuromotoria, mentale e psichica o possono rivolgersi anche ad individui sani.

Gli interventi assistiti con l’animale si suddividono in Terapia Assistita con gli Animali (TAA), Educazione Assistita con gli Animali (EAA) e Attività Assistita con gli Animali (AAA).

  • La TAA consiste in un intervento terapeutico che ha l’obiettivo di curare i disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale. Questa tipologia di intervento può essere rivolta a soggetti che soffrono di patologie fisiche, psichiche, sensoriali di qualunque origine. La TAA si costruisce ad hoc per il paziente a cui è rivolta e richiede apposita prescrizione medica (Ministero della salute, 2015).
  • L’EAA ha lo scopo di promuovere, attivare e sostenere le risorse, le potenzialità di crescita e le progettualità individuali, di relazione ed inserimento sociale delle persone in difficoltà. Questa tipologia d’intervento contribuisce a incrementare la qualità di vita della persona, a rinforzare l’autostima del soggetto coinvolto e può essere un utile risorsa per una rieducazione comportamentale. L’EAA possono essere svolte singolarmente o in gruppo. Si può applicare a istituti per anziani, pazienti psichiatrici, residenze sanitarie assistenziali, comunità per minori, carceri ecc. (Ministero della salute, 2015).
  • L’AAA è una tipologia d’intervento che ha una finalità ludico-ricreativa e di socializzazione attraverso cui si cerca di promuovere il miglioramento della qualità di vita, la corretta interazione uomo-animale e intende promuovere un reciproco benessere. Le attività sportive-agonistiche che includono gli animali non rientrano in questa tipologia (Ministero della salute, 2015).

Animali impiegati per le attività di IAA

Gli animali che possono essere adoperati per l’IAA rientrano nelle specie animali domestiche poiché sono più idonei ad instaurare relazioni sociali con gli uomini. In questa classificazione rientrano: cani, cavalli, asini, gatti e conigli. Altre tipologie di animali potranno essere utilizzate nell’ambito della pet therapy solo se saranno accettate dal Centro di Referenza Nazionale Interventi Assistiti con gli Animali (CRN IAA). Prima di avviare un progetto di pet therapy l’animale utilizzato dovrà avere un’abilitazione e superare la valutazione da parte del veterinario. Tutti gli animali che hanno subito maltrattamenti o abbandoni non possono essere impiegati per l’IAA, questo vale anche per gli animali che sono stati nei rifugi a meno che non intraprendano un percorso di rieducazione e socializzazione. Anche i cuccioli non possono partecipare alle attività di pet therapy, mentre le femmine adulte non possono lavorare durante il periodo estrale, la lattazione e quando si trovano in uno stato di gravidanza avanzato (Ministero della salute, 2015). Un animale per poter essere impiegato in attività di pet therapy deve rispettare dei requisiti sanitari e comportamentali. Ogni animale ha una propria cartella clinica dove vengono registrate l’anamnesi, lo stato sanitario, le profilassi eseguite, le eventuali terapie e l’esito della valutazione comportamentale. Le cartelle devono essere costantemente aggiornate poiché, durante le varie attività annuali, gli animali sono tenuti sotto costante monitoraggio dal veterinario che compila una valutazione finale. Per ogni animale che svolge le attività di IAA si redige una scheda di registrazione degli interventi svolti che verrà allegata alla cartella clinica (Ministero della salute, 2015).

Équipe

Per poter svolgere un’attività di pet therapy è necessario far parte di un’équipe composta da specifiche figure professionali: medico veterinario esperto in IAA, coadiutore dell’animale, responsabile di progetto, responsabile d’intervento e responsabile di attività.

  • Il veterinario collabora in base al progetto con il responsabile di progetto o con il responsabile dell’attività nella scelta della specie animale e della coppia coadiutore-animale. Valuta i requisiti sanitari e comportamentali dell’animale impiegato e indirizza alla corretta gestione dello stesso assumendone la responsabilità.
  • Il coadiutore dell’animale è colui che gestisce l’animale durante le sedute.
  • Il responsabile di progetto si occupa della coordinazione dell’équipe nella definizione degli obiettivi del progetto, delle relative modalità di attuazione e valutazione degli esiti. Per rivestire questo ruolo bisogna essere o un medico specialista o uno psicologo-psicoterapeuta.
  • Il responsabile di intervento al contrario del coadiutore dell’animale si occupa della persona a cui è rivolto l’intervento. Questo ruolo può essere rivestito da chi è in possesso di un diploma di laurea triennale in ambito sanitario, psicologico o educativo.
  • Il responsabile di attività gestisce l’organizzazione e coordina le attività del progetto. Questa figura può essere rivestita da figure professionali e operatori che abbiano esperienza e competenze in corrispondenza agli obiettivi che sono stati posti per il progetto.
    (Ministero della salute, 2015)

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Cirulli, F., & Borgi, M. (2018). Che cos'è la pet therapy. Roma: Carocci.
  • Giacon Marzia. (1992). Pet therapy: psicoterapia con l’aiuto di “amici” del mondo animale. Edizione mediterranee
  • Nordgren, L. & Engström, G. (2013). Animal-Assisted Intervention in Dementia. Clinical Nursing Research, 23(1), 7-19. DOI: 10.1177/1054773813492546
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