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Digital imprinting

Digital imprinting: lo sviluppo della tecnologia visto con gli occhi di un ‘nativo digitale’, in che modo le novità tecnologiche ci hanno cambiato la vita?

Di Filippo Di Sacco

Pubblicato il 09 Mar. 2021

Le nuove tecnologie hanno assunto un ruolo sempre più importante nelle nostre vite, dal televisore si è passati gradualmente ai PC fino ad internet per poi arrivare ai giorni nostri in cui l’uso dello smartphone è diventata una delle attività più importanti della nostra giornata.

 

Nato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 appartengo, formalmente, alla Generazione X ma forse son semplicemente un Millennial, (Generation Chart, 2021) resta il fatto che uno dei tratti caratterizzanti la nostra esistenza è stato il crescere all’interno di un periodo storico in cui le nuove tecnologie hanno assunto un ruolo sempre più importante nelle nostre vite, dal televisore si è passati gradualmente ai PC fino ad internet per poi arrivare ai giorni nostri in cui l’uso dello smartphone è diventata una delle attività più importanti all’interno della nostra giornata.

Per questo vi racconterò la storia di un ‘nativo digitale’ ovvero semplicemente la mia.

Ai tempi dell’asilo la TV rappresentava la modernità.

Nel fine settimana ci trovavamo con i miei genitori per festeggiare la domenica dai nonni, qui mentre preparavano il pranzo, un cassone in bianco e nero posto nell’angolo della cucina mandava il telegiornale che illustrava gli eventi della giornata. Nel dopocena la televisione proiettava ‘Sandokan’, la Tigre di Mompracem (Lenzi, 1963), un film che adoravo, cosicché mi  era concesso di guardarlo sul tavolo di cucina, munito di coperta e cuscino, gli altri stavano seduti ai bordi del tavolo sperando che mi addormentassi.

Durante le scuole elementari mi fu regalato il Commodore 64 (InfoWorld, 1982), uno dei primi Personal Computer (PC), funzionava a cassette e con grossi dischi neri (Floppy Disk), l’utilizzo era dedicato prettamente all’attività ludica, videogiochi come Pac Man e Ghost’n’Goblin riempivano le mie giornate.

Ben presto la curiosità prevalse, decisi di iniziare a leggere il manuale dell’MS-DOS che mi era stato dato con l’acquisto del PC, cosicché diventati abbastanza abile nel programmare, il fine era poter scambiare con gli amici videogiochi ma ben presto capii che c’era molto di più, stavo per scoprire i comandi che guidavano gli aspetti meno noti dei nostri amici PC, ai tempi si diceva che chi praticava l’hacking ovvero la pirateria informatica (come veniva tradotto) lo faceva perché portava verso la conoscenza, la rivelazione (Ippolita, 2005).

Negli anni ’90, alle scuole medie, durante le ore di matematica avevamo un laboratorio sperimentale di informatica, qui ci veniva insegnato il Logo (Lariccia, 1983), meglio conosciuto come il linguaggio della tartaruga. Si trattava di programmare questo simpatico animaletto affinché svolgesse dei semplici esercizi come disegnare grafici a partire da numeri. In pratica stavamo scoprendo che anche i numeri possono avere una forma ed un colore e che la loro lettura in quella modalità geometrica era molto più fruibile.

Durante gli anni del liceo, conosco Giulio che diviene il mio fedele compagno di banco per tutti e cinque gli anni, lui ha la passione per la musica e suona in varie band locali, sempre in cerca di nuove sonorità mi chiede di accompagnarlo più volte nello studio di suo babbo, Domenico, per scaricare degli spartiti musicali di band statunitensi. Domenico lavorava presso il CNUCE (Centro Nazionale di Calcolo Elettronico) come informatico e a quel tempo era uno dei pionieri di quello che sarebbe poi diventato internet. Per collegarci avevamo a disposizione tutta una serie di password e collegamenti davvero complicati, ma alla fine il risultato era ogni volta entusiasmante, a noi era concesso comunicare con persone a migliaia di chilometri di distanza, le nostre vibrazioni facevano eco dall’altra parte del mondo, e per noi anche questo era già musica. Anni dopo Domenico Laforenza (Laforenza, 2019) sarebbe diventato uno dei maggiori esperti italiani e mondiali sull’utilizzo di internet e di sicurezza informatica.

Terminato il liceo, internet è ormai alla portata dei più, nascono le prime chat come ICQ  (Goldfinger, 1996) che ci permettono di comunicare con tutta comodità con gli amici, nutrire qualche simpatia e magari conoscere nuove persone. Lo scambio di file con testi e qualche immagine con il passare degli anni trasforma le chat in un qualcosa di sempre più complesso, utile ed affascinante, nascono continuamente nuove realtà fino alla loro evoluzione ultima ovvero la nascita dei primi Social Network, il più noto di tutti senza dubbio Facebook (Zuckerberg, 2004).

La nuova spinta evolutiva questa volta è decisamente affidata allo sviluppo dei materiali hardware, tecnologie sempre più minimali e potenti fanno sì che gradualmente si possa passare dall’utilizzo dei PC fissi ai ben più maneggevoli smartphone o suppellettili integrati come ad esempio gli smartwatch.

Negli ultimi anni l’informatica è divenuta parte integrante della nostra vita quotidiana, siamo tutti collegati h24 e attraverso un semplice click possiamo inviare messaggi, effettuare pagamenti, organizzare gruppi o riunioni se non addirittura interagire a distanza con il termostato di casa, lavatrici e robot domestici di qualsiasi tipo in altre parole la digitalizzazione da semplice strumento additivo del nostro quotidiano è entrata nella nostra realtà in modalità integrata così da cambiare la realtà non solo dei singoli ma dell’intera comunità in cui viviamo.

Ad anni di trasformazione tecnologica e sociale non potevano che corrispondere anni di evoluzione anche nella psicologia e così è stato.

A partire dagli anni ‘70/’80 fino ad oggi si è infatti assistito allo sviluppo di correnti di pensiero che hanno seguito ed utilizzato le immagini dell’informatica. La moderna PNL (Bandler, 1975) nasce proprio da Grinder e Bandler, statunitensi di origine, guarda caso, l’uno linguista e l’altro informatico.

L’evoluzione di questo tipo di psicologia, da molti criticata e demonizzata, ha in realtà influito fortemente sulla nostra società, ad oggi parole come coaching e mentoring sono di uso comune. L’idea di poter raggiungere un obiettivo in maniera veloce e fluida non poteva che attecchire in una società che ha come substrato l’idea portante di dinamismo, per i più la classica psicoanalisi non sarebbe che tempo sprecato.

Resto dell’idea che la PNL stia alla psicoanalisi come lo smartphone sta al deepweb (Greenberg, 2014), due aspetti della stessa medaglia intrinsecamente collegati e dunque interdipendenti che costituiscono un continuum ai più oscuro.

 

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Filippo Di Sacco
Filippo Di Sacco

Medico specialista in Anestesia e Rianimazione

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • ‘Generation Chart’ (1999-2021) LifeCourse Associates-Great Falls VA
  • U. Lenzi (1963) ‘Sandokan: la Tigre di Mompracen’ Euro International Film, Film.
  • InfoWorld (1982)-Consumer Electronics Show- Las Vegas
  • Ippolita (2005) ‘Open non è free. Comunità digitali tra etica hacker e mercato globale’, Eleuthera, Milano
  • G. Lariccia (1983) ‘L’età del Logo’  MCmicrocomputer, Technimedia, Roma
  • D. Laforenza (2019) ‘Consiglio Nazionale delle Ricerche’, Pisa
  • Y. Goldfinger, A. Vardi, S. Vigiser, A. Amir (1996) ‘Mirabilis’ ’Digital Sky Technologies’ San Josè, Israele
  • M. Zuckerberg (2004) Facebook Inc. Menlo Park, Cambridge
  • R. Bandler, J. Grinder (1975) ‘The structure of magic’ ‘Science and Behavior books’ Palo Alto CA
  • Greenberg (2014) ‘Hacker Lexicon: What is the Dark Web’ ‘Wired’, San Francisco CA
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