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Come l’uso della cannabis influenza il funzionamento e la qualità della vita di uomini e donne con una diagnosi di disturbo bipolare

Sembra che i pazienti con disturbo bipolare (DB) abbiano 6,8 volte più probabilità di riferire una storia di uso di cannabis nel corso della vita.d

Di Catia Lo Russo

Pubblicato il 02 Mar. 2021

Uno studio ha esaminato se una storia di uso di cannabis nel corso della vita fosse associata al decorso clinico, al funzionamento e alla qualità della vita nei pazienti con disturbo bipolare in maniera differente in base al sesso.

 

La cannabis è la droga illegale più usata al mondo (Degenhardt & Hall, 2012). Studi epidemiologici hanno dimostrato che i pazienti con disturbo bipolare (DB) hanno 6,8 volte più probabilità di riferire una storia di uso di cannabis nel corso della vita (Lifetime cannabis use – LCU) (Agrawal et al., 2011), riportando tassi compresi tra il 36% e il 70% (Bally et al., 2014). Inoltre, la LCU è stata associata a un decorso più grave della malattia indipendentemente dal sesso, compresi episodi affettivi più ricorrenti e prolungati (Lev-Ran al., 2013), una maggiore frequenza di episodi maniacali e misti (Weinstock et al., 2016), un maggiore rischio di tentato suicidio (Ostergaard et al., 2017), una maggiore prevalenza di sintomi psicotici (Weinstock et al., 2016), e una minore compliance al trattamento (van Rossum et al., 2009). Lungo queste linee, il Lifetime cannabis use è stato anche associato a un esordio più precoce del disturbo bipolare (Lagerberg et al., 2016) e a un aumento del rischio di ricoveri ospedalieri dovuti a episodi affettivi (Lagerberg et al., 2016). Tuttavia, le ricerche sull’influenza della cannabis sul funzionamento o sulla qualità della vita (Quality of life -QoL) sono scarse.

Lo scopo del presente studio è stato quello di esaminare se una storia di uso di cannabis nel corso della vita è associata con il decorso clinico, il funzionamento e la qualità della vita nei pazienti con Disturbo Bipolare, in maniera differente in base al sesso. I partecipanti allo studio sono stati 224, tutti avevano un’età superiore ai 17 anni e tutti avevano una diagnosi di Disturbo bipolare, confermata con la Structured Clinical Interview for DSM-IV-TR Axis I Disorders (SCID-I) (First et al., 2002).

Le valutazioni includevano un questionario per la raccolta di informazioni demografiche e cliniche, di cui età d’esordio, tipo di Disturbo Bipolare, durata della malattia, numero di episodi depressivi, maniacali, ipomaniacali e misti, età del primo ricovero, numero di ricoveri, storia di tentativi di suicidio, sintomi psicotici, cicli rapidi, depressione melanconica, sintomi atipici, depressione post-partum, modello stagionale, storia psichiatrica familiare, comorbidità mentali e fisiche, e trattamenti. Inoltre, la psicopatologia è stata valutata utilizzando le versioni spagnole dei seguenti strumenti psicometrici: Young Mania Rating Scale (YMRS) (Colom et al., 2002), Hamilton Depression Rating Scale (HDRS) (Bobes et al., 2003), Hamilton Anxiety Rating Scale (HARS) (Lobo et al., 2002), Clinical Global Impression Scale (CGI) (Guy, 1976), e Changes in Sexual Functioning Questionnaire (CSFQ) (Garcia-Portilla et al. 2011). Le informazioni sull’uso di sostanze sono state indagate attraverso la Addiction Severity Index (ASI6) (Diazesa et al., 2010). I dati sul modello di consumo di cannabis includevano l’età del primo consumo, il numero di anni di consumo nel corso della vita, il numero di mesi negli ultimi 12 mesi, e il numero di giorni nell’ultimo mese. In questo studio, il Lifetime cannabis use (LCU) è stato definito come l’aver avuto almeno un giorno di consumo al mese per almeno 12 mesi consecutivi nella loro vita. Il livello di funzionamento è stato misurato con il Functional Assessment Short Test (FAST) (Rosa et al., 2007), composto da 24 item che esplorano in 6 aree specifiche di funzionamento nell’arco degli ultimi 14 giorni: autonomia, funzionamento occupazionale, funzionamento cognitivo, questioni finanziarie, relazioni interpersonali e tempo libero. Inoltre, è stato usato il Global Assessment of Functioning (GAF) (Association, 1987), che fornisce una valutazione generale dell’attuale livello di funzionamento del paziente (psicologico, sociale e lavorativo) su una scala da 1 = nessun danno a 100 = grave danno. Infine, la percezione del paziente della QoL è stata esaminata usando il 36-item ShortForm Health Survey (SF-36) (Ware e Sherbourne, 1992), un questionario di autovalutazione contenente 36 item raggruppati in 8 sottoscale: funzionamento fisico, funzionamento del ruolo fisico, dolore corporeo, percezione generale della salute, vitalità, funzionamento sociale, funzionamento emotivo e salute mentale; e 2 componenti riassuntive (fisica e mentale).

I risultati hanno rivelato che la durata media della malattia era di 19.4 anni, l’età media dei soggetti era 47 anni e il 65.2% erano donne. In tutto il campione, quasi la metà dei pazienti (45,2%) fumava quotidianamente e il numero medio di sigarette al giorno tra i fumatori era di 16. Il 23.6% ha riferito di bere ogni settimana, con una media settimanale di 5 drink, e lo 0,9% ha riferito di aver usato cocaina almeno una volta nell’ultimo mese. Per quanto riguarda l’uso di sostanze nel corso della vita, il 7,6% hanno fatto uso di cocaina, il 3,1% di allucinogeni, e lo 0,4% di eroina. Per quanto riguarda la cannabis, il 31,4% ha riferito di averla usata almeno una volta nella vita, e il 16,1% ha soddisfatto i criteri per la LCU. In generale, i risultati hanno mostrato che i pazienti con LCU erano più giovani al momento del loro primo ricovero ospedaliero, rispetto a coloro che non hanno fatto mai uso di cannabis nel corso della vita.

Esaminando le differenze tra i pazienti con Lifetime cannabis use vs nessun LCU (NLCU) per sesso, è emerso che il 10,3% delle donne e il 26.9% degli uomini hanno soddisfatto i criteri per LCU, e la maggior parte di loro erano i più giovani del campione. Per quanto concerne la qualità della vita (QoL), le donne con LCU avevano meno problemi finanziari, rispetto alle donne NLCU, e hanno riferito una più scarsa QoL nella scala del dolore corporeo. Circa il funzionamento, è emerso che le donne con LCU hanno un funzionamento sessuale migliore, punteggi più bassi di vitalità, maggiori difficoltà nel funzionamento sociale ed emotivo, oltre che una maggiore precarietà di salute mentale generale. Tra gli uomini, invece, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa tra i gruppi LCU e NLCU relativamente alla QoL e al funzionamento. Una possibile spiegazione per questi particolari risultati potrebbe essere che le donne sono più propense a usare le droghe per auto-medicarsi, mentre gli uomini le usano più spesso a scopo ricreativo (Becker et al., 2017).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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