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Ortoressia nervosa e dismorfismo muscolare (bigoressia): uno studio condotto in un campione di studenti universitari maschi

Secondo la letteratura circa la metà dei professionisti sanitari sono a rischio di ortoressia nervosa, mentre gli atleti di disturbi alimentari e bigoressia

Di Sara Magliocca

Pubblicato il 17 Feb. 2021

L’ortoressia nervosa (ON), è un disturbo alimentare caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per il cibo sano (Duran et al., 2020), che è stato incluso nel DSM-5 nella categoria “Disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione del cibo” (American Psychiatric Association, 2013).  

 

Tra i sintomi troviamo l’eliminazione del cibo definito “malsano”, un’estrema attenzione verso la qualità degli alimenti che si ingeriscono e che vengono categorizzati in termini dicotomici, come “pericolosi” o “sani”. Le ruminazioni ossessive e continue sul cibo ed i comportamenti di selezione dello stesso, compromettono significativamente la qualità della vita dell’individuo (Malmborg et al., 2017), impattando sia sul versante affettivo che quello relazionale. Uno degli aspetti che esacerba questa problematica, accrescendo i livelli di stress, è l’insoddisfazione di base verso il proprio aspetto fisico (Rodgers et al., 2018).

Tra i gruppi di soggetti a rischio di sviluppare l’ortoressia nervosa (ON), la ricerca ha individuato le donne, gli adolescenti, individui che praticano sport, studenti di medicina ed i professionisti sanitari (dalmaz & Tekdemir Yurtdas, 2017).

Il dismorfismo muscolare (MD), è stato definito per la prima volta da Pope e Coll nel 1993 come un disturbo ossessivo compulsivo caratterizzato dall’ossessione per l’aspetto del proprio corpo, unita alla paura di non essere abbastanza muscolosi, che induce a praticare sessioni estenuanti di esercizio fisico (Bo et al., 2014).

Attualmente è classificato nel DSM-5 tra i “Disturbi ossessivo compulsivi e disturbi correlati” ed è considerato una variante del disturbo da dismorfismo corporeo. Gli aspetti che lo caratterizzano sono l’eccessiva preoccupazione del proprio aspetto fisico e la convinzione di non essere abbastanza magri e muscolosi (American Psychiatric Association, 2013). L’individuo che ne soffre si allena in modo eccessivo, perseguendo una dieta rigida e talvolta assumendo dosi spropositate di integratori e steroidi anabolizzanti. Le conseguenze sono soprattutto sul piano relazionale, poiché evita le attività sociali o professionali che non ritiene siano finalizzate a raggiungere il suo obiettivo fisico (Cerea et al., 2018).

L’ossessione e l’insoddisfazione per l’aspetto del proprio corpo, che arrivano a compromettere diverse aree di funzionamento (familiare, lavorativa e sociale), sono state associate a bassi livelli di autostima (Compte et al., 2015; Hale et al., 2013).

Le condizioni estreme a cui si costringe l’individuo per acquisire massa muscolare possono comportare gravi patologie cardiache, insufficienza renale e perfino la morte (Aslı Devrim et al., 2018; Sandgren & Lavallee, 2018). Il troppo esercizio fisico, unito ad una dieta estrema, sono inoltre fattori di rischio per la  sindrome da sovrallenamento o concomitanti disturbi alimentari.

Ad oggi, il dismorfismo muscolare (anche chiamato bigoressia) si osserva soprattutto tra i giovani adulti maschi e tra i bodybuilder, che ricercano un corpo magro e muscoloso, influenzati dagli ideali di perfezione trasmessi dalla cultura (Bo et al., 2014).

Secondo la letteratura, circa la metà dei professionisti che lavorano in aree sanitarie sono a rischio di Ortoressia Nervosa, mentre gli atleti sono maggiormente a rischio di disturbi alimentari (Segura-García et al., 2012) e Dismorfismo Muscolare (Almeida et al., 2019). A fronte di questi studi, Duran et al. (2020), hanno effettuato un’indagine su un campione di 430 studenti maschi di infermieristica e della facoltà di scienze motorie.

Nel dettaglio, è stata valutata la prevalenza di bigoressia e Ortoressia Nervosa tra i soggetti; verificando se queste condizioni fossero legate all’autostima. Dallo studio, è emerso che l’11,2% del campione aveva una tendenza alla bigoressia e sosteneva che il sovrallenamento o una dieta ad alto contenuto proteico fossero una condizione naturale da perseguire.

Nello specifico, gli studenti di scienze motorie, riportavano punteggi più altri sulla scala del dismorfismo corporeo (Muscle dysmorphic disorder inventory; Asli Devrim & Bilgic, 2018) e riportavano maggiore compromissione del funzionamento. Inoltre erano più inclini all’ortoressia nervosa (Orthorexia inventory ; Arusoǧlu et al., 2008), rispetto agli studenti di infermieristica. Questo risultato è coerente con la letteratura che individua, tra gli studenti di scienze motorie, un rischio maggiore di sviluppare bigoressia e ortoressia nervosa (Bo et al., 2014; Malmborg et al., 2017).  Infatti, l’essere istruiti ad una sana alimentazione potrebbe comportare un’attenzione eccessiva a quest’aspetto, fino a raggiungere una vera e propria ossessione nutrizionale, con sovrallenamento concomitante per incrementare la muscolatura.

Inoltre, tra gli studenti, la tendenza all’ortoressia aumentava parallelamente alla propensione alla bigoressia poiché entrambe hanno in comune alla base tendenze salutistiche ed il culto della forma fisica, che conferiscono un senso di identità all’individuo, isolandolo al contempo dal contesto sociale. Nell’Ortoressia Nervosa, le ossessioni per l’alimentazione sana che caratterizzano la patologia e che si associano positivamente alla muscolosità percepita ed a una ridotta percezione di grasso corporeo, finiscono per espandersi, coinvolgendo anche l’esercizio fisico (Oberle & Lipschuetz, 2018).

Per quanto concerne l’autostima, questa correlava negativamente con i punteggi della scala della bigoressia. Tra gli studenti universitari maschi, dunque, il dismorfismo muscolare emergeva nel caso di concomitante scarsa fiducia in sé stessi, generata da un’insoddisfazione corporea. Coloro che riportano una percezione distorta del proprio corpo e scarsa autostima, tenderanno ad allenarsi intensamente per migliorare il loro aspetto (Numanović et al., 2018) e sperimentare un senso di superiorità.

Sebbene lo studio abbia dimostrato una maggiore incidenza di queste problematiche tra gli studenti maschi che frequentavano infermieristica e scienze motorie, i risultati non possono essere generalizzati in contesti socio-culturali differenti, poiché il campione proveniva da università pubbliche Turche.

Ciò nonostante, le evidenze suggeriscono l’utilità dell’istruire i giovani individui alla consapevolezza mediante interventi formativi; al fatto che l’ossessione per dieta ed esercizio fisico non siano salutari, ma nocive alla salute e che possono portare a molteplici complicazioni mediche.

Tra gli studenti universitari, si rende necessario intervenire non solo sugli aspetti psicopatologici conclamati ma agire in via preventiva e alla radice, andando ad offrire consulenze psicologiche in grado di rafforzare i livelli di autostima, che avranno ripercussioni sul benessere globale.

Dunque è compito primario degli operatori della salute mentale valutare le situazioni a rischio, riferendosi alla letteratura corrente per individuare i fattori predisponenti all’emergere della psicopatologia.

 

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