L’essere umano ha sviluppato sistemi giuridici ed etico-morali per regolare la vita in maniera oggettiva ed isolata dall’elemento animale originale. Tuttavia, l’uomo ha un rapporto paradossale e controverso con il concetto di limite e a questo si collega l’evoluzione del fenomeno dello shock jocking.
L’essere umano, per il funzionamento salubre della sua vita sociale ed organizzativa, ha bisogno di regole e di leggi. Tuttavia, essendo allo stesso tempo un animale sociale avente un rapporto paradossale con le limitazioni, necessita di un rilascio della tensione che ribalti le prospettive sulle situazioni che vive quotidianamente. Per questo motivo negli ultimi quarant’anni si è vista l’ascesa dello shock jocking, ovvero la conduzione di programmi radiofonici dove il contenuto sfida le regole culturali e morali.
L’essere umano, nella sua evoluzione di animale sociale autoconsapevole, nello sviluppo delle sue capacità organizzative e sociali, ha sviluppato l’atto di creare norme giuridiche, etiche e morali per regolare le sue iterazioni sociali e comunicative (Prescott, J. W., 1972). Essendo l’essere umano un animale che attua, inconsapevolmente o no, elementi di discriminazione a seconda del background culturale, etnico o di intimità relazionale, anche quando è chiaramente deviante (Warren, 2019), esso ha sviluppato sistemi giuridici (Hovenkamp, 1985) ed etici-morali (Weish, 1947) all’interno dei suoi sistemi culturali e religiosi per regolare la vita degli attori in maniera oggettiva ed isolata dall’elemento animale originale (Fuentes, 2004).
Tuttavia, come si è evidenziato nella sua crescita psicoattitudinale, l’essere umano ha un rapporto paradossale e controverso con il concetto di limite, sia verso quello della sua vita (Greenberg & Arndt, 2011) che quello imposto dal sistema giuridico (Wood, 2007). Questo è dovuto allo sviluppo della autoconsapevolezza dell’essere umano verso i propri limiti fisici e sociali, cosa che ha condotto allo sviluppo di meccanismi come il bias della superiorità ( Hornsey, 2003) e il “my-side” bias (Jarrett, 2018).
Una tipologia di intrattenimento che, basandosi proprio sul bisogno di ribellione alle regole su principi etico-morali presenti nelle costituzioni giuridiche, ha avuto un grande successo ed è diventato un fenomeno culturale è lo shock jock. Per shock jock è inteso quella tipologia di programma radiofonico il cui prodotto è considerato oltraggioso, con ampio utilizzo di turpiloquio e di momenti tendenti all’indecente (Sixsmith, 2019). Questa tipologia di programma radiofonico è stato popolarizzato in America grazie a figure come Howard Stern, Opie & Anthony, Bubba the Love Sponge e Don Imus. Nello Stivale questa tipologia ha influenzato programmi come “Lo Zoo” di 105 e “La Zanzara” di Radio 24.
Questa tipologia di programma radiofonico ha avuto un grandissimo successo commerciale e di popolarità grazie al prodotto veicolato, che spesso sfida le leggi sul costume sessuale, sulla parità dei sessi e sul buon costume in pubblico (Soley, 2007).
Il contenuto di questa tipologia di programma, condito da battute infantili e spesso reputabili come senza rispetto, rispecchia in pieno il rapporto paradossale che l’essere umano ha nei confronti delle costrizioni etiche e pubblicamente culturali in cui vive.
Di fatto, attraverso l’ascolto e la possibilità di partecipare attivamente alle controversie dello show, il soggetto sfoga le frustrazioni e le tensioni create dall’avere a che fare con situazioni legate a copioni e a protocolli impedenti di esprimere completamente la propria opinione, la propria esperienza e quindi i propri stereotipi e/o i lati più oscuri della personalità, elementi che solo attraverso una comunicazione, anche solo all’apparenza, comicamente senza limiti possano essere soddisfatti (Hayes, Gravesen, 2014).
Attualmente, con l’arrivo delle stazioni radio satellitari senza obblighi di censura e un progressivo allentamento delle restrizioni culturali dei costumi nel ventunesimo secolo, questo genere è caduto dal punto di vista della potenza effettiva del suo prodotto, ma è ancora celebre e studiato dal mondo culturale di massa e accademico, soprattutto per il suo legame con il double think e la violenza psicologica percepita (Janzen, Arrigo, 1997).