La letteratura suggerisce come le persone con ansia sociale tendano a preferire la comunicazione con gli altri mediata dal computer e l’interazione con artefatti come i robot rispetto alla comunicazione faccia a faccia con gli altri. Un robot potrebbe essere un utile strumento per questi pazienti?
Le persone che convivono con l’ansia sociale si sentono nervose in situazioni sociali, come quando parlano con altre persone, quando incontrano qualcuno per la prima volta, o devono parlare in pubblico (DSM-5, 2013). Questo avviene anche prima che qualsiasi comunicazione effettivamente avvenga; questo tipo di ansia è indicato come “ansia anticipatoria”.
Quando un individuo ha un problema, uno dei modi per affrontarlo è quello di consultare un esperto; in tale situazione, le persone che soffrono di ansia sociale sono tenuti a parlare di se stessi. Tuttavia, questa situazione presuppone di interagire con uno sconosciuto e aprirsi, aspetto che per gli individui con un alto livello di ansia sociale fa aumentare l’ansia e, di conseguenza, mostrano una tendenza verso l’evitamento (Nomura et al., 2019).
La letteratura suggerisce che le persone con ansia sociale tendono a preferire la comunicazione con gli altri mediata dal computer e l’interazione con artefatti come i robot rispetto alla comunicazione faccia a faccia con gli altri (Kang &Gratch, 2010).
Uno studio recente (Nomura et al., 2019) ha voluto indagare se un robot potrebbe essere una soluzione utile per le persone con ansia sociale anche a livello di counseling: incontrare un robot per una consulenza psicologica, provocherà un livello di ansia simile a quello che si prova verso gli umani?
Per lo studio sono stati reclutati 19 studenti universitari giapponesi (maschi: 11, femmine: 8), ai quali è stato chiesto di interagire con un un counselor robot antropomorfizzato e con un counselor umano per 5 minuti ciascuno.
Prima dell’interazione è stata presa una misurazione dell’ansia baseline, per la quale si è diviso il campione in due gruppi: “alta ansia sociale” – “bassa ansia sociale”; dell’ansia anticipatoria, dopo essere stati istruiti di dover interagire col /robot/umano; infine, si è misurato il livello di ansia successivo all’interazione.
Per la misurazione dell’ansia si è ricorsi ai seguenti questionari: la Social Avoidance and Distress Scale (SADS; Watson & Friend, 1969) per la misurazione dell’ansia sociale; il State–Trait Anxiety Inventory State version (STAI-S; Spielberger et al., 1983) per valutare l’ansia di stato (Spielberger et al. 1983); il Profile of Mood States (POMS; McNair et al., 1971) per misurare la tensione dei partecipanti durante l’interazione.
I risultati hanno indicato che chi faceva parte del gruppo ad alta ansia sociale tendeva a sentire meno ansia anticipatoria e tensione quando sapeva che avrebbe interagito con i robot rispetto agli esseri umani. Inoltre, l’interazione con il robot ha suscitato meno tensione rispetto all’interazione con la persona indipendentemente dal livello di ansia sociale.
Sebbene la sostituzione dei robot rispetto a un’interazione umana non sia realistica all’attuale livello tecnologico, per alcuni pazienti con grave ansia sociale i robot potrebbero essere – a livello comunicativo – migliori partner rispetto agli esseri umani nella fase iniziale di un programma terapeutico.
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