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“Perché lui non mi ama?”: il caso di una terapia di coppia

Giorgia e Claudio durante la terapia di coppia capiranno perché si sono trovati, incastri e congiunture, e decideranno se scegliersi ancora.

Di Marta Di Grado

Pubblicato il 08 Set. 2020

Claudio vive “ad alta velocità”, cerca stimoli intensi, vuole “tutto e subito”. Giorgia è una donna perfezionista, dedita all’ordine e alla disciplina, desidera essere “nel giusto” e “irreprensibile”. Un breve assaggio della loro terapia di coppia, che attraverserà anche i mondi individuali, alla luce dell’approccio sistemico-relazionale.

 

“Perché non mi ama?”: questa la domanda con cui Giorgia si presenta in terapia insieme al compagno Claudio. Giorgia ha 42 anni. Tesa e concitata, mi racconta che non sente il partner coinvolto quanto lei vorrebbe. E desidera ardentemente – quasi pretende – un “perché”. Una bella donna, con un’aria addolorata e stanca ben mascherata da un trucco accurato, che forse vorrebbe “aggiustare” il suo compagno che lei descrive “freddo e anaffettivo, tranne quando si arrabbia”. Claudio, 45 anni, non bello, ma attraente, si mostra insofferente e irritato, ma chiarisce che, nonostante non sopporti le continue “liti, vendette e recriminazioni” della compagna, lui le vuole bene e vuole stare con lei. Decidiamo di fare una terapia di coppia riformulando insieme l’obiettivo: capire se queste due persone possono sopravvivere a questa tempesta rimanendo uniti, se possono tollerare le loro differenze individuali e se esiste il modo di essere appagati insieme.

Il percorso psicoterapico con loro, che attraverserà la dimensione di coppia, ma anche i loro mondi individuali, avviene alla luce dell’approccio sistemico-relazionale. Il presente verrà letto infatti alla luce del sistema familiare trigenerazionale e dunque in virtù di dinamiche, ruoli, confini e transazioni a esso legate.

Claudio, inizialmente restìo alla terapia, è una persona che, in vari ambiti della sua esistenza, vive “ad alta velocità”: cerca stimoli intensi. E’ molto ambizioso e dinamico, ama gli sport estremi e riempie la vita di attività. Prima della relazione con Giorgia, aveva una vita sessuale molto ricca in cui si destreggiava tra più frequentazioni parallele. Vuole “tutto e subito”, un po’ come un adolescente. Indagare la sua storia ed elaborarla in presenza di Giorgia avrà un grande valore per la coppia: lui si scoprirà di fronte a lei (e di fronte a se stesso), lei lo comprenderà più a fondo e tra loro si farà strada un senso di maggiore vicinanza emotiva. Claudio ha avuto un’infanzia in cui, in un clima familiare altamente conflittuale e aggressivo, gli è stato negato il diritto ad essere un bambino: è stato costretto a crescere rapidamente e a badare a sé stesso, e questo gli ha sempre impedito di riconoscere le parti più fragili e tenere di sé: “io sono fiero di non essermi mai pianto addosso: chi lo fa è solo un debole” mi dice una volta, con un mezzo sorriso che esprime un apparente disprezzo. Ma è anche cresciuto con una grande tenacia, come se avesse bisogno di essere risarcito di ciò che ha patito. Nel corso della vita è stato animato da una forte determinazione nel raggiungere certi traguardi (belle donne, avanzamenti di carriera), quasi a voler ristabilire una sorta di giustizia o saldare dei conti in sospeso. Tutto questo è avvenuto però a spese dell’empatia, che Claudio non ha potuto sviluppare al meglio perché non si è mai potuto permettere innanzitutto di entrare in contatto con le proprie emozioni, cosa che sarebbe stata insostenibile. Esclusa la rabbia, che invece vive ed esprime in modo piuttosto esplosivo. Ha imparato a essere forte, forse credendo che nella forza risieda il valore per cui sarà amato. Sarà molto difficile per Claudio avvicinarsi al suo bisogno d’amore, avendoci rinunciato sin da piccolo ed essendosi diretto piuttosto, nel corso della sua crescita, alla ricerca del piacere e del potere. Nel tempo, ha capito che l’amore è qualcosa che merita e che anche lui è “buono”, nonostante azioni che non lo hanno fatto sentire tale: “ero un bambino terribile, a scuola ero il più feroce dei bulli e anche a casa facevo il matto” mi racconta una volta con voce molto seria, abbandonando per un po’ quell’aria disinvolta e così sicura di sé.

Solo quando riuscirà a empatizzare col suo “bambino interiore” riuscirà ad aprirsi all’altro (non solo alla sua fidanzata) e a trasformare la possessività in intimità.

Anche Giorgia ha ripercorso la sua storia. E’ stata una “brava bambina”, ricoperta di aspettative elevatissime. Mi dice un giorno, armata di abbigliamento e capelli impeccabili: “a casa mia non mi erano permessi errori, un voto sufficiente era per mia mamma una coltellata” e alza gli occhi al cielo. E’ diventata una donna perfezionista, verso di sé e verso gli altri, dedita all’ordine e alla disciplina. Sin dall’inizio colgo come il suo desiderio di essere “nel giusto” e “irreprensibile” nasconda un gran bisogno di riconoscimento. Al contrario di Claudio, ha forti difficoltà a riconoscere la rabbia, che nasconde dietro un atteggiamento di compostezza e controllo e che trasforma nella tendenza a “correggere” l’altro, ma anche se stessa (cercando di diventare sempre più “perfetta”). Giorgia capirà che non serve controllare ogni cosa, né essere perfetta per volersi bene.

Uno dei più grandi traguardi lo raggiungerà quando un giorno, parlando della dimensione del piacere, che smette di essere per lei una temibile perdita di controllo, mi dirà: “ero così concentrata sui miei doveri che quasi mi ero dimenticata cosa significasse abbandonarmi a qualcosa che mi piace e basta, come rimanere a letto la domenica mattina ad ascoltare la musica o uscire con Claudio a fare una passeggiata, senza dover correre a sbrigare le faccende domestiche”. E il viso rilassato, con un trucco leggero e la voce più morbida mi confermano che qualcosa sta veramente cambiando.

Giorgia e Claudio capiranno perché si sono trovati, sulla base di quali incastri e congiunture, ma soprattutto sentiranno che il sentimento c’è ancora, nonostante le incomprensioni passate. Sarà quindi possibile continuare a camminare insieme sostenendosi nelle loro differenze e fragilità, ma anche incoraggiandosi nei rispettivi punti di forza. Le loro diversità non sono necessariamente ostacoli nella loro coppia, anzi l’uno può essere supportivo e stimolante per l’altra: Claudio, coi suoi aspetti impulsivi e vitali, la aiuta nello scoprire la spontaneità e nell’attenuare le rigidità, Giorgia invece dà struttura alla tendenza caotica ed esuberante di lui e lo incoraggia nello scoprire l’importanza di limiti e regole. Ad oggi stanno ancora insieme, in una coppia che talvolta ha ancora i suoi conflitti, ma che è uno spazio in cui entrambi sono maggiormente consapevoli di sé e di chi hanno di fronte. Conoscendo, ognuno dei due, chi sono, chi sono stati e chi possono diventare. Perché, come dice Carl Rogers:

È nel momento in cui mi accetto così come sono che io divengo capace di cambiare.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Minuchin S. (1976). Famiglie e terapia della famiglia. Astrolabio
  • Cambiaso G., Roberto M. (2018). Tra intrapsichico e trigenerazionale. Raffaello Cortina Editore
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