Il libro si concentra su uno dei più complessi e dibattuti temi della nostra società: il fenomeno migratorio e la paura dello straniero.
Carmelo Dambone, psicologo clinico, psicoterapeuta e docente universitario, insieme a Ludovica Monteleone, laureata in Interpretariato e Comunicazione e appassionata di giornalismo, analizzano il fenomeno migratorio e le complessità della società multiculturale offrendoci un punto di vista nuovo su una tematica che ci interessa particolarmente in questo periodo storico.
“Tutti gli immigrati sono terroristi”, oppure “gli immigrati sono troppi”, o ancora “ci rubano il lavoro e non pagano le tasse e sono tutti in Italia, aiutiamoli a casa loro!”.
Quante volte abbiamo sentito queste frasi pronunciate da persone al bar, per strada o in televisione? E quante volte ci siamo chiesti se fossero frasi dette tanto per dire o vere credenze e convinzioni diffuse nella nostra società?
Pensare che gli immigrati siano portatori di pericolo, che siano troppi per essere gestiti, che la loro cultura sia troppo diversa e per questo incompatibile con la nostra è un atteggiamento che caratterizza la nostra società. In realtà, l’immigrazione a cui stiamo assistendo in questi anni è un fenomeno senza tempo. Esiste da sempre. L’Italia è stata un Paese di emigrazione e noi stessi, prima, siamo stati i migranti di altri paesi. Ma come abbiamo fatto a dimenticarcene? Come mai disdegniamo questo fenomeno quando in passato ne siamo stati protagonisti?
Il fatto di cercare in un altro paese una vita migliore fa parte dell’essere umano, tuttavia oggi la migrazione ha assunto un significato diverso. Il fenomeno è associato alla paura dell’immigrato e dello straniero, la “xenofobia”. Ma tutto è più complesso di quanto possa sembrare, perché se da un lato un gruppo di persone riconosce questa paura come insensata e si prodiga per la difesa dello straniero, un’altra parte della società vede lo straniero come diverso e pone così una distinzione netta tra le categorie sociali.
I mass-media, inoltre, sembrano giocare un ruolo fondamentale nella reazione di paura verso lo straniero. Quotidianamente assistiamo a storie di violenza e delinquenza che riguardano i migranti, spesso narrate con un linguaggio non appropriato, il quale, irrobustisce gli stereotipi di paura e devianza che riguardano queste persone. Proprio l’esposizione continua, il condizionamento a questi racconti e le informazioni mediate non permettono la creazione di pensieri e idee obiettive e libere da pregiudizi e stereotipi.
Cosa dire poi del terrorismo, tema ampiamente trattato dagli autori? La percezione del migrante come potenziale terrorista è talmente esasperata che ci spinge a considerare terroristi anche innocenti che scappano dai loro Paesi a causa della guerra.
Così la paura si alimenta e la diversità diventa una barriera, un ostacolo paralizzante per la crescita della società.
Come porci di fronte a questi ostacoli? Secondo gli autori:
Per un processo di integrazione è necessario un nuovo modello di pensiero, una rivoluzione culturale che metta le basi per nuovi valori per includere l’altro. Le differenze non sottraggono nulla agli altri, ma aggiungono.
Il lettore troverà di fronte a sé un libro che gli regalerà un’ottima occasione per una riflessione su uno dei temi più importanti della nostra società. Speriamo in un cambio di prospettiva, magari inaspettato, di chi la presenza dello straniero la vive ogni giorno con un timore infondato!