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Comprendere i bambini. Sviluppo ed educazione nei primi tre anni (2019) di Silvana Quattrocchi Montanaro – Recensione del libro

Nel libro "Comprendere i bambini", l'autrice ci ricorda quanto sia fondamentale il ruolo degli adulti come modelli e mediatori durante lo sviluppo.

Di Maria Grazia Flore

Pubblicato il 17 Set. 2020

Il libro Comprendere i bambini di Silvana Quattrocchi Montanaro, medico e docente di neuropsichiatria infantile scomparsa alcuni anni fa, va a coniugare la psicologia dello sviluppo con i capisaldi del metodo educativo montessoriano di cui era una delle maggiori esponenti a livello nazionale.

 

Tra gli aspetti centrali dell’opera troviamo lo sviluppo dell’autonomia del bambino e il concetto di periodo sensibile di apprendimento: soltanto seguendo lo sviluppo naturale dei bambini, i loro periodi di maggiore assimilazione, è possibile educare il potenziale umano, che nei primi 3 anni di vita è enorme.

L’autrice tratta inizialmente la vita prenatale come periodo fondamentale dello sviluppo personale, mettendo in luce le conseguenze a breve e lungo termine di ciò che accade durante questa fase:

Il concepimento e la gravidanza sono il primo grande capitolo della nostra storia personale.

Le emozioni e le esperienze della vita prenatale e dei successivi tre anni influiscono sulla costruzione delle strutture cerebrali.

Ci parla della nascita e delle prime fasi di vita nei suoi aspetti psicologici più importanti, la separazione e l’attaccamento. Mette in luce i bisogni fondamentali del neonato e parla in modo esteso della funzione dell’allattamento materno, sia a livello nutrizionale che psicologico.

E’ una delle pioniere nel trattare il ruolo padre e la sua fondamentale importanza nelle varie fasi di vita: dal corso di accompagnamento alla nascita al travaglio, dai primi mesi di vita agli anni successivi. Risulta desueta, invece, la necessità da lei sostenuta di avere due genitori di sesso diverso: attualmente, infatti, disponiamo di decine di ricerche che dimostrano che i bambini con due genitori dello stesso sesso non incontrano maggiori difficoltà di un bambino che cresce con genitori di sesso differente, perché la struttura familiare e l’identità di genere non influenzano la qualità della genitorialità.

Ci parla poi del divezzamento e dell’alimentazione autonoma:

Mangiare è un’azione che deve dare piacere in ogni tempo della vita.

Mette in evidenza come siano importanti anche gli elementi simbolici dell’alimentazione, ad esempio il poter stare seduti al tavolo al pari degli altri. Lo sviluppo dell’alimentazione autonoma è un altro aspetto che riveste importanza rispetto alle soddisfazioni date dall’indipendenza e dai propri progressi.

Per quanto riguarda lo sviluppo del movimento ribadisce l’importanza per il bambino di poter sperimentare la libertà. Consiglia, seguendo sempre le orme montessoriane, di limitare molto i seggiolini, i dondolini e i box se non necessari.

Abbiamo bisogno di attaccamento e separazione al momento opportuno e questa alternanza deve iniziare alla nascita riconoscendo ai neonati la necessità dello spazio di movimento che diviene subito lo spazio dello sviluppo personale, fisico e psichico.

L’autrice ci spiega quanto sia rilevante far sperimentare ai bambini attività quali spolverare, apparecchiare e altri lavori domestici da quando iniziano a camminare:

I lavori di vita pratica rispondono esattamente a ciò che i bambini cercano a questa età: un’attività verso la quale dirigere la propria energia muscolare, ma che è capace, al tempo stesso, di produrre un risultato visibile e utile per se stessi e per le persone che vivono con loro. Questi compiti rappresentano l’occasione unica di perfezionare le capacità motorie mentre si ottiene la ricompensa e la soddisfazione di un risultato concreto.

Va anche a sfatare alcuni falsi miti, secondo i quali i bambini sarebbero incapaci di rispettare l’ambiente e controllare il movimento.

Per quanto riguarda il movimento ci parla anche dell’importanza della danza, di muovere il corpo a ritmo. Il ritmo è in relazione con la vita prenatale: pensiamo ad esempio al battito cardiaco e ai dondolamenti. Sviluppare il movimento non significa solo potenziare le connessioni tra neuroni e la muscolatura, ma implica anche uno sviluppo psicologico, perché i bambini recepiscono informazioni sulla loro persona e sull’ambiente in cui vivono. Bambini liberi di muoversi sviluppano una fiducia di base in sé stessi, sicurezza in sé, senso di indipendenza e autonomia. Se vengono costantemente ostacolati nella loro voglia di muoversi e di partecipare alle attività domestiche, possono imparare che per raggiungere i propri scopi devono combattere contro l’ambiente anziché collaborare, e può essere una causa dello sviluppo dell’aggressività.

L’autrice ci parla in modo esauriente anche della comunicazione e dell’apprendimento del linguaggio, come si sviluppa e cosa possiamo fare per sostenere questi progressi, anche per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue straniere.

Vengono infine trattate le crisi evolutive, con cui si intendono momenti di passaggio e di sviluppo: la nascita, il divezzamento e l’oggettivazione, l’opposizione. Ci fa capire come non siano necessariamente momenti difficoltosi se come adulti impariamo a porci nell’ottica del bambino, a comprendere le sue motivazioni, e a far instaurare al bambino un rapporto di collaborazione col suo ambiente.

Lungo tutto il libro ci ricorda insomma quanto sia fondamentale il ruolo degli adulti come modelli e mediatori, quanto la presenza attenta e che nello stesso tempo lascia il bambino libero di sperimentare possa essere di esempio e supporto per la sua realizzazione.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Quattrocchi Montanaro S. (2019). Comprendere i bambini. Sviluppo ed educazione nei primi 3 anni di vita. Di Renzo Editore.
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