expand_lessAPRI WIDGET

Sogni lucidi: gli effetti sull’umore

I partecipanti allo studio sono stati invitati a completare tecniche di induzione del sogno lucido ed è stato poi valutato il loro umore durante la veglia

Di Tommaso Arosio

Pubblicato il 31 Lug. 2020

I sogni lucidi sono definiti come sogni in cui l’individuo diventa consapevole di sognare: i sognatori lucidi sono immersi in uno stato di coscienza ibrido, che presenta elementi di veglia e sogno (Voss et al., 2009).

 

Di conseguenza, i sognatori a volte possono cambiare la scena o la situazione del sogno e manipolare gli eventi del sogno come desiderano. Poiché il mondo dei sogni non è vincolato dalle leggi o dai parametri della fisica, gli individui sono in grado di compiere atti – impossibili nel mondo reale – come volare, fare magie o respirare sott’acqua (Stumbrys & Erlacher, 2016).

Uno dei metodi per capire se si sta sognando è noto come test di realtà (per esempio nei sogni non si può spegnere la luce o si continua a respirare se ci si tappa il naso) (LaBerge & Rheingold, 1991). Più l’individuo si abituerà a testare la realtà durante il giorno più aumenterà la probabilità che il sognatore metterà alla prova il suo ambiente quando sogna, riuscendo a discriminare lo stato di veglia da quello di sonno.

Altri due metodi, l’Induzione Mnemonica dei Sogni Lucidi (MILD; LaBerge, 1980) e il Wake-Back-To-Bed (WBTB; LaBerge et al., 1994), sono usati in congiunzione tra loro, in quanto un individuo è svegliato dal sonno dopo un periodo di tempo specifico per aumentare la prontezza mentale (WBTB) e istruito a provare cognitivamente una frase, come ad esempio ‘mi ricorderò che sto sognando’ (MILD), quando si ricoricherà per dormire.

Pur esistendo un filone di ricerca che indica che l’addestramento ai sogni lucidi può essere utilizzato per ridurre gli incubi sia in intensità sia in frequenza (Spoormaker & Van Den Bout, 2006; Zadra & Pihl, 1997; Macedo et al., 2019), poco si sa sugli effetti che il sogno lucido ha sull’umore dell’individuo durante la veglia.

Uno studio recente (Stocks et al., 2020) ha voluto indagare se l’esperienza della lucidità nel sogno migliora l’umore nella veglia e se la lucidità è associata al contenuto emotivo del sogno e alla qualità soggettiva del sonno.

20 partecipanti sono stati invitati a completare tecniche di induzione del sogno lucido per una settimana, durante la quale sono stati invitati a completare circa 10 test di realtà al giorno insieme alla tecnica MILD/WBTB di notte e a riportare gli effetti in un diario di sogno online, per una valutazione sui sogni lucidi e valutazioni soggettive della qualità del sonno, del contenuto emozionale del sogno e dell’umore durante la veglia.

Un questionario a 19 item – composto da item del Dream Lucidity Questionnaire (DLQ; (Stumbrys et al., 2013) e del Lucid Skills Questionnaire (LUSK; (Schredl et al., 2018) – è stato utilizzato per la valutazione sui sogni lucidi. La Positive and Negative Affect Schedule (PANAS; Watson et al., 1988) è stata utilizzata per la valutazione dell’umore dei partecipanti durante la veglia.

Dai risultati si è riscontrato che chi aveva avuto più sogni lucidi aveva la mattina un umore migliore e un maggiore contenuto positivo del sogno rispetto a chi aveva avuto meno sogni lucidi. Una correlazione positiva è stata trovata anche tra sogni lucidi e vividezza sensoriale, senza inoltre pregiudicare la qualità del sonno. Sorprendentemente, non è stato riscontrato alcun rapporto tra il numero di test di realtà e di tecniche MILD/WBTB e la frequenza di sogni lucidi, risultato che va in contrasto con quello di altre ricerche (Aspy et al., 2017).

Alla luce di questi risultati i sogni lucidi confermano il loro potenziale di supporto per il benessere dell’individuo e per il trattamento degli incubi, sebbene si incoraggino in futuro ricerche su numeri più ampi ed effetti nel lungo periodo.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • LaBerge, S. P. (1980). Lucid dreaming as a learnable skill: A case study. Perceptual and Motor Skills, 51, 1039–1042.
  • LaBerge, S., & Rheingold, H. (1991). Exploring the world of lucid dreaming. New York: Ballantine Books.
  • LaBerge, S., Phillips, L., & Levitan, L. (1994). An hour of wakefulness before morning naps makes lucidity more likely. NightLight, 6(3), 1–4.
  • Macedo, T. C. F., Ferreira, G. H., Almondes, K. M. D., Kirov, R., & Mota-Rolim, S. A. (2019). My dream, my rules: Can lucid dreaming treat nightmares? Frontiers in Psychology, 10, 2618.
  • Schredl, M., Rieger, J., & Göritz, A. S. (2018). Measuring lucid dreaming skills: A new questionnaire (LUSK). International Journal of Dream Research. 11(1), 54–61.
  • Spoormaker, V. I., & Van Den Bout, J. (2006). Lucid dreaming treatment for nightmares: A pilot study. Psychotherapy and psychosomatics, 75(6), 389–394.
  • Stocks, A., Carr, M., Mallett, R., Konkoly, K., Hicks, A., Crawford, M., & Bradshaw, C. (2020). Dream lucidity is associated with positive waking mood. Consciousness and Cognition, 83, 102971.
  • Stumbrys, T., Erlacher, D., & Schredl, M. (2013). Testing the involvement of the prefrontal cortex in lucid dreaming: A tDCS study. Consciousness and Cognition, 22(4), 1214–1222.
  • Stumbrys, T., & Erlacher, D. (2016). Applications of lucid dreams and their effects on the mood upon awakening. International Journal of Dream Research, 9(2), 146–150.
  • Voss, U., Holzmann, R., Tuin, I., & Hobson, A. J. (2009). Lucid dreaming: A state of consciousness with features of both waking and non-lucid dreaming. Sleep, 32(9), 1191–1200.
  • Watson, D., Clark, L. A., & Tellegan, A. (1988). Development and validation of brief measures of positive and negative affect: The PANAS scales. Journal of Personality and Social Psychology, 54(6), 1063–1070.
  • Zadra, A. L., & Pihl, R. O. (1997). Lucid dreaming as a treatment for recurrent nightmares. Psychotherapy and Psychosomatics, 66(1), 50–55.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Attacchi di panico notturni: caratteristiche e teoria della perdita di vigilanza
Teoria della perdita di vigilanza e caratteristiche di chi soffre di attacchi di panico notturni

Chi soffre di attacchi di panico notturni sembrerebbe avere maggior intolleranza all’incertezza e timore che nella notte possa accadere un evento imprevisto

ARTICOLI CORRELATI
Il disturbo di insonnia e l’intervento psicologico: il trattamento di elezione – Editoriale Cognitivismo Clinico

La CBT-I è un insieme di strategie terapeutiche che in gran parte mirano a modificare i fattori di mantenimento e perpetuanti dell'insonnia

I software di trascrizione basati sull’intelligenza artificiale nelle sedute di psicoterapia – Psicologia digitale

Esistono software basati sull’intelligenza artificiale che trasformano file audio in testo, utili per la trascrizione delle sedute di terapia

WordPress Ads
cancel