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La Distanza Fisica: un piccolo elemento spaziale, una grande componente psicofisica e comunicativa. Il ruolo fondamentale della Prossemica nella comunicazione non verbale umana

La prossemica studia lo spazio umano e la distanza interpersonale che le persone mantengono nelle interazioni e che varia in base a formalità e familiarità

Di Giovanni Carlo Bruni

Pubblicato il 24 Giu. 2020

La distanza umana, indicata nel mondo accademico con il termine di prossemica, ha ancora un ruolo fondamentale nella nostra comunicazione, pure in questo momento della Storia Umana caratterizzata dalle comunicazioni social.
 Ne segue una breve descrizione divulgativa.

 

La comunicazione non verbale, ovvero l’espressione delle emozioni, dei bisogni, delle intenzioni e dei comportamenti che accompagnano o meno l’apparato comunicativo verbale (J.A.Hall, 2001), ha ancora un grande ruolo nello studio della comunicazione umana, sia per quanto riguarda il materiale divulgativo che ne sottolinea l’importanza (Phutela, Deepika, 2015; Zeki, 2009), sia per quanto riguarda il materiale circa i suoi limiti (Chamorro-Premuzi, 2015; Jarrett, 2009) e che ha reso i suoi maggiori studiosi, principalmente Paul Ekman (Foreman, 2003) e Albert Mehrabian (Freeman, 2009), nomi noti al pubblico generale.

Uno degli apparati comunicativi non verbali più importanti, per quanto riguarda gli aspetti formali ed interculturali, è la prossemica, ovvero “(…) lo studio dello spazio umano e della distanza interpersonale nella loro natura di segno”
. Di fatti, proseguendo questa definizione di Michele Bracco, essa “(…) indaga il significato che viene assunto, nel comportamento sociale dell’uomo, dalla distanza che questi interpone tra sé e gli altri, tra sé e gli oggetti, e, più in generale il valore che viene attribuito da gruppi culturalmente o storicamente diversi al modo di porsi nello spazio e di organizzarlo, su cui influiscono elementi di carattere etnologico e psicosociologico” (2000). Questo elemento comunicativo è stato contestualizzato ed analizzato secondo le indicazioni dell’antropologo americano Edward T. Hall (1914 – 2009), fornite nel 1966 attraverso il suo lavoro divulgativo intitolato Hidden Dimension.


Nel suo saggio, Hall, basandosi sul materiale da lui reperito, analizza il fenomeno prossemico e la sua principale componente, ovvero l’utilizzo dello spazio nelle culture densamente popolate e come questo influenzi il comportamento, la comunicazione e l’interazione sociale umana (2015). Nella interazione fisica, gli attori, come indica sempre l’antropologo statunitense, mantengono, a seconda del grado di formalità e di conoscenza degli altri attori, questi quattro spazi: lo spazio intimo, ovvero lo spazio riservato ai nostri conoscenti più intimi a cui riserviamo elementi interpersonali come l’abbraccio, la carezza ed il rapporto sessuale; lo spazio personale, riservato agli amici e ai membri della propria famiglia; lo spazio sociale, riservato alle interazioni con gli attori con cui si ha un rapporto sociale avviato; lo spazio pubblico, riservato alle interazioni formali come il public speaking (Kreuz, Roberts, 2019).

La prossemica è influenzata principalmente da due fattori: dal fattore neurologico, attraverso recezioni emotive, sociali e cognitive percepite dall’amigdala (Kennedy et al., 2009) e dal fattore culturale, dipendente dalla Cultura e dall’Educazione percepita (Sorokowska et al, 2017).
 La prossemica oggi è soprattutto analizzata dal punto di vista della sua influenza sui social media (Cristiani, Vinciarelli, Paggetti, Bazzani, Menegaz e Murino, 2011) e sulla distanza sociale, soprattutto in questo periodo di pandemia del Covid-19 (Bell, 2020)

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • J.T.Hall, “Nonverbal Communication, Social Psychology of”, “International Encyclopedia of the Social & Behavioral Sciences”, 2001;
- Phutela, Deepika, “The Importance of Non-Verbal Communication”, “IUP Journal of Soft Skills”, Vol. 9, No. 4, 2015;
  • Canan P.Zek (2009) “The importance of non-verbal communication in classroom management”, “Procedia - Social and Behavioral Sciences”, Volume 1, N 1, pgg 1443-1449;
  • Chamorro-Premuzi, T. (2015) “Persuasion Depends Mostly on the Audience”, “Harvard Business Review”;
  • Christian Jarrett (2009) “We’re unable to read our own body language”, Research Digest;
  • J.Foreman (2003) “A CONVERSATION WITH: PAUL EKMAN; The 43 Facial Muscles That Reveal Even the Most Fleeting Emotions”, “The New York Times”, 2003;
  • H.Freeman (2009) “Actions speak louder ...”, “The Guardian”;
  • M.Bracco (2000) “Universo del Corpo”, Treccani;
  • E.T. Hall (1963) “The Hidden Dimension”;
  • Dictionary.com, 2015;
  • R.Kreutz, R.Robertz (2019) “Proxemics 101: Understanding Personal Space Across Cultures”, The MIT Press Reader;
  • Kennedy, D. et al. (2009). “Personal space regulation by the human amygdala”, “Nature Neuroscience”, 12(10), 1226–1227;
  • A. Sorokowska et al. (2017) Preferred Interpersonal Distances: A Global Comparison. Journal of Cross-Cultural Psychology, Vol. 48(4) 577–592;
  • M.Cristiani, A.Vinciarelli, G.Paggetti, L.Bazzani,G. Menegaz, V.Murino, (2011) “Towards Computational Proxemics: Inferring Social Relations from Interpersonal Distances”;
  • A.Bell (2020) How the Brain Copes With Social Distancing. Elemental.
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