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Un’analisi in chiave psicoanalitica di Berlino de La Casa de Papel

Berlino è l’affascinante, maldetto, antieroe de La Casa di Carta, psicotico erotomane vittima di un ossessionato romanticismo al quale non può scampare

Di Davide Boifava

Pubblicato il 16 Giu. 2020

La diagnosi di Berlino, uno dei protagonisti de La Casa di Carta, potrebbe essere a tutti gli effetti quella di un erotomane, un soggetto nel quale l’amore è patologizzato, incastrato nella certezza di essere amato e quindi impossibilitato ad amare.

ATTENZIONE! L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER

 

La Casa di Carta è una serie tv di successo di produzione spagnola, distribuita da Netflix, giunta alla quarta stagione e in procinto di proseguire con quinta e sesta. Nella sua assurdità dei fatti di rapine al limite dell’immaginabile, ha generato relazioni particolari e personaggi ben caratterizzati, facendo affezionare il pubblico puntata dopo puntata. Berlino è uno dei personaggi principali, che un episodio si ama e quello dopo si odia, ma che alla fine si è obbligati ad amare.

Berlino, la morte non è un limite

Berlino è un badass, un personaggio determinato, un leader autoritario a tratti anche carismatico, che viene a mancare al concludersi della prima rapina cioè della seconda stagione ma che sopravvive sullo schermo grazie a continui flashback del Professore.

Il personaggio di Berlino fin dalla prima serie è però già condannato a morte a causa di una malattia degenerativa e questo è uno dei primi elementi che rivela il suo rapporto con la vita ma soprattutto con la morte.

Andrés de Fonollosa, questo il suo vero nome all’interno della serie, appare come uno psicotico, un soggetto che non può desiderare, può solo godere, senza così tollerare i limiti e le castrazioni che la dinamica del desiderio implica (Freud, 1989; Lacan, 1974). La consapevolezza della morte incombente è il limite ultimo che non viene simbolizzato, dolore e paura divengono oggetto del meccanismo che contraddistingue la struttura psicotica, la forclusione (Recalcati, 2012). Angoscia e sofferenza non vengono metaforizzate, vengono annullate e non rimosse, diventando l’ennesima ed ultima occasione per godersela fino alla fine.

Tutti dobbiamo morire. È a questo che brindo: al fatto che siamo vivi. E al fatto che il piano funziona che è una meraviglia. Alla vita!

Ma verso quale deriva psicotica potrebbe tendere Berlino?

Andrés: o lo ami o lo ami

La diagnosi di Berlino potrebbe essere a tutti gli effetti quella di un erotomane, un soggetto nel quale l’amore è patologizzato, incastrato nella certezza di essere amato e quindi impossibilitato ad amare. Le caratteristiche del delirio erotico sono definite da Esquirol come: la certezza di essere amati, comportamenti affettivi paradossali e contraddittori e una sostenuta libertà sentimentale.

Freud (1989) successivamente intende l’erotomania all’interno delle psicosi e Lacan (1974) poi specifica che la certezza di questo folle amore ricevuto dall’Altro è il delirio psicotico nell’erotomania, cioè l’essere certi di essere amati e quindi poi agire senza possibilità di simbolizzare la mancanza dell’Altro e, di conseguenza, amarlo.

Berlino svela molte di queste caratteristiche nell’arco delle quattro stagioni.

Il delirio erotico più plateale di Berlino si svela nei confronti di Ariadna, il suo ostaggio che per paura nei suoi confronti propone e acconsente dei favori sessuali. Il favore sessuale va così ad infiammare, senza poi più possibilità di spegnimento, la convinzione di Berlino che lei sia effettivamente innamorata di lui e che il sesso non sia solo una via per garantirsi più possibilità di sopravvivenza. Berlino quindi si convince che a rapina conclusa si sposerà con Ariadna, confermando la sua assoluta prospettiva egoica, cioè che l’importante sia il suo godimento fino alla fine.

Berlino dimostra però comportamenti anche contraddittori. Nonostante la sua vita sia dedita all’essere riconosciuto e all’essere amato, è estremamente misogino, irrispettoso nei confronti delle donne, proiezione della dolce paranoia di essere amato da chi vuole lui, agendo questa coazione a ripetere (Freud, 1920) contradditoria con la dichiarazione di aver alle spalle ben quattro matrimoni.

Le donne ti garantiscono il sesso perché sono programmate per irretirti e farsi fecondare, poi non esisti più e lo capisci durante il parto

Il sacrificio egoistico

La diagnosi di Berlino non è però limitata solo a quella di una struttura psicotica, ma come è definito anche dalla sua cartella clinica svelata dalla polizia nella prima stagione, possiede una personalità narcisistica (McWilliams, 2012), è maniaco di grandezza, mancante di empatia e ha un imponente senso dell’onore. Dipendenza dalla propria immagine, che lo obbliga alla costante ricerca di riconoscimento, accettazione, apprezzamento e rispetto.

Per Andrés di fatti la ferita più sofferta durante la rapina è la diffamazione pubblica, subita da una falsa dichiarazione della polizia attraverso i media, di essere uno sfruttatore di prostitute e ragazze minorenni. L’essere riconosciuto e apprezzato è anche evidente su come si mostri un cultore dell’estetica con una particolare ricercatezza nel vestire e un distinto savoir faire che lo eleva nel gruppo a intellettuale dal buon gusto.

Ma l’atto psicotico erotico più eclatante e che ben si sovrappone al narcisismo di Berlino coincide con il suo sacrificio finale. Berlino, ostruendo l’irruzione della polizia con la propria vita e permettendo ai suoi compagni di scappare, compie un suicidio narcisitico (Kernberg, 2004) dalla connotazione eroica con cui celebra un debito d’amore eterno che la banda, ma anche noi spettatori, avremo sempre nei suoi confronti.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Esquirol, J. (1838), Des maladies mentales, tome II. Paris: Baillières J-B
  • Freud, S. (1910). Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia. In: Opere, vol. 6, Casi clinici e altri scritti 1909 - 1912. Torino: Bollati Boringhieri.
  • Freud, S (1920). Al di là del principio di piacere. In: Opere, vol. 9, L'Io e l'Es e altri scritti 1917 - 1923. Torino: Bollati Boringhieri, 1986.
  • Freud, S. (1989). Tre saggi sulla teoria sessuale e altri scritti 1900-1905. Torino: Bollati Boringhieri
  • Kernberg, O.F. (2004). Narcisismo, aggressività e autodistruttività. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Lacan, J. (1996). Libro IV, La relazione d'oggetto, 1956-57. Torino: Einaudi
  • Lacan, J. (1974). Scritti. Torino: Einaudi.
  • McWilliams, N. (2012). La diagnosi psicoanalitica. Roma: Astrolabio Ubaldini
  • Recalcati, M. (2016). Jacques Lacan: La clinica psicoanalitica: struttura e soggetto. Milano: Raffaello Cortina Editore.
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