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Ansia sociale e consumo di sigarette

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che le persone con ansia sociale possano fumare sigarette per cercare di regolare le loro emozioni negative

Di Margherita Rovida

Pubblicato il 18 Giu. 2020

Nonostante i rischi associati al consumo di sigarette siano spesso ben noti, intraprendere e mantenere nel tempo la decisione di smettere di fumare può essere difficile.

 

Ciò può essere ancor più difficile per le persone che soffrono di ansia sociale, le quali mostrano maggiori livelli di dipendenza da nicotina e riportano un maggior numero di tentativi falliti di smettere di fumare (Cougle, Zvolensky, Fitch, & Sachs-Ericsson, 2010).

Buckner, Zvolensky e Lewis (2019) hanno ipotizzato che le persone con ansia sociale possano fumare sigarette per cercare di regolare le loro emozioni negative. Le sigarette rappresenterebbero quindi una modalità inefficace di gestire sensazioni negative.

Nelle persone con disturbi d’ansia, è frequente l’uso di strategie poco efficaci per ridurre l’ansia, ossia i falsi comportamenti di sicurezza (false safety behavior, FSB). Un FSB è un comportamento che fa sentire l’individuo protetto dallo stimolo che causa ansia. Tuttavia, sebbene i falsi comportamenti di sicurezza permettano di sperimentare un’immediata riduzione dell’ansia, a lungo termine possono costituire un fattore di mantenimento del disturbo ansioso.

Gli autori hanno quindi verificato se più alti livelli di ansia sociale aumentassero la tendenza ad usare FSB frequentemente, e se questo a sua volta comportasse un maggior consumo di sigarette al giorno.

Buckner, Zvolensky e Lewis (2019) hanno coinvolto un campione di 71 studenti universitari, a cui hanno chiesto quante sigarette fumassero al giorno. Inoltre hanno raccolto informazioni circa i livelli di ansia sociale negli studenti e la tendenza ad utilizzare vari tipi di FSB quando si sentivano nervosi, preoccupati o ansiosi. Attraverso la Safety Aid Scale (SAS; Korte & Schmidt, 2014), hanno misurato la presenza di falsi comportamenti di sicurezza, tra cui: cercare continue rassicurazioni; farsi accompagnare da un amico quando si deve affrontare una situazione sociale; evitare situazioni in cui si incontreranno altre persone, ad esempio una festa; controllare mentalmente che vi sia la possibilità di uscire dalla stanza; o ancora prepararsi eccessivamente prima di un evento sociale.

I risultati indicano che maggiori livelli di ansia sociale si associano a un maggior numero di sigarette fumate al giorno e a un maggior uso di evitamento come FSB. Quest’ultimo tipo di FSB risulta associato a sua volta al numero di sigarette fumate al giorno. Il modello di mediazione ipotizzato è quindi confermato dai dati: l’ansia sociale agisce indirettamente sul consumo di sicurezza attraverso i FSB.

Questo studio presenta diverse limitazioni: innanzitutto coinvolge un campione di studenti universitari prevalentemente femminile, pertanto sarebbe opportuno replicare lo studio su un campione più inclusivo, che coinvolga anche fumatori che hanno intenzione di smettere di fumare. Inoltre sarebbe utile valutare come altri tipi di ansia siano connessi con i FSB e di conseguenza con il consumo di sigarette. Infine, bisognerebbe approfondire ulteriormente la relazione specifica tra FSB e uso di sigarette.

Sebbene quindi lo studio sia da considerare un punto di partenza per comprendere la relazione tra ansia sociale e fumo, un’importante implicazione clinica è che i fumatori potrebbero trarre beneficio dall’insegnamento di modalità più adattive di gestire le emozioni negative.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Buckner J. D., Zvolensky M. J., & Lewis E. M. (2019). Smoking and social anxiety: the role of false safety behaviors. Cognitive Behaviour Therapy, 1 – 11.
  • Cougle, J. R., Zvolensky, M. J., Fitch, K. E., & Sachs-Ericsson, N. (2010). The role of comorbidity in explaining the associations between anxiety disorders and smoking. Nicotine and Tobacco Research, 12(4), 355–364.
  • Korte, K., & Schmidt, N. B. (2014). Development and initial validation of the safety aid scale. Paper presented at the Association of Behavioral and Cognitive Therapies, Philadelphia, PA.
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