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I tratti di personalità influenzano i nostri incubi?

Sembra che il nevroticismo sia il tratto di personalità più fortemente associato sia alla frequenza degli incubi che all'esperienza degli incubi ricorrenti

Di Marco Dicugno

Pubblicato il 19 Mag. 2020

Un recente studio pubblicato sulla rivisita Sleep Science, ha indagato la relazione tra incubi e caratteristiche personologiche, prendendo anche in esame fattori quali età e sesso. 

 

Sebbene gli incubi siano abbastanza comuni nella popolazione generale, la diagnosi clinica del disturbo da incubi viene fatta solo quando questi sono accompagnati da un significativo grado di sofferenza. La classificazione internazionale dei disturbi del sonno descrive diversi modi in cui gli incubi possono influenzare la vita quotidiana dei sognatori. In generale troviamo compromissioni che riguardano: flashback dell’incubo durante le ore di veglia, paura di addormentarsi a causa dell’anticipazione degli incubi e disturbi dell’umore dovuti a persistenti sentimenti causati dall’incubo (Blagrove & Williams, 2004).

Per comprendere le cause eziologiche alla base di questo disturbo, i ricercatori hanno preso in esame diversi fattori, tra cui aspetti socio-demografici, frequenza degli incubi e livelli di nevroticismo (dimensione della personalità caratterizzata dalla tendenza di un individuo ad esperire emozioni negative, in risposta ad eventi stressanti) (Schredl & Goeritz, 2019).

Per la raccolta dati è stato creato un sondaggio online, completato da 2.492 uomini e donne di età compresa tra 17 e 93 anni. I partecipanti hanno compilato dei questionari che valutavano il loro disagio provato a causa degli incubi e la frequenza di essi, sia attualmente che durante l’infanzia. La definizione di incubo fornita ai soggetti è stata la seguente: “Gli incubi sono sogni con forti emozioni negative che portano al risveglio. La trama dei sogni può essere ricordata in modo molto vivido al risveglio”.

Al fine di misurare le dimensioni della personalità è stata utilizzo un questionario del big five a versione ridotta che comprendeva sempre 5 fattori di personalità: nevroticismo, piacevolezza, estroversione, apertura all’esperienza e coscienziosità (Schredl & Goeritz, 2019).

I risultati hanno mostrato che circa il 9% degli intervistati ha riportato incubi settimanali attuali e il 18% ha riferito incubi settimanali durante l’infanzia. Più di un quarto (27%) dei partecipanti ha riferito di avere incubi ricorrenti legati ad eventi della loro vita.

Il nevroticismo risulta essere il tratto di personalità più fortemente associato sia alla frequenza degli incubi che all’esperienza degli incubi ricorrenti (Schredl & Goeritz, 2019).

Le donne fanno esperienza di incubi più frequentemente rispetto agli uomini e mostrano anche più angoscia di avere successivi incubi, questa differenza di genere è spiegata dal fatto che uomini e donne differiscono nei livelli di nevroticismo, infatti i ricercatori, sottolineano che, quando nelle analisi statistiche tra le differenze di genere, inserivano la variabile di ‘’nevroticismo’’ come covariata, non si delineava una differenza di genere (Schredl & Goeritz, 2019).

È stato anche riscontrato un effetto dell’età, che risulta correlare positivamente con la frequenza e l’angoscia data dagli incubi.

Gli autori sottolineano che il loro processo di reclutamento, potrebbe aver portato a una distorsione della selezione del campione, cioè coloro che erano più interessati ai sogni potrebbero aver scelto di partecipare allo studio, si denota infatti una percentuale di frequenza di incubi più elevata rispetto ai valori normativi presenti in altri studi analoghi.

Tuttavia, i ricercatori concludono che oltre alla frequenza dell’incubo, fattori come il genere, l’età e il nevroticismo probabilmente contribuiscono ad aumentare l’angoscia post incubo (Schredl & Goeritz, 2019).

 

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