expand_lessAPRI WIDGET

Lila e Lenù: l’ambivalenza femminile in età adolescenziale – Analisi attraverso una riflessione psicologica dell’opera televisiva “L’amica geniale”

'L'amica geniale' mostra i ritratti apprentemente in antitesi delle due protagoniste adolescenti, l'una remissiva e obbediente l'altra travolgente e ribelle

Di Maria Tinto

Pubblicato il 08 Apr. 2020

La serie tv che prende il nome di L’amica geniale, tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, al di là dell’intenzione di volerne analizzare l’ambientazione storica, che potrebbe trarre in inganno e congelarne i contenuti trattandosi di un’epoca molto distante dalla nostra (anni 50/60), ci conduce per mano negli abissi più profondi dell’età adolescenziale, dove il possibile e l’impossibile viaggiano sullo stesso binario.

 

Lo fa in maniera dolce e crudele, come solo sa essere quest’età dalle mille sfaccettature, accompagnandoci attraverso lo snodo delle caratteristiche di personalità delle due protagoniste e del gruppo dei pari a cui appartengono.

Lila e Lenù: il gruppo dei pari crudele e complice

Ci sono tutti i tipi caratteristici adolescenziali. C’è il bullo e il bullizzato, il facinoroso e il debole, la vanesia e la studiosa, la ribelle e l’ubbidiente, il delinquente e il virtuoso. Ma su tutti troneggia il ‘gruppo’, che sembra avere un’anima tutta sua, separata e sincrona allo stesso tempo. Anima di Gruppo che conoscono molto bene solo coloro che ci sono dentro, che vi prendono parte. Nel gruppo omertà e tradimenti animano le loro menti inquiete e fragili di chi ne fa parte, intervallate da invidie, possesso e complicità, in un’altalena di sentimenti, di legami forti ed avversioni altrettanto profonde che si manifestano non solo verso gli altri, ma anche verso se stessi ed il mondo circostante.

Un mondo che non riconoscono, ma con cui si sentono di condividere i sapori acri e amari di un tempo dal futuro incerto, poiché tutto si snoda nel qui ed ora. Nel tempo indeterminato dell’attesa senza prospettiva, da cui emerge il tratto caratteristico del tempo tipico adolescenziale, che non si differenzia per epoche né per culture.

Le figure femminili mature, che fanno da contorno alle vite delle protagoniste, sono relegate in un ambito domestico, prive di voce e di storia personale. Mortificate nel loro spazio mortifero tra cucina e fornelli.

Lila e Lenù : una donna allo specchio

Su tutti si levano le due protagoniste femminili, adolescenti, che, ad un occhio attento paiono rappresentare un unico corpo, una sola donna, un’unica immagine di donna vista attraverso lo specchio deforme di quella ‘condizione femminile’, ancora molto lontana dal profilarsi pubblicamente, per essere riconosciuta.

Un corpo con due anime contrapposte, due volti speculari, con due voci dai toni differenti, rabbia e violenza, rassegnazione e rivincita.

Un corpo attraversato dal silenzio e dal rumore, per nascondere le proprie fragilità e le proprie insicurezze. Un corpo in cui la femminilità ora esplode come un uragano, ora si nasconde per paura di mostrarsi, ma è un corpo attraversato da una sottile, quanto pervasiva, similitudine culturale, in cui mancanza e cupidità si mescolano, per dar vita alla loro piccola storia, fatta di pezzi di niente.

Perché ‘mancanza’ non è solo povertà di mezzi, ma di affetto, accoglienza, amorevolezza, riconoscimento. Un’adolescenza dove la delusione e il rifiuto hanno preso il posto dell’abbraccio e dell’accoglienza produce cicatrici.

Piccole ma profonde ferite dell’anima, che strutturano un modo di essere sempre più svincolato dalle richieste, guidato verso una fredda e staccata autonomia emotiva, indotta da situazioni e circostanze negative, non scandite da situazioni piacevoli, ma da abbandoni e disconoscimenti emotivi.

Una mancanza dunque profonda che non permette alcuna stabilità emotiva, né la costruzione di quei modelli affettivi di attaccamento, utili per la realizzazione del proprio mondo emotivo.

Lila e Lenù: pezzi di niente

Pezzi di niente senza fili conduttori, senza legami, senza confini, così sembrano delinearsi le loro vite. In una precarietà quotidiana di un divenire fatiscente, dove non c’è posto per alcun sentimento certo, se non la voglia di ritrovarsi per riconoscere a se stesse una benché minima umanità, che a tratti sentono sgretolarsi e farsi distante.

Due ritratti di donne apparentemente in antitesi, da una parte c’è la buona e cortese fanciulla, remissiva e obbediente ai dettami della scuola, della famiglia e del gruppo dei pari, dall’altra la travolgente e ribelle fanciulla, amazzone in un mondo di maschi violenti e prevaricatori, di cui non accetta la seduttività, se non nell’accezione di servirsene, per sopravvivere alla loro vacuità.

Il sentimento amoroso a tratti veleggia, travolgendo come un turbine le loro vite, senza tra l’altro consentire alcuna costruzione emotivamente importante per nessuna delle due fanciulle. Non è un caso che si infatuino dello stesso uomo, per il quale vivranno la sofferenza della perdita.

L’elemento sempre presente è la mancanza, che si dipana come un filo conduttore sulle loro vite, che anche quando sembra aver soddisfatto e colmato un bisogno, avanza crediti, inesorabili e taglienti, con la vita.

Due figure di donna, che ritraggono l’ambivalenza femminile, quella stessa che ha caratterizzato la vita delle donne per millenni.

La donna ‘strega’ e ‘santa’, ovvero quella peccaminosa e quella senza macchia.

Due aspetti della femminilità che si delineano al di là degli stereotipi, che ancora oggi si fa fatica ad eliminare, perché anche quando il riscatto sociale e il raggiungimento di stati di soddisfazione personale sembrano avanzare, riemerge da lontano una condizione di debolezza emotiva, come un fantasma che raccoglie le loro anime prigioniere di un’infanzia priva di una propria memoria.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ainsworth M. D. (2006) Modelli di attaccamento e sviluppo della personalità. Scritti scelti. Cortina Raffaello Editore
  • Bowlby J. (2000) Attaccamento e perdita vol.2 La separazione dalla madre, Bollati Boringhieri
  • Ferrante E.(2011) L’amica geniale vol. 1. Editore  E/O
  • Ferrante E. (2012) Storia del nuovo cognome. L'amica geniale vol.2 Editore  E/O
  • Camaioni L. & Di Blasio P. (2007) Psicologia dello sviluppo. Il Mulino
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Piccole donne 2019 Recensione e riflessioni sulla condizione femminile Featured
Piccole donne: ritratto della condizione femminile e delle sue sfide sempre attuali nella società odierna

Piccole donne racconta le complessità che le donne devono affrontare nelle società e non propone un modello ideale ma diverse sfumature dell'essere donna

ARTICOLI CORRELATI
Emozioni, effetto esposizione e familiarità nell’ascolto di una canzone

La familiarità con una canzone e l'effetto esposizione sembrano favorire il nostro apprezzamento verso di essa

Psicopatia e disturbo antisociale di personalità: un’analisi clinica e cinematografica dei disturbi

Discriminare tra la psicopatia e il disturbo antisociale di personalità tramite il supporto di parallelismi cinematografici

WordPress Ads
cancel