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Istrionici e schizoidi: l’effetto delle emozioni su parametri neurofisiologici

E' stato indagato in che modo le diverse emozioni influenzano l’attività cerebrale nei pazienti con disturbo istrionico e disturbo schizoide di personalità

Di Virginia Armellini

Pubblicato il 11 Mar. 2020

Tra i disturbi di personalità, il disturbo istrionico e il disturbo schizoide possono essere considerati ai due estremi di un continuum che prende in considerazione l’espressività e l’inibizione.

 

Nello specifico, secondo il DSM-5 (APA, 2013), il disturbo schizoide di personalità è caratterizzato da una mancanza di interesse per le relazioni sociali e affettive, freddezza emotiva, distacco o affettività appiattita, mancanza di piacere nell’esperienza sessuale e per le attività sociali di gruppo. Il disturbo istrionico, al contrario, è caratterizzato da manifestazioni esagerate di emotività, eccessiva ricerca di attenzione, egocentricità, ricerca di attenzione, mancanza di considerazione per gli altri, auto-drammatizzazione e comportamento eccessivamente seduttivo e provocante.

Il presente studio (Wang et al., 2020), si pone l’obiettivo di indagare in che modo le diverse emozioni influenzano l’attività cerebrale nei pazienti con disturbo di personalità istrionico e schizoide. L’evidenza neuropsicologica di base è che le strutture cerebrali coinvolte nella regolazione emotiva comprendono sia il tronco encefalico che le aree corticali e subcorticali coinvolte nell’attività somatica e visceromotoria complessa (Dolan, 2002). Il metodo utilizzato è la soppressione esterocettiva (exteroceptive suppressions – ES) dell’attività muscolare temporale, in cui vengono stimolate le afferenze sensoriali del tronco encefalico portando ad un’interruzione temporanea dell’attività muscolare volontaria; la soppressione avviene in due fasi, una precoce (ES1) e una tardiva (ES2). Le aree cerebrali vengono sollecitate con stimoli emotivi esterni sia positivi (es. felicità, eccitazione) che negativi (es. disgusto, tristezza, paura). Gli stimoli usati nello studio consistevano nella presentazione di immagini e suoni; sono stati utilizzati elettrodi per la registrazione di superficie.

Il campione comprendeva 37 volontari sani che costituivano il gruppo di controllo, 18 pazienti con disturbo schizoide di personalità e 17 pazienti con disturbo istrionico di personalità facenti parte del gruppo sperimentale; i soggetti erano equilibrati per genere e avevano un’età media compresa tra i 18 e i 25 anni.

I partecipanti erano invitati a completare tre questionari:

  • The Mood Disorder Questionnaire (MDQ, Hirschfeld et al., 2000): composto da 13 items a risposta dicotomica (si/no) indaga la presenza di sintomi e comportamenti correlati alla mania e all’ipomania.
  • The Hypomania Checklist-32 (HCL-32, Angst et al., 2005): composto da 32 items a risposta dicotomica (si/no) che valutano la presenza di sintomi ipomaniacali. In particolare, ai soggetti è chiesto di rispondere a quesiti relativi alle loro emozioni, pensieri, comportamenti, ma anche riguardo alla durata dei sintomi e all’impatto che essi hanno avuto nella famiglia e nella vita lavorativa e sociale.
  • The Plutchik – van Praag Depression Inventory (PVP, Plutchik& van Praag, 1987): consiste in 34 items che indagano la presenza di sintomi depressivi.

Dai risultati emerge che i punteggi medi dei test erano significativamente differenti tra il gruppo di controllo e i due gruppi sperimentali. Nello specifico, il PVP presentava punteggi più alti nei pazienti schizoidi, mentre l’MDQ e l’HCL-32 erano più alti nei pazienti con disturbo istrionico di personalità, rispetto al gruppo di controllo. In accordo con la letteratura, gli schizoidi si situano su un versante più introverso, depresso e ritirato; mentre gli istrionici si collocano sul versante dell’eccitazione e l’espressività. Infatti, l’attività cerebrale degli schizoidi era maggiore, rispetto al gruppo di controllo, se l’immagine o il suono presentato richiamava l’emozione di tristezza o paura; al contrario, i pazienti istrionici erano maggiormente sollecitati dagli stimoli erotici. In altre parole, la durata di ES2 era maggiore negli schizoidi alla presentazione di stimoli negativi e nei soggetti istrionici alla presentazione di stimoli postivi, rispetto ai soggetti sani. A livello neuropsicologico, si è evidenziata una disfunzione del sistema cortico-cerebrale associata ai diversi stimoli emotivi esterni nei differenti gruppi.

Lo studio presenta diversi limiti. In primo luogo, sono stati coinvolti solo pazienti schizoidi e con disturbo istrionico di personalità; il reclutamento di soggetti con altri tipi di disturbi della personalità aiuterebbe a confermare i presenti risultati. In secondo luogo, sono state utilizzate solo cinque emozioni come stimoli esterni, altre come sorpresa, rabbia o disprezzo potrebbero mostrare effetti interessanti sui parametri neurofisiologici di questi pazienti. In terzo luogo, la dimensione del campione in ciascun gruppo era piccola; sarebbero necessari ulteriori studi che confermassero le attuali scoperte.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Wang, C., Shao, X., Jia, Y., Zhang, B., Shen, C., & Wang, W. (2020). Inhibitory brainstem reflexes under external emotional-stimuli in schizoid and histrionic personality disorders. Personality and Individual Differences, 158, 109843.
  • DSM-5 American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders. Arlington: American Psychiatric Publishing.
  • Angst, J., Adolfsson, R., Benazzi, F., Gamma, A., Hantouche, E., Meyer, T. D., ... & Scott, J. (2005). The HCL-32: towards a self-assessment tool for hypomanic symptoms in outpatients. Journal of affective disorders, 88(2), 217-233.
  • Dolan, R. J. (2002). Emotion, cognition, and behavior. science, 298(5596), 1191-1194.
  • Hirschfeld, R. M., Williams, J. B., Spitzer, R. L., Calabrese, J. R., Flynn, L., Keck Jr, P. E., ... & Russell, J. M. (2000). Development and validation of a screening instrument for bipolarspectrum disorder: the Mood Disorder Questionnaire. American Journal of Psychiatry, 157(11), 1873-1875.
  • Plutchik, R., & Van Praag, H. M. (1987). Interconvertability of five self-report measures of depression. Psychiatry Research, 22(3), 243-256.
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