Non chiamateci matti, ma persone: avviciniamoci con curiosità, non perdiamo di vista l’unicità al di là di ogni categoria diagnostica, non dimentichiamoci che oltre la sofferenza umana c’è una storia di vita piena di emozioni.
E così Davide Coita, racconta la sua storia. Un’infanzia complicata: a 10 anni la madre inizia a soffrire di Sclerosi Multipla, alle elementari diventa vittima di bullismo e viene affetto dal ‘mal-di scuola’. Poi l’adolescenza, periodo di cambiamenti: appassionato di politica e in prima fila a rappresentare i diritti degli studenti. Più avanti l’università, il primo trenta in Diritto Costituzionale. L’estate della pubertà stava finendo quando iniziarono le prime crisi anticipate già da alcune vicissitudini di vita: l’allontanamento dagli amici di sempre, i cambiamenti repentini nei suoi progetti di vita, una convivenza con i famigliari sempre più difficile, le lunghe giornate trascorse nella sua taverna. Così, la lunga stagione degli accessi al Pronto Soccorso, la diagnosi di bipolarismo e i ricoveri nel reparto di SPDC.
L’autore racconta la sua avventura, dando voce anche a professionisti e facendo cogliere al lettore la sofferenza del disagio psichico che coinvolge un intero sistema ponendo la luce sulle due facce della medaglia: se da un lato vuole raccontare la sua storia e promuovere una battaglia di civiltà intenta a superare lo stigma sociale e la ‘psichiatrizzazione’ delle persone, dall’altra esprime i suoi timori dettati dal pregiudizio dopo questa ‘etichetta che si è appiccicato in fronte’.
Un libro per gli esperti del settore, per i pazienti e per i loro famigliari. Una lettura emozionante, a tratti pungente. Di certo da leggere tutta d’un fiato.