Quando si ha a che fare con il Disturbo da Uso di Cannabis nei giovani adulti non si nota come questi siano propensi a manifestare sintomi depressivi. Esiste un rapporto di causalità tra questi due fenomeni?
I giovani adulti con un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, sono la categoria di popolazione con il più alto tasso di disturbo da uso di cannabis (CUD; Substance Abuse and Mental Health Services Administration, 2018). Inoltre, sono meno propensi rispetto alle altre fasce d’età a richiedere interventi psicologici finalizzati al trattamento del disturbo (Wu, Zhu, Mannelli, & Swartz, 2017).
I giovani adulti, sono anche più propensi a soffrire di episodi depressivi maggiori rispetto al resto della popolazione (SAMHSA, 2018). Uno studio condotto da Feingold e colleghi nel 2015 ha sottolineato una relazione bidirezionale tra utilizzo di cannabis e sintomi depressivi e ricerche successive (es. Hanna, Perez, & Ghose, 2017) hanno indagato sulla causalità di questo rapporto, individuando una propensione degli utilizzatori di cannabis a sviluppare, a causa della sostanza, disturbi depressivi.
Il presente studio (Mason, 2020) si è posto l’obiettivo di indagare, in un campione composto da 100 partecipanti con CUD tra i 18 e i 25 anni, l’influenza dei sintomi depressivi sull’efficacia del trattamento. I partecipanti erano infatti stati sottoposti, tramite un programma chiamato Peer Network Counseling-txt (PNC-txt; Miller & Rollnick, 2012), a un trattamento personalizzato che consiste in interviste motivazionali focalizzate sulle interazioni sociali e ambientali. Il campione è stato randomizzato in un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo.
Sono stati presi in considerazione i dati demografici, l’utilizzo di cannabis nei trenta giorni precedenti al trattamento tramite PNC-txt, i test delle urine (precedentemente effettuato ai fini del trattamento) e i sintomi depressivi (Mason, 2020).
I risultati hanno mostrato che soggetti con un livello di depressione sotto-soglia, hanno ridotto la frequenza di utilizzo di cannabis nel corso dei tre mesi dello studio. Coloro che invece soffrivano di sintomi depressivi più gravi, non ha mostrato modificazioni nell’utilizzo di cannabis. Infine, coloro che sostenevano di aver ridotto l’utilizzo di marijuana (ovvero i partecipanti con depressione sotto-soglia) non mostravano, a tre mesi di distanza, risultati positivi al test delle urine.
Lo studio dimostra quanto sia importante concentrarsi sia sull’utilizzo di cannabis sia sugli eventuali sintomi depressivi quando si trattano giovani adulti con un CUD tramite una terapia focalizzata su interviste motivazionali (Mason, 2020).