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La ripresa dell’attività sessuale post-partum tra pazienti OASIS: differenze tra parto spontaneo e parto vaginale operativo

La presenza di OASIS sembra ritardare la ripresa dell'attività sessuale nelle donne che si sono sottoposte a parto spontaneo.

Di Virginia Armellini

Pubblicato il 08 Gen. 2020

Le lesioni ostetriche dello sfintere anale (OASIS) sono lacerazioni perianali che possono avvenire in seguito al parto vaginale e comportano conseguenze anatomiche e funzionali che possono influenzare notevolmente l’attività e la funzione sessuale.

 

Lo scopo del presente studio era indagare la ripresa dell’attività sessuale e le variabili che influenzano questa attività a sei mesi dopo il parto, in pazienti con o senza OASIS, analizzati in base alla modalità di parto: parto spontaneo (SD) o parto vaginale operativo (OVD). Nello specifico, il parto vaginale operativo prevede l’applicazione alla testa del feto del forcipe o di una ventosa per gestire la seconda fase del travaglio e facilitare il parto.

La ricerca era di tipo osservazionale, trasversale e case-control, in cui erano presenti due gruppi: il gruppo sperimentale (costituito dalle donne con una storia di OASIS) e il gruppo di controllo (composto dalle donne senza una storia di OASIS). Il campione finale comprendeva 318 donne: 140 con OASIS primaria riparata e 178 donne senza OASIS. Sono stati raccolti dati demografici e ostetrici, allattamento al seno e sintomi di incontinenza urinaria e anale. Le pazienti sono state interrogate sulla ripresa dell’attività sessuale e hanno completato il questionario self-report specifico per i disturbi del pavimento pelvico nelle donne, ossia il prolasso degli organi pelvici e l’incontinenza urinaria: il Pelvic Organ Prolapse/Urinary Incontinence Sexual Questionnaire-12 (PISQ-12).

In generale, i risultati mostrano che la percentuale di pazienti con ripresa dell’attività sessuale a sei mesi dal parto era del 73%, senza differenze statisticamente significative tra i gruppi OASIS rispetto a quelli non OASIS. Tuttavia, sono state osservate delle differenze importanti quando è stata considerata la modalità del parto. Tra le donne senza OASIS che hanno avuto un parto spontaneo, il 98% ha ripreso il rapporto intimo a sei mesi dopo il parto. Sorprendentemente, dopo un OVD, il gruppo OASIS sembra riprendere l’attività sessuale prima del gruppo non OASIS. Questi risultati sono stati confermati confrontando le due diverse modalità di parto, indipendentemente dalla storia di OASIS, osservando che le donne con SD hanno ottenuto punteggi PISQ-12 più alti rispetto a quelli con OVD. Infine, per quanto riguarda l’influenza delle variabili demografiche e cliniche prese in considerazione, il modello di regressione logistica multivariata ha mostrato che solo l’età materna al momento del parto ha ottenuto un punteggio statisticamente significativo nella percentuale della ripresa dell’intimità; nello specifico le donne con età maggiore mostrano la percentuale più bassa. Inoltre, l’analisi ha mostrato che un parto vaginale operativo, rispetto a quello spontaneo, ha un’influenza negativa sul punteggio del questionario in relazione all’allattamento al seno. Questi risultati suggeriscono un evidente ruolo dello stato ormonale e di altri fattori soggettivi nella funzione sessuale post-partum.

Studi recenti hanno evidenziato che l’uso dell’episiotomia medio-laterale è associato ad una riduzione del tasso OASIS, in donne primipare e non. L’episiotomia è l’incisione della vulva e del perineo per ampliare il fondo della vagina e l’anello di tessuto perineale, finalizzata ad accorciare la seconda fase del parto e prevenire la produzione di rotture di terzo e quarto grado che richiedono una più complessa incisione chirurgica dopo l’intervento, ed ha un postoperatorio più difficile e doloroso. Allo stesso tempo, essa si utilizza per evitare un eccessivo allungamento dei muscoli del perineo, che a lungo tempo potrebbe provocare un prolasso genitale e incontinenza urinaria.

Inoltre, anche il peso del neonato è stato considerato un fattore di rischio per l’OASIS e, quindi, le donne con OASIS hanno partorito neonati più grandi di quelli senza OASIS. Infine, lo studio dimostra che la strumentazione utilizzata nel parto vaginale operativo provoca il più importante danno al pavimento pelvico, soprattutto nelle donne primipare e anche il tipo di strumento usato (es. forcipe o pinza) sembra essere significativamente correlato alla funzione sessuale.

Altri fattori di rischio che potrebbero influenzare la ripresa del rapporto intimo sono l’incontinenza urinaria e anale (fuoriuscita incontrollata di feci o gas, spesso presente nelle donne dopo il parto); pertanto, le donne con OASIS e sintomi di incontinenza urinaria (UI) e anale (AI) più gravi, hanno riportato una funzione sessuale peggiore dopo il parto e dopo il ritorno all’intimità. Infatti, indipendentemente dall’OASIS, anche i sintomi dell’IA sono stati associati a disturbi sessuali. Nel presente studio, è stato riscontrato che il danno perineale che causa sintomi di IA dovuti ad OASIS, o OVD senza OASIS, sembra avere una maggiore influenza sulla ripresa dell’attività sessuale.

Nonostante l’elevata prevalenza di sintomi di disfunzione del pavimento pelvico a sei mesi dopo il parto, compresi i disturbi sessuali, le donne spesso evitano di cercare un aiuto professionale a causa dell’imbarazzo e, solo una piccola percentuale di donne con AI, riferisce questi sintomi ad un medico di medicina generale o ad un reparto di uroginecologia.

Una prospettiva futura del presente studio potrebbe essere l’estensione del periodo del follow-up e l’approfondimento delle domande effettuate alle pazienti, non limitandosi soltanto a chiedere se e quando è avvenuta la ripresa dell’attività sessuale. Sarebbe stato interessante includere nel campione anche donne che hanno effettuato un cesareo, e quindi un’ulteriore modalità di parto. La ricerca ha diversi limiti: essendo uno studio case-control, non è stato possibile calcolare la prevalenza dei sintomi nei sottogruppi di pazienti e, a causa della trasversalità dello studio, non sono state ottenute informazioni su potenziali disfunzioni sessuali e disturbi della salute mentale prima e durante la gravidanza o in relazione ad altri fattori sociali e psicologici. Anche l’uso del questionario scelto per la ricerca potrebbe essere considerato un limite, in quanto è specifico per l’incontinenza urinaria ma non per l’incontinenza anale, per cui si potrebbe approfondire questa condizione e la sua influenza nel rapporto intimo. Inoltre, l’aggiunta dell’indice di funzione sessuale femminile o un’intervista face-to-face semistrutturata, anziché una singola misurazione del funzionamento sessuale con PISQ-12, avrebbe fornito una valutazione più valida e più completa del funzionamento sessuale. I principali punti di forza, invece, sono le grandi dimensioni del campione e l’analisi dettagliata in base alla modalità di parto, incluso un gran numero di parti con il forcipe.

In conclusione, una storia di OASIS ritarda la ripresa dell’attività sessuale tra le donne con SD. Tuttavia, una storia di OVD sembra avere un impatto maggiore su tale decisione, riflettendo in tal modo gli effetti a lungo termine di gravi traumi perineali e pelvici sulla sessualità post-partum.

 

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