expand_lessAPRI WIDGET

Adolescenti senza tempo (2018) di M. Ammaniti – Recensione del libro

'Adolescenti senza tempo', un viaggio tra le teorie del passato e i comportamenti digitali come canali per la ricerca di una nuova immagine di sé

Di Rossana Piron

Pubblicato il 06 Nov. 2019

Adolescenti senza tempo offre un interessante contributo all’analisi del cambiamento negli anni del concetto di adolescenza, proponendo un viaggio che coniuga teorie del passato e nuove ricerche.

 

Nel libro Adolescenti senza tempo, Massimo Ammaniti, psicoanalista e professore onorario dell’Università la Sapienza di Roma, offre un ricco contributo nell’esaminare il cambiamento negli anni del concetto di adolescenza, a partire dagli studi dei primi anni del ‘900 ai giorni nostri.

Sarebbe infatti anacronistico, per chi si relaziona con gli adolescenti di oggi, cercare chiavi di lettura nei libri di psicologia degli ultimi 50 anni, che fanno riferimento ad adolescenti contestualizzati in una società che non ha più nulla a che fare con la nostra società attuale. Per supportare questo punto di vista, Ammaniti accompagna il lettore in un viaggio interessante nelle teorie del passato, che parte dalla pubblicazione di Stanley Hall nel 1904 del suo manuale, che sancisce la nascita concettuale dell’adolescenza, per passare agli scritti di Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, dell’anno successivo, dove ha dedicato una parte alle trasformazioni della pubertà. In particolare si sofferma sulle teorie di Hall, confrontandole con le ricerche recenti sulla biologia e sullo sviluppo neurocerebrale che contraddistinguono questa fase della vita. L’aspetto contestualista viene proposto riprendendo il famoso studio di Margaret Mead sugli adolescenti dell’isola di Samoa e più recentemente l’idea di un cervello “culturalizzato” dell’antropologa Suparna Choudhury.

Il terzo capitolo è dedicato al famoso caso di Dora di Freud, che si legge sempre con grande piacere, per passare al quarto capitolo con gli scenari del dopoguerra, caratterizzati dall’irrompere di una gioventù ribelle e sovversiva, rappresentata nel mondo del cinema, con film che hanno segnato la storia come Gioventù Bruciata e Il seme della violenza, e nella letteratura degli anni ’50, con il famoso Il giovane Holden di J.D. Salinger. Da qui avviene una profonda linea di demarcazione nel modo giovanile, che inizia un movimento di separazione dal nido genitoriale, per avvicinarsi a un senso di identità gruppale, dove il ragazzo può sperimentare un nuovo senso di appartenenza, come viene raccontato nel quarto capitolo del libro insieme a storie di adolescenti, come il caso di Adriano.

Oggi sembra difficile, se non impossibile, inquadrare gli adolescenti nell’ottica delle generazioni precedenti. L’era digitale dei social network, a partire dalla generazione dei millennials, ha cambiato le carte in tavola nella costruzione del senso di identità di gruppo, lasciando spesso gli adolescenti di oggi smarriti e soli, con una grande difficoltà a costruire relazioni con i pari autentiche e nelle quali crescere attraverso un confronto costruttivo. Anche su questo tema vengono proposti diversi esempi clinici, con una chiave di lettura psicoanalitica e rivolta al bisogno narcisistico dei nuovi adolescenti di trovare un equilibrio tra il bisogno di identificazione e crisi di identità. Un’adolescenza che in alcuni casi sembra non avere mai fine. Il nono capitolo è dedicato alle caratteristiche ormonali e cerebrali tipiche di questa fase della vita, che possono portare in modo transitorio a un “disallineamento dello sviluppo” e che si può manifestare attraverso la messa in atto di comportamenti a rischio. Prendendo spunto da ricerche recenti, Ammaniti propone una disamina del comportamento digitale e dell’uso dei social network come canale per la ricerca di una nuova immagine di sé, mettendo in luce i rischi che ciò può comportare. L’ultimo capitolo è dedicato ai genitori, con i loro vissuti di smarrimento e senso di impotenza dai quali spesso vengono travolti, incapaci di trovare risposte di fronte a questi nuovi scenari.

Un libro molto interessante e ricco di spunti sui quali riflettere, su un argomento che appartiene a tutti noi, pur facendo parte di una generazione ormai démodé.

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Rossana Piron
Rossana Piron

Tecnico di Riabilitazione Psichiatrica, Psicologa clinica

Tutti gli articoli
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • M. Ammaniti (2018). Adolescenti senza tempo. Raffaello Cortina Editore
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Stadio operatorio formale l adolescente nella teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget
Lo stadio operatorio formale: chi sono? – Gli adolescenti tra pensiero e identità

L' adolescente formula pensieri partendo non più solo dai dati concreti: Piaget definisce questa fase, che va dai 12 anni in poi, stadio operatorio formale

ARTICOLI CORRELATI
All I want for Christmas is Truth. Scoprire che Babbo Natale non esiste è traumatico?

Quando i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste? Verso gli 8-9 anni (ma vi è un’estrema variabilità). Come avviene questa scoperta? 

Slacktivism: di cosa si tratta? Quando l’attivismo online può diventare dannoso

Sostenere cause sociali tramite l’attivismo online può fornire un aiuto prezioso, ma attenzione allo slacktivism, una forma superficiale e disinteressata di supporto

WordPress Ads
cancel