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EMDR e Disturbi Sessuali (2019) E. Isola e B. Maccarrone – Recensione del libro

EMDR e Disturbi Sessuali: confermata l'efficacia di una terapia flessibile, ma che si avvale di protocollo rigoroso, per il singolo e per la coppia.

Di Cristiana Chiej

Pubblicato il 02 Ott. 2019

Chi lavora in ambito sessuologico sa che muoversi nella complessa dimensione della sessualità umana comporta grandi sfide. Il sintomo è spesso la manifestazione di difficoltà più ampie e nello stesso tempo richiede una preparazione e un trattamento specifico e mirato. 

 

Gli ultimi anni hanno visto il diffondersi di molti contributi che hanno portato a una rapida evoluzione nel campo della sessuologia, con la definizione di approcci sempre più orientati ad un’ottica multidisciplinare, che vedono il tentativo di illustrare la complessità della risposta sessuale e la costante e reciproca interazione tra fattori biologici e psicosociali. Corpo, emozioni, vissuti e pensieri sono, infatti, parte di un’unità psicosomatica inscindibile. E’ proprio questa l’ottica in cui si muove il volume, proponendo l’utilizzo dell’EMDR, strumento terapeutico dalla reputazione ormai consolidata, nell’ambito del trattamento delle disfunzioni sessuali come parte integrante di un più ampio sistema di intervento.

Come emerge certamente dall’esperienza clinica, e sottolinea anche la recente letteratura, le esperienze traumatiche ricoprono un ruolo importante nell’eziologia dei disturbi sessuali ed è necessario disporre di strumenti adeguati che permettano di lavorare in questo ambito garantendo sicurezza ed efficacia. Trattare disturbi sessuali di origine traumatica richiede, infatti, molta cautela poiché, come ci insegna l’ormai ricchissima letteratura in merito, le memorie traumatiche sono registrate implicitamente, a livello di schema corporeo: l’esposizione prevista dalla terapia mansionale, approccio molto diffuso ed efficace nel trattamento dei disturbi sessuali, in questi casi potrebbe essere ri-traumatizzante e riattivare memorie traumatiche.

Problemi complessi richiedono soluzioni integrate e l’esigenza di arricchire la cassetta degli attrezzi del clinico trova piena realizzazione nella proposta delle autrici, che non suggeriscono un’alternativa radicale al panorama attuale dell’intervento sessuologico, ma, proponendo un protocollo EMDR specifico da integrare nel trattamento dei disturbi sessuali, offrono uno strumento prezioso e perfettamente inserito nell’ottica multidisciplinare e articolata che vede al centro la persona nella sua individualità.

La prima parte di EMDR e Disturbi Sessuali ha come obiettivo una maggiore comprensione della sfera sessuale, illustrando brevemente la storia della sessuologia nel suo percorso storico, culturale e clinico che sempre di più ha portato verso un approccio integrato ai problemi sessuali e descrivendo abbastanza dettagliatamente, pur senza pretese di esaustività, i vari disturbi sessuali secondo la nuova categorizzazione proposta dal DSM-5. Le autrici analizzano la multifattorialità delle disfunzioni sessuali e sottolineano gli aspetti rilevanti di cui tener conto nella valutazione clinica e nell’impostazione del trattamento, riconoscendo, in linea con la novità introdotta dal DSM-5, le differenze di genere sottolineate dalla recente letteratura.

I capitoli centrali vogliono offrire una sintesi delle conoscenze attuali sul trauma e sulla terapia EMDR come trattamento di elezione per affrontare e risolvere le conseguenze a breve e lungo termine di esperienze traumatiche. Particolare attenzione è riservata all’impatto di esperienze interpersonali traumatiche occorse in età evolutiva che per la loro precocità, gravità e pervasività condizionano lo sviluppo successivo dell’individuo, rappresentando un fattore di rischio molto importante per lo sviluppo di patologie fisiche e psicologiche. Sono illustrate in modo abbastanza dettagliato le conseguenze dell’abuso sessuale infantile e ne vengono delineati i sintomi psicologici e comportamentali osservabili a seguito dell’evento e gli sviluppi traumatici successivi, anche in termini di disturbi sessuali.

In questo quadro clinico l’EMDR rappresenta certamente un grande strumento nelle mani del clinico per accedere ai ricordi traumatici, rielaborarli e portarli a una risoluzione adattiva. Nonostante i meccanismi alla base del suo funzionamento siano ancora ampiamente dibattuti e oggetto di studi in corso, l’efficacia dell’EMDR è ormai nota e dimostrata, tanto che è oggi considerato uno dei trattamenti ‘evidence-based’ inserito in molte linee guida internazionali. Anche le disfunzioni sessuali di origine traumatica possono dunque beneficiare di uno strumento così potente: il paziente impara ad entrare in connessione col proprio corpo e col sintomo sessuale che racconta, a volte più di molte parole, le esperienze traumatiche, imparando a dare spazio a questi vissuti e ad integrarli all’interno di una narrazione più organizzata e completa.

L’ultima parte di EMDR e Disturbi Sessuali è certamente la più interessante dal punto di vista clinico e offre un contributo originale e prezioso per la sessuologia. I capitoli finali, infatti, sono dedicati all’applicazione dell’EMDR al trattamento delle problematiche sessuali individuali e della coppia. Il protocollo è descritto dettagliatamente, con particolare attenzione per le fasi 1 e 2, illustrandone le specificità in questo ambito di intervento. L’obiettivo è la definizione di linee guida fondamentali per il trattamento delle disfunzioni sessuali con l’EMDR, all’interno della cornice concettuale della teoria dell’attaccamento. Le autrici accompagnano il clinico nelle fasi più delicate del lavoro, fornendo strumenti e indicazioni preziose per la raccolta delle informazioni, l’identificazione dei target e la formulazione del complesso e articolato piano terapeutico, che può prevedere, a seconda nelle necessità del singolo paziente, l’integrazione di diversi approcci e figure professionali.

Tenendo conto del fatto che questi pazienti provengono spesso da storie di sviluppo traumatiche, fortemente correlate con la presenza di aspetti dissociativi, in questa proposta si inserisce anche il lavoro sulle parti, che fa riferimento alla teoria della dissociazione strutturale della personalità di Van der Hart, Nijenhuis e Steele (2011). Pur non avendo ricevuto uno spazio definito e riconosciuto all’interno della classificazione nosografica ufficiale, è infatti ampiamente condiviso dai clinici e ricercatori esperti nel trauma che la presenza di ripetute esperienze negative precoci, in particolar modo all’interno della relazione di attaccamento, esita in un quadro clinico complesso caratterizzato dalla presenza di una dissociazione interna fra parti o “stati dell’Io” che prendono alternativamente posto al centro della scena mentale della persona. Non è dunque possibile raggiungere quella sintesi che consente di sentire di essere “Io”, una persona al cui interno albergano stati mentali e vissuti diversi, a volte in contraddizione, ma comunque integrati e in reciproca connessione.

L’EMDR può essere uno strumento prezioso per favorire il dialogo interno tra le parti (Gonzales e Mosquera, 2012), aiutando a risolvere progressivamente la fobia tra di esse che mantiene la dissociazione. Anche nel protocollo per il trattamento dei disturbi sessuali di origine traumatica, dunque, trova spazio questo tipo di lavoro e offre al clinico la possibilità di intervenire con maggiore efficacia. Un aiuto prezioso proposto come parte integrante del lavoro con pazienti traumatizzati è anche la procedura “Occhi amorevoli” (Knipe , 2012) che si propone, attraverso un dialogo interno guidato dal terapeuta e accompagnato da set di stimolazioni bilaterali, di sostenere il paziente nello sviluppo di una maggiore connessione fra parti reciprocamente fobiche. Anche l’utilizzo del disegno, sempre proposto da Knipe, può essere uno strumento importante per dare forma ad aspetti traumatici legati ai disturbi sessuali e affrontare le delicate emozioni a essi correlate.

A fare da sostegno alla proposta, sono illustrati due casi clinici (uno di terapia individuale e uno di terapia di coppia) in cui si descrive dettagliatamente l’intervento di cui l’EMDR costituisce l’asse portante, ma che si articola in modo complesso, cucito sulle esigenze delle singole persone, integrando eventuali altri strumenti terapeutici in un’ottica di maggiore efficacia clinica. Anche in questo ambito, dunque, la terapia EMDR sembra confermare la propria versatilità e la propria efficacia, permettendo di lavorare in modo complesso, ma organico, seguendo un filo che dà al clinico la possibilità di avvalersi di un protocollo rigoroso, ma allo stesso tempo flessibile e perfettamente modulabile sulle specifiche necessità del singolo paziente e della singola coppia.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  •  Isola E., Maccarrone B. EMDR e Disturbi Sessuali (2019). Astrolabio Ubaldini
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