Le allucinazioni uditive nei pazienti schizofrenici hanno un impatto devastante nella vita del paziente. Studiarne le basi biologiche potrebbe risultare fondamentale per ridurre il disagio ed il peso che questa patologia comporta.
Alcuni disturbi psicotici, come la schizofrenia, sono caratterizzati da sintomi positivi quali deliri ed allucinazioni. In particolare, tra le varie tipologie di allucinazioni, quelle uditive (sentire voci) sono le più diffuse fra i pazienti e generalmente compaiono fra l’adolescenza e la giovane età adulta. Il paziente con allucinazioni uditive riferisce, ed è convinto, di sentire voci che parlano di lui o con lui in assenza di uno stimolo sensoriale presente nella realtà. Appare intuibile l’impatto devastante che questa condizione apporta nella vita del paziente, concretizzandosi, nei casi più estremi, con la messa in atto di azioni violente o suicidarie. Studiare le basi biologiche delle allucinazioni uditive potrebbe risultare fondamentale per ridurre il disagio ed il peso che questa patologia comporta. A tal proposito, un recente studio ha confrontato l’organizzazione tonotopica della corteccia uditiva in pazienti schizofrenici, aventi allucinazioni uditive ricorrenti, con pazienti sani. I risultati indicano una sostanziale differenza nell’organizzazione tonotopica della corteccia uditiva tra il gruppo sperimentale e quello di controllo.
Lo studio ha coinvolto un campione di 38 partecipanti, 16 pazienti schizofrenici e 22 sani, i quali sono stati sottoposti all’ascolto di alcuni suoni. Attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica ad alto campo, è stato possibile valutare l’attività cerebrale dei partecipanti durante l’ascolto delle frequenze sonore. Sembrerebbe che i pazienti, rispetto ai controlli, mostrino un’anomalia nell’organizzazione tonotopica della corteccia uditiva ed una sua alterata, nonché aumentata, attivazione. Per organizzazione tonotopica si intende la mappatura delle frequenze sonore della corteccia uditiva, che risulterebbe“confusa” nei pazienti schizofrenici ed “ordinata” nei pazienti sani.
Dunque, sembrerebbe che le allucinazioni uditive abbiano alla base delle anomalie nell’organizzazione funzionale della corteccia uditiva che predisporrebbero, fin dalle prime fasi di vita, i pazienti al sintomo. Difatti, la mappatura tonotopica si stabilisce già nell’utero e nell’infanzia, molto prima dell’insorgere dei sintomi psicotici. Questo permetterebbe di identificare precocemente individui vulnerabili all’insorgere della sintomatologia allucinatoria uditiva, consentendo agli specialisti della salute mentale di agire sui sintomi prima che diventino gravi, supportando così il paziente nel complicato percorso della malattia.