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Buone relazioni con amici e partner possono influenzare positivamente l’autostima di individui timidi

Avere relazioni di buona qualità con amici e partner risulta influenzare positivamente l’autostima e il senso di sé degli individui timidi.

Di Giulia Giribono

Pubblicato il 19 Set. 2019

Data l’importanza delle relazioni con gli altri per la costruzione del sé, è possibile che avere relazioni soddisfacenti e di buona qualità possa influenzare positivamente l’autostima e il senso di sé per coloro che le intrattengono

 

Quando gli individui entrano nella prima età adulta, periodo di vita che si attesta tra i 18 e i 29 anni, si trovano a doversi confrontare con nuove sfide dettate anche dal maggior livello di indipendenza e autonomia dalla famiglia di origine.

Se alcune persone fioriscono in questo particolare periodo di vita confrontandosi con nuove situazioni sociali, ad esempio in ambito universitario, lavorativo o relazionale, altre faticano ad adattarsi al cambiamento. Il confronto con situazioni sociali nuove può indurre in generale ansia e nervosismo, ma per coloro che sono caratterizzati da ritiro sociale, l’inserimento in nuovi contesti può creare livelli di ansia e apprensione tali da compromettere il loro benessere, le loro probabilità di successo e la loro autostima. Il ritiro sociale non può essere definito come semplice timidezza: esistono infatti motivazioni differenti che spingono gli individui a evitare il contatto sociale con gli altri.

In particolare, Asendorpf (1990) ha illustrato quali siano le motivazioni sottostanti che possono portare gli individui al ritiro sociale: gli individui timidi desiderano interagire con gli altri ma allo stesso tempo esperiscono forte ansia e paura, vivendo quindi un conflitto interno che li porta all’evitamento delle situazioni sociali, mentre gli individui evitanti non desiderano interagire con gli altri e al contempo evitano le situazioni sociali. Sia il sottotipo timido che quello evitante sono risultati associati a problematiche internalizzanti, in particolare a una bassa autostima, e a relazioni con i pari di scarsa qualità durante l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta. Data l’importanza delle relazioni con gli altri per la costruzione del sé, è possibile che avere relazioni soddisfacenti e di buona qualità possa influenzare positivamente l’autostima e il senso di sé per coloro che le intrattengono piuttosto che per coloro che hanno relazioni di qualità inferiore.

In uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Relationship Research è stato quindi analizzato il possibile ruolo moderatore che le relazioni di buona qualità con amici, partner e genitori potrebbero avere sul legame tra ritiro sociale e bassa autostima in giovani adulti caratterizzati da ritiro sociale. Clifford e colleghi (2019) hanno reclutato per lo studio 519 studenti universitari provenienti da quattro differenti atenei negli Stati Uniti, ai quali sono stati fatti compilare questionari riguardanti le motivazioni sottostanti il ritiro sociale, l’autostima e la qualità delle proprie relazioni.

Al termine delle analisi è stato rilevato che sia il sottotipo timido che quello evitante risultavano associati a un livello inferiore di autostima e a relazioni di qualità inferiore, confermando quanto già riportato da altre ricerche. E’ stato evidenziato inoltre che avere relazioni di buona qualità con amici e partner risultava influenzare positivamente l’autostima e il senso di sé degli individui timidi, ma tale effetto moderatore non ha trovato conferma per quanto riguarda gli individui evitanti. La causa di questa mancata conferma può essere individuata nella presenza di alta motivazione all’evitamento e di bassa motivazione all’approccio rispetto alle situazioni sociali riportate dagli individui evitanti, la cui autostima dipende quindi probabilmente da altri fattori.

Avere relazioni di buona qualità con le figure genitoriali non è risultato influenzare significativamente il legame tra ritiro sociale e autostima nei giovani adulti, sottolineando come i pari assumano un ruolo primario in questa fase dello sviluppo individuale mentre i genitori risultino gradualmente meno determinanti per l’adattamento e il benessere dei giovani adulti.

La ricerca di Clifford e colleghi (2019) sottolinea quindi il ruolo fondamentale svolto dalle relazioni con i pari nella vita di giovani adulti caratterizzati in particolare da timidezza e mette in luce come il ritiro sociale costituisca un costrutto complesso e multisfaccettato che necessita di essere ulteriormente approfondito.

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