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Disturbo dello spettro autistico e bullismo tra fratelli: caratteristiche del fenomeno

Un recente studio ha cercato di indagare la probabilità che bambini con autismo vivano episodi di bullismo con i propri fratelli, siano essi vittime o bulli

Di Gaia Butti

Pubblicato il 30 Ago. 2019

Bullismo tra fratelli e autismo: in un recente studio, pubblicato sul Journal of Autism and Developmental Disorders, gli autori hanno cercato di indagare se i bambini con autismo abbiano maggiori probabilità di essere vittime oppure di ricoprire il ruolo di bulli con i propri fratelli rispetto ai bambini neurotipici.

 

Il bullismo tra fratelli ha le stesse conseguenze di qualsiasi altra forma di bullismo, il fatto che nasca all’interno del sistema familiare ci spinge però a voler prestare ancora maggiore attenzione all’identificazione e alla gestione di tale fenomeno.

Avere una buona relazione con i propri fratelli è molto importante poiché aiuta i bambini a sviluppare le abilità sociali e ad avere una relazione supportiva; nonostante ciò una relazione fraterna può anche diventare conflittuale e aggressiva.

Nel Regno Unito circa l’85% dei bambini ha almeno un fratello, più del 50% dei bambini è stata vittima di bullismo da parte dei loro fratelli e circa il 40% dei fratelli commetteva atti di bullismo.

Il bullismo tra fratelli è definito come qualsiasi comportamento aggressivo indesiderato da parte di un fratello, ciò comporta uno squilibrio di potere osservato o percepito e si ripete più volte o è altamente probabile che si ripeta; il bullismo può causare danni o angoscia al fratello preso di mira, inclusi danni fisici, psicologici o sociali.

È importante sottolineare che questi comportamenti spesso avvengono sotto l’occhio di uno dei due genitori.

Disturbo dello spettro autistico: fenomeni di bullismo tra fratelli

Il disturbo dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorder-ASD) è un disturbo pervasivo dello sviluppo che colpisce circa l’1% della popolazione del Regno Unito. Questo disturbo è caratterizzato da difficoltà sociali e di comunicazione, da comportamenti ripetitivi e da un’alta sensibilità agli stimoli sensoriali. I bambini con autismo sperimentano difficoltà sociali ed emotive rispetto ai bambini neurotipici, in più molti hanno anche difficoltà nelle interazioni sociali, come ad esempio conversare e deficit nella comunicazione non verbale.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Autism and Developmental Disorders, condotto dai ricercatori della Università di York, vuole indagare se i bambini con autismo abbiano maggiori probabilità di essere vittime oppure di ricoprire il ruolo di bulli con i propri fratelli rispetto ai bambini neurotipici.

I dati utilizzati per la ricerca appartengono al Millennium Cohort Study, progetto che ha seguito le vite di circa 19.000 bambini, nati in UK, tra il 2000 e il 2001. Il campione di questo studio è composto da 8.180 partecipanti, di cui 231 autistici (gruppo sperimentale) con un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni.

Ai bambini partecipanti viene chiesto con quale frequenza commettono o subiscono atti di bullismo con i loro fratelli e coetanei.

Lo studio evidenzia che, all’età di 11 anni, due terzi dei bambini con autismo riferiscono di essere stati coinvolti in qualche forma di bullismo tra fratelli, rispetto alla metà dei bambini senza autismo. Nonostante si sia registrata una diminuzione di atti di bullismo in entrambi i gruppi (gruppo di controllo e sperimentale) all’età di 14 anni, i bambini con autismo avrebbero comunque una probabilità maggiore sia di essere le vittime sia di commettere atti di bullismo verso i propri fratelli.

Secondo lo studio, i bambini coinvolti in atti di bullismo tra fratelli, indipendentemente dal fatto che siano affetti o meno da autismo, avrebbero maggiori probabilità di incorrere in difficoltà emotive e comportamentali sia nel lungo che nel breve termine.

Quindi..

Dal momento che il bullismo tra fratelli colpisce in modo sproporzionato i bambini con autismo, per il futuro sarebbe utile avere più risorse per aiutare i bambini con autismo e i loro genitori, in particolare nell’identificare e nel gestire i comportamenti di bullismo in casa, soprattutto all’inizio dell’infanzia.

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