I disturbi alimentari presentano un’alta morbilità, tuttavia possono essere difficili da diagnosticare. Solitamente sono caratterizzati da comportamenti alimentari disturbati che si associano alla preoccupazione del peso e della forma corporea.
Comunemente le persone affette dai disturbi alimentari sono giovani e molto vulnerabili, si mostrano incerti sulla loro possibile guarigione e molto spesso il loro trattamento risulta difficile.
Spesso le persone con disturbi alimentari possono “passare inosservate”, ritardando così il tempo di diagnosi e il trattamento, influenzando, di conseguenza, la prognosi a lungo termine.
Disturbi alimentari: i numeri che descrivono la patologia in UK
I costi sanitari per i disturbi alimentari riguardanti il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito (NHS) sono stati stimati aggirarsi intorno ai 3,9-4,6 miliardi di sterline.
È stato calcolato che circa 1,6 milioni di persone nel Regno Unito soffrono di disturbi alimentari, tuttavia sembra che questo numero sia sottostimato poiché molte persone non chiedono e non cercano aiuto. Inoltre, le diagnosi di disturbi alimentari sono aumentate del 15% tra il 2000 e il 2009.
Uno studio pubblicato recentemente sul British Journal of Psychiatry, condotto dal gruppo di ricercatori del Royal College of Psychiatrists, ha avuto come scopo quello di indagare i disturbi alimentati riguardanti la popolazione UK in termini di incidenza, comorbilità e sopravvivenza.
Per lo studio si sono utilizzati i documenti sanitari elettronici riguardanti le cartelle dei medici di base e i ricoveri giornalieri in Galles e nel Regno Unito; i presenti documenti appartenevano alla banca dati Secure Anonymised Information Linkage (SAIL).
I ricercatori hanno indagato la frequenza delle diagnosi in comorbilità, le eventuali prescrizioni mediche e i controlli 2 anni prima e 3 anni dopo la diagnosi, infine hanno eseguito le analisi riguardanti il tasso di sopravvivenza.
Il campione era composto da 15558 soggetti (1363 maschi e 14195 femmine, tra i 10 e i 65 anni), a cui era stato diagnosticato un disturbo alimentare (anoressia nervosa, bulimia nervosa, altro disturbo alimentare) tra il 1990 e il 2017. L’incidenza ha raggiunto il picco tra il 2003 e il 2004, 24 per 100000 individui.
Cosa comporta un disturbo alimentare: comorbilità e prognosi
Le persone con disturbi alimentari mostravano alti livelli di comorbilità con un altro disturbo mentale, circa il 4.32 volte in più rispetto alla popolazione sana, e presentano tassi di morbilità e mortalità per cause esterne quasi il 2.92 volte in più rispetto alla popolazione sana.
È emerso che ai soggetti con diagnosi di disturbi alimentari venivano prescritti farmaci che agivano sul sistema nervoso centrale (circa 3.15 volte in più), farmaci gastrointestinali (circa 2.61 volte in più), farmaci dietetici (circa 2.42 volte in più) prima della diagnosi. Queste prescrizioni eccessive rimanevano tali anche dopo 3 anni dalla diagnosi. Il tasso di mortalità era più alto nei soggetti a cui era stata diagnosticata l’anoressia nervosa.
Sebbene l’incidenza dei disturbi alimentari diagnosticati sia relativamente bassa nella popolazione, è importante sottolineare che il tasso di morbilità e mortalità a lungo termine sia piuttosto rilevante.