expand_lessAPRI WIDGET

L’effetto delle esperienze avversive precoci sull’alterazione dell’espressione genica con conseguenze sulla salute mentale adulta: cronicità ed effetto recency quanto impattano? – FluIDsex

Le esperienze avversive precoci possono avere effetti duraturi sull’epigenetica con coseguenze a livello di vulnerabilità e salute mentale.

Di fluIDsex, Greta Riboli

Pubblicato il 05 Giu. 2019

Secondo alcuni ricercatori, gli effetti di esperienze avversive precoci e ripetute aumentano in base al numero di esperienze avute, con un’ipotesi di recency, in cui si ipotizza che gli effetti delle avversità siano più forti quando gli eventi si sono verificati di recente.

 

Uno studio del Massachusetts General Hospital (MGH) ha indagato la vulnerabilità dei bambini minori di tre anni agli effetti delle avversità precoci. La vulnerabilità a tali esperienze avversive precoci è stata indagata nei profili epigenetici di questi bambini, ovvero nell’alterazione dell’espressione genica in seguito ad esperienze di povertà, abuso, instabilità familiare.

Il principale ricercatore dedicatosi allo studio è Erin Dunn, assistente professore di Psicologia presso il dipartimento di Psichiatria della Harvard Medical School.

Gli effetti delle esperienze avversive precoci sul DNA

Studi condotti sia su animali sia su esseri umani hanno svelato come esperienze avversive precoci possono avere effetti duraturi sull’epigenetica. Tali studi hanno riportato differenze nella metilazione del DNA di persone che hanno vissuto esperienze avversive stressanti precoci o meno.

In particolare, il presente studio è stato progettato con l’obiettivo di verificare l’ipotesi che ci siano periodi sensibili durante i quali le eventuali avversità di vita siano associate a cambiamenti significativi nella metilazione del DNA. Inoltre, i ricercatori dello studio hanno confrontato l’ipotesi di accumulo di esperienze avversive precoci, in cui gli effetti degli eventi stressanti aumentano in base al numero di esperienze, con un’ipotesi di recency, in cui si ipotizza, invece, che gli effetti delle avversità siano più forti quando gli eventi si sono verificati di recente.

I dati utilizzati nel seguente studio sono quelli raccolti per il Longitudinal Study of Parents and Children, uno studio inglese iniziato negli anni ’90. In questo studio, i partecipanti genitori hanno riportato regolarmente molti aspetti relativi alla salute e alle esperienze di vita dei propri figli, reclutati come partecipanti allo studio prima della propria stessa nascita. Attualmente i dati riguardano un sottogruppo di oltre 1000 coppie madre-bambino, selezionate casualmente, e da cui erano stati eseguiti profili di metilazione del DNA dei bambini alla nascita e all’età di 7 anni.

Nella selezione del campione oggetto di studio furono ritenute esperienze avversive precoci e dunque come tali vennero registrate, l’esposizione ripetuta nel tempo alle seguenti esperienze stressanti: abuso da parte di un genitore, di un altro caregiver o di chiunque altro; la malattia mentale di una madre; vivere in una famiglia monoparentale; l’instabilità familiare; lo stress finanziario familiare; svantaggio della zona o povertà.

È emerso che la maggior parte dei cambiamenti nella metilazione erano associati a quando l’esperienza stressante aveva avuto luogo. Inoltre, le avversità prima dei 3 anni hanno avuto un impatto significativamente maggiore sulla metilazione rispetto alle avversità nelle età da 3 a 5 o da 5 a 7.

Gli eventi più impattanti furono i seguenti: svantaggio della zona, seguito dallo stress finanziario della famiglia, dall’abuso sessuale o fisico e dal vivere in una famiglia monoparentale.

Sebbene le esperienze della prima infanzia avessero i maggiori effetti, le avversità in età avanzata non furono prive di impatto. I risultati più significativi riguardano alterazioni nel “periodo vulnerabile” (fino ai 3 anni), ma non vengono esclusi effetti correlati alla cronicità/accumulo delle esperienze e di recency, infatti dai risultati emerge che due dei siti in cui la metilazione risultava alterata erano associati alla frequenza delle esperienze avversive e al loro essere recenti.

In conclusione

I risultati del presente studio suggeriscono che i primi tre anni di vita possono essere un periodo particolarmente importante per plasmare i processi biologici che danno luogo a condizioni di salute mentale. Quando tali risultati vengono replicati, essi implicano che dedicare interventi a bambini che hanno sperimentato avversità nei primi tre anni, possono aiutare a ridurre il rischio a lungo termine di problemi, quali depressione.

Sostiene Dunn, sottolineando l’importanza del fatto che altri ricercatori possano replicare lo studio:

Sarebbe inoltre interessante esaminare l’interazione di effetti di accumulo e recency con i tempi di esposizione ed effettuare la raccolta e l’analisi dati su un numero più alto di partecipanti.

Indubbiamente un maggior numero di informazioni a riguardo potrà arricchire le conoscenze sull’argomento e guidare la progettazione di un più solido canale preventivo.


 

HAI UNA DOMANDA? 9998 Clicca sul pulsante per scrivere al team di psicologi fluIDsex. Le domande saranno anonime, le risposte pubblicate sulle pagine di State of Mind.

La rubrica fluIDsex è un progetto della Sigmund Freud University Milano.

Sigmund Freud University Milano

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Abuso infantile: l'uso dell'intelligenza artificiale a tutela dei minori
L’ intelligenza artificiale può aiutare ad identificare casi di abuso infantile?

L'uso dei moderni strumenti di intelligenza artificiale nell'individuazione di casi di abuso infantile è ampiamente dibattuto. Se da un lato permetterebbero un intervento tempestivo, dall'altro le informazioni usate da questi algoritmi potrebbero esacerbare i pregiudizi verso alcune comunità o gruppi etnici.

ARTICOLI CORRELATI
A porte chiuse (2022) di Floriana Lunardelli - Recensione del libro
A porte chiuse. Violenza domestica e dipendenza affettiva (2022) di Floriana Lunardelli – Recensione

Il saggio "A porte chiuse" descrive e analizza un fenomeno in continua crescita: la violenza domestica, soprattutto a carico di donne e minori

Dipendenza affettiva patologica e violenza nelle relazioni intime 
Un modello cognitivo delle Dipendenze Affettive Patologiche e della Violenza nelle Relazioni Intime 

La dipendenza affettiva patologica è una condizione relazionale in cui uno o entrambi i partner hanno comportamenti abusivi, controllanti o manipolativi

WordPress Ads
cancel