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Il ruolo dell’olfatto nella relazione affettiva

Sempre più studi confermano il ruolo dell'olfatto nella scelta del partner e nel mantenimento della relazione sentimentale e dell'intimità sessuale

Di Giulia Samoré

Pubblicato il 24 Mag. 2019

Aggiornato il 26 Giu. 2019 11:02

Quale ruolo gioca l’ olfatto nel mantenimento di una relazione sentimentale? Gli esseri umani, cosi come le altre specie che abitano il pianeta, hanno avuto necessità di dispositivi endogeni in grado di fornire informazioni utili a decifrare l’ambiente circostante, per interagire con questo in funzione delle sue caratteristiche peculiari e per svolgere tutte quelle attività che ne assicurano la sopravvivenza.

 

Così, la conformazione dell’occhio di un’aquila le consente di percepire la variazione cromatica ed il movimento di una preda a più di 3,5 km di distanza; l’ecolocalizzazione consentita dal radar dei pipistrelli permette loro di muoversi e cacciare nel buio totale; l’udito sopraffino della tarma della cera (dai 30 ai 300kHz) si è evoluto per consentirle di sfuggire al suo predatore più temibile, captando frequenze inconcepibili per l’orecchio umano (che si assesta sui 30 kHz).

Per lungo tempo si è guardato alla nostra specie come svantaggiata dal punto di vista sensoriale, se messa a confronto con l’arsenale altamente performante di altri animali: è questo il caso per quanto riguarda la nostra capacità olfattiva.

Olfatto: quanto è sviluppato il nostro rispetto a quello degli animali?

Le dimensioni del nostro bulbo olfattivo sono notevolmente ridotte se confrontate con quelle delle altre specie, motivo che ha spinto il neurologo Paul Broca nell’Ottocento, ad ipotizzare un’atrofizzazione di tale area in favore dei lobi frontali, sedi del linguaggio e del pensiero, evolutivamente più recenti e pivotali nell’evoluzione della nostra specie. Studi di genomica dei primi anni duemila sembrarono ulteriormente supportare tale concezione, riscontrando come su 1000 geni che codificano recettori olfattivi, solo 390 diventassero realmente attivi, rimanendo tutti gli altri degli “pseudogeni” non trascritti. Contrariamente a tali premesse, oggi riconosciamo all’Uomo una capacità osmica che è stimata sul triliardo di tracce olfattive, ampliando non solo la gamma di odori riconosciuti, ma anche le informazioni che tali tracce veicolano e da ultimo, il ruolo che l’ olfatto possa giocare nella nostra esistenza.

Olfatto: quanto incide nella scelta del partner

Una recente review a opera di Mahmut & Croy (2019) ha avuto il merito di raccogliere le conclusioni di innumerevoli studi che si sono proposti di indagare il ruolo degli odori corporei nelle varie fasi di una relazione sentimentale, sia in soggetti dall’ olfatto inalterato che in individui anosmici o iposmici (condizioni congenite o acquisite). Il primo stadio, quello della selezione del partner, favorisce l’utilizzo delle informazioni veicolate dagli odori corporei, grazie anche alla vicinanza fisica ricercata attivamente dai membri della coppia in questa fase. Lübke, Hoenen & Pause nel 2012 hanno riscontrato come individui dal differente orientamento sessuale mostrassero pattern di attivazione cerebrale maggiori nell’annusare una maglietta impregnata del sudore di un individuo compatibile con le proprie preferenze, discriminando con successo un potenziale match; oltre al sesso del potenziale partner, il sudore contiene altre informazioni rilevanti nella scelta di un compagno, come il suo profilo immunologico, ovvero la capacità di combattere i patogeni inscritta nel suo DNA: in natura viene generalmente favorito l’accoppiamento tra esemplari con un Complesso Maggiore di Istocompatibilità (MHC) dissimile.

Wedekind, Seebeck, Bettens e Paepke (1995), così come Havlíček, Roberts e Flegr (2005) hanno confermato la capacità delle donne umane di discriminare tale caratteristica basandosi su tracce olfattive; inoltre, diversi studi (Wedekind et al., 1995; Roberts, Gosling, Carter & Petrie, 2008; Sorokowska, Pertowski, Schafer, Kromer, Schmidt, Sauter…et Croy, 2018) hanno scoperto come tale capacità risulti mediata nella popolazione femminile dall’assunzione di contraccettivi orali ormonali. Sebbene sia ancora dibattuto il ruolo del testosterone maschile nell’influenzare la preferenza osmica nella donna, sembrerebbe chiara una netta tendenza nello scegliere gli odori corporei di uomini dall’aspetto “dominante”, preferenza che fluttua in funzione dello stato coniugale della donna in questione e dalla fase dell’estro in cui essa si trova. Conversamente, Singh & Bronstad (2004), Havlíček, Dvořáková, Bartoš & Flegr (2006), Gildersleeve, Haselton, Larson & Pillsworth (2012), hanno riscontrato come l’uomo abbia una netta preferenza per l’odore delle donne che si trovino in fase ovulatoria rispetto a qualsiasi altra fase del ciclo mestruale.

Olfatto: ci aiuterebbe a scegliere un partner sano

Ancora, il sudore contiene informazioni sullo stato di salute dell’individuo, così come riscontrato da Olsson, Lundström, Kimball, Gordon, Karshikoff, Hosseini, Sorjonen, Olgart Höglund,Solares & Soop (2014), che hanno iniettato endotossina (composto che segnala la presenza di un infezione) in soggetti altrimenti sani, ottenendo quella che può essere vista come una “risposta immunitaria comportamentale”, ossia una risposta di evitamento dei presunti malati da parte dei soggetti sperimentali. In soggetti con anosmia e iposmia sia congenita che non, sono stati riscontrati tassi di depressione e di disagio sociale maggiore rispetto ai soggetti normodotati, così come un ridotto desiderio sessuale (Gudziol, Wolff‐Stephan, Aschenbrenner, Joraschky & Hummel, 2009; Schäfer, Mehler, Hähner, Walliczek, Hummel & Croy, 2019). Questo è in linea con la letteratura, che vede gli incontri sessuali valutati più positivamente da parte di quei partecipanti con un’acuità olfattiva maggiore (Bendas, Hummel, Croy, 2018).

La fase di mantenimento ha invece un focus differente, incentrato sulla costruzione dell’intimità emotiva, investimento relazionale sul lungo termine e senso di sicurezza: gli studi riportati da Mahmut e Croy decretano come la maggioranza degli individui (77%) abbia in questa fase valutato l’odore del proprio partner come gradevole o molto gradevole (Croy, Frackowiak, Hummel & Sorokowska, 2017), preferendolo inoltre all’odore di estranei (Sorokowska, Pietrowski, Schäfer, Kromer, Schmidt, Sauter,… & Croy, 2018), tanto da avere un effetto calmante e rassicurante, se usato in modo consolatorio, ad esempio annusando indumenti o cuscino del partner in sua assenza (McBurney, Shoup & Streeter, 2006). Un ulteriore ruolo degli odori potrebbe essere quello di mediare la sintonizzazione emotiva tra gli individui: Prehn-Kristensen, Wiesner, Bergmann, Wolff, Jansen, Mehdorn, Ferstl & Pause (2009) hanno riscontrato come essere esposti a del sudore prodotto durante uno stato ansioso elicitasse nei soggetti sperimentali un’attivazione di quelle regioni che modulano una risposta empatica (e.g. insula, corteccia cingolata), contrariamente a quanto avvenisse in presenza di sudore da sforzo; o come dimostrato da Gelstein, Yeshurun, Rozenkrantz, Shushan, Frumin, Roth & Sobel (2011), l’esposizione al solo odore di lacrime di soggetti femminili pare essere in grado di deflettere l’arousal, abbassare il livello di testosterone e in generale di ridurre l’attivazione delle aree che modulano l’attivazione sessuale nell’uomo.

Olfatto: quando finisce una relazione sentimentale, anche l’odore ha il suo peso

Sebbene ancora non vi siano stati studi specifici sul ruolo degli odori corporei nella fase di interruzione di un rapporto, l’expertise di terapeuti di coppia e psichiatri riporta aneddoticamente di come sul termine della relazione sentimentale sia estremamente comune che un partner non tolleri più l’ odore del (ex)compagno: potrebbe in questo caso trattarsi di un “effetto alone negativo”, laddove caratteristiche temperamentali e personologiche che risultano insostenibili rendono intollerabile anche l’ odore della persona stessa. Basandoci sulla letteratura fin qui citata, la gradevolezza di un odore può essere influenzata da oscillazioni ormonali (ad esempio un contraccettivo orale), indizi di malattia ed altri fattori, ma è facile intuire come l’esperienza soggettiva di disgusto, seppure non computato razionalmente, possa da ultimo spingere all’evitamento del contatto fisico e dell’intimità sessuale (Andrews, Crone, Cholka, Cooper & Bridges, 2015), con prevedibili ripercussioni nefaste sul rapporto, incrementando inoltre la possibilità di ingaggiare in relazioni extra-diadiche.

Il mondo Occidentale sembra aver ingaggiato una guerra contro gli odori, che vengono quotidianamente neutralizzati e coperti da fragranze artificiali per il corpo, per gli indumenti, per gli ambienti: i risultati raccolti da Mahmut e Croy (2019), svelano invece, con le dovute limitazioni dovute ai rispettivi disegni sperimentali, come l’ olfatto giochi un ruolo cruciale nella nostra vita sociale ed interpersonale, che resta ancora ampliamente da svelare in ricerche future.

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