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Il rapporto con i figli adottivi: affrontare i momenti di crisi

Nei momenti di crisi è importante che i genitori trovino un compromesso fra accogliere e comprendere i comportamenti dei figli adottivi e saperli contenere.

Di Susanna Fontani

Pubblicato il 17 Apr. 2019

Aggiornato il 08 Mag. 2019 13:00

I disagi maggiori per i figli adottivi iniziano generalmente nel periodo adolescenziale. Il ragazzo inizia a prendere consapevolezza della sua condizione e la volontà di “ri-conoscere” le proprie radici diventa spesso insostenibile.

 

Periodi in cui il rapporto genitori-figli assume aspetti critici possono capitare indifferentemente sia nel caso di figli biologici che di figli adottivi. Con questi ultimi, però, diventa particolarmente importante una corretta gestione della relazione. Quelli che, a un occhio poco attento, potrebbero sembrare semplici ribellioni adolescenziali, infatti, possono nascondere un disagio psicologico che deve essere assolutamente compreso e accolto. Solo così sarà possibile aiutare il ragazzo a superare il problema, creando le giuste basi per vederlo essere, un giorno, un adulto indipendente e sereno.

Figli adottivi: la ricerca di un passato che non esiste

I disagi maggiori per i figli adottivi iniziano generalmente nel periodo adolescenziale. Il ragazzo inizia a prendere consapevolezza della sua condizione e la volontà di “ri-conoscere” le proprie radici diventa spesso insostenibile. Molte volte, anche volendo rispondere alle sue insistenti domande, non è possibile essere d’aiuto perché i genitori nemmeno conoscono i particolari di quella che era la sua vita prima dell’adozione. Il tribunale, infatti, è tenuto ad informare i genitori adottivi solo “di fatti rilevanti” che riguardano il passato del figlio.

Si può assistere impotenti, in questo periodo, a profonde crisi del ragazzo che invece ha bisogno, senza nemmeno rendersene conto, di trovare un modo per “testare” l’amore e l’attaccamento che i genitori adottivi nutrono per lui. Le carenze di informazione che possiede riguardo al suo passato lo rendono più sensibile e più soggetto alla paura di sentirsi rifiutato. Metterà in atto allora dei comportamenti “ribelli”, che altro non sono che un tentativo inconscio di dimostrare a se stesso che i suoi genitori lo amano indipendentemente dal suo modo di essere, dal suo modo di comportarsi e di rapportarsi a loro. Questo avviene un po’ in tutti i ragazzi adolescenti, ma nel caso dei figli adottivi può essere una fase molto evidente, capace di mettere a dura prova gli equilibri familiari.

Questa dinamica si accentua nel caso di bambini adottati già in età scolare o quando i tratti somatici sono molto differenti da quelli dei genitori, come nel caso di bambini che provengono da un altro continente.

Qual è il ruolo del genitore in questo delicato momento? Padre e madre devono riuscire in un delicato compito: trovare il giusto compromesso fra accogliere e comprendere i comportamenti del figlio adottivo, e il saperli frenare e contenere. I genitori non devono cedere ai comportamenti di sfida e scoraggiarsi, ma nemmeno combatterli con eccessiva coercizione.

In questo delicato rapporto, i genitori si trovano ad affrontare due difficoltà:

  • La paura di perdere l’amore del figlio;
  • La difficoltà di accettare la propria impotenza di fronte alle difficoltà del figlio adottivo.

Quest’ultimo punto è molto importante, perché implica che anche i genitori intraprendano un lavoro di consapevolezza su se stessi, riconoscendo di non poter alleviare la sofferenza e l’inquietudine del figlio sempre e comunque. Sarà invece possibile condividere con lui questi momenti di “gestazione del dolore” con fiducia nella potenzialità relazionale.

L’importanza di essere sinceri con i figli adottivi

Per prevenire le crisi che possono vivere i figli adottivi, ormai gli studiosi sono concordi nell’affermare l’importanza di essere sempre sinceri con il proprio figlio.

Nascondere la verità sull’adozione per poi rivelarla di punto in bianco al figlio adottivo è un comportamento che può rivelarsi deleterio. I genitori pensano, così facendo, di salvaguardare il più possibile il figlio da possibili disagi, in realtà rischiano di fargli vivere vere e proprie crisi psicologiche. Il figlio adottivo vive il momento della rivelazione come una perdita di fiducia nei suoi genitori, che gli hanno mentito fino a quel momento sulle sue origini. La sincerità è alla base per mantenere una relazione basata sul rispetto e sulla fiducia reciproca.

Questo è anche quanto traspare dalle testimonianze dei figli adottivi. Le famiglie che sono state capaci, durante la crescita del ragazzo, di integrare nella più totale credibilità il racconto sul suo arrivo in famiglia, vivono in età adulta un rapporto molto migliore e più stabile con il figlio, che ha maggiori possibilità di accettare con serenità la sua condizione vivendola positivamente.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive Affidatarie. Gli aspetti fondanti del rapporto adottivo – I figli si raccontano.
  • Conti, P. (2018). Il mito delle proprie origini. Bambini e genitori adottivi alle preso con la costruzione della propria storia. Roma: Magi Edizioni.
  • Pas Bagdali, M. (2002). Chi è la mia vera mamma? Come superare turbamenti e difficoltà nella relazione tra genitori e figli adottivi. Milano: Franco Angeli Editore.
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