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Guarda sotto la superficie: i corsi di subacquea che ci insegnano il valore della diversità

Frequentare dei corsi di subacquea si rivela un utile strumento di integrazione sociale per le persone che soffrono di disabilità fisica o psichica

Di Diletta Bufo

Pubblicato il 18 Apr. 2019

Corsi di subacquea per bambini (dagli 8 anni in su) con sindrome di Down, sindrome dell’X Fragile, autismo, deficit sensoriali, alterazione della comunicazione, paralisi cerebrale infantile o altre forme di ritardo mentale. Anche gli adulti con disabilità sono i benvenuti e, naturalmente, vengono formati gruppi omogenei per età, in modo da favorire la socialità.

 

Guarda sotto la superficie: non lasciarti sfuggire la qualità o il valore intrinseco delle cose

 

Così scriveva Marco Aurelio, filosofo e imperatore romano, nell’opera Colloqui con se stesso, nel 180. Le sue sono parole che non dovrebbero invecchiare mai. Fermarsi all’apparenza è l’errore che, a volte, commettiamo quando abbiamo di fronte una persona con disabilità. Per mancanza di conoscenza tendiamo a caratterizzare quella persona sulla base, esclusivamente, della sua “diversità”.

Per abbattere la diffidenza e, soprattutto, per rendere la vita del disabile uguale a quella di tutti gli altri, è nato un corso di subacquea, per adesso unico in Italia, per bambini e adulti che soffrono di disabilità fisica o psichica.

Il merito della brillante idea è di Aqua Project Firenze, un’associazione di volontariato del capoluogo toscano, formata da un’équipe di istruttori subacquei e psicologi.

Disabilità e subaquea: Aqua Project Firenze

Il corso ha durata di due mesi, si svolge tutti i giovedì nella piscina del CTO dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi (Firenze) e si conclude con un’immersione in mare, ad Antignano (Livorno). L’immersione in acque libere, seppure a profondità minima, richiede ad ogni ragazzo un impegno particolare per la completa diversità dall’abituale ambiente, sopra e sotto l’acqua, i pesci, la corrente, la temperatura, le distrazioni.

Pensare di immergere un bambino con disabilità psichica con muta e bombole in piscina può sembrare un’utopia. Non è così. È dalla proposta di Luca Fiaschi, oggi responsabile sub del progetto, dal titolo “Tutti sott’acqua”, che molti disabili si sono avvicinati all’attività subacquea, con entusiasmo e ottenendo soddisfazioni.

Ci piace pensare alla disabilità – sono convinti i promotori dell’iniziativa – come ad un qualcosa in più che appartiene alla persona, ma che non fa la persona, non la determina e non la definisce in tutto quello che è.

Il metodo dell’associazione Aqua Project Firenze è stato apprezzato anche dalla Regione Toscana, con la quale, da tempo, è in atto una convenzione. “Tutti sott’acqua” nasce nel 2008, soltanto con sei ragazzi, come forma di sperimentazione che mescola fasi di gioco e di lavoro, vista come riabilitazione psico-educativa attraverso la subacquea (PES, Percorsi psico-educativi subacquei).

Oggi, invece, si tratta di un metodo consolidato e il numero di partecipanti, ogni anno, è in crescita. La subacquea diventa, così, veicolo di integrazione sociale, sviluppando le dinamiche psicoeducative del lavoro di gruppo, per arrivare ad un miglioramento delle condizioni di vita, come confermano i genitori di tanti iscritti al corso.

I professionisti di Aqua Project Firenze accolgono bambini – dagli 8 anni in su – con sindrome di Down, sindrome dell’X Fragile, autismo, deficit sensoriali con alterazione della comunicazione, paralisi cerebrale infantile, o altre forme di ritardo mentale. Anche gli adulti con disabilità sono i benvenuti e, naturalmente, vengono formati gruppi omogenei per età, in modo da favorire la socialità.

Il percorso in piscina prevede varie fasi, a partire dalla presa di confidenza con l’acqua, dal divertimento, fino ad arrivare ad usare le attrezzature: i giovani indossano la muta, le pinne, impugnano la zavorra, e sono pronti per il tuffo in mare, sotto gli occhi attenti degli accompagnatori (ce ne sono due in acqua per ogni utente ed un supervisore sulla barca). Il team è composto da: Luca Fiaschi, Alberto Simonti, Giovanni Sereni, istruttori subacquei, Giulia Nuccioni e Lara Zannoni, psicologhe dell’età evolutiva e disabilità, Camilla Bing, Marco Moresi e Vincenzo Fundarò, accompagnatori.

È un percorso nuovo e speciale, – sostengono gli operatori – dove la diversità di ciascuno sfuma, lasciando spazio alle potenzialità di tutti: di noi istruttori e psicologi, come guide pronte a rispondere ed interpretare le esigenze di ciascuno, e dei ragazzi, sempre disposti a mettersi in gioco con i loro tempi e le loro particolarità, in un contesto di apprendimento e scambio continuo.

L’iniziativa è lodevole e ha già ottenuto buoni risultati: esperti e genitori notano un aumento dell’autostima, dell’autonomia e dell’espansività dei ragazzi. L’unione di subacquea adattata e disabilità psichica è stata per Aqua Project Firenze una scommessa che si può dire vinta.

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