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Salute mentale, territorio e psicoterapia: la tavola rotonda a San Benedetto del Tronto

All'inaugurazione della nuova sede di Studi Cognitivi di San Benedetto del Tronto, una tavola rotonda con esponenti di vari servizi della salute mentale

Di Giada Costantini

Pubblicato il 25 Mar. 2019

Come già scritto nell’articolo di Roberto Lorenzini, il primo marzo 2019 è stata ufficialmente inaugurata la nuova sede di Studi Cognitivi, che opera ormai da quasi un ventennio nelle Marche producendo cultura psicologica per tutto il territorio ed eventi formativi di rilievo nazionale e internazionale.

 

In occasione della tavola rotonda sul tema “Salute mentale, territorio e psicoterapia” a cui hanno partecipato esponenti di vari servizi della salute mentale presenti sul territorio del centro-Italia, si è toccato un tema a me caro: l’intrinseco rapporto tra l’uso e abuso di sostanze e le conseguenze dannose che ne derivano.

Salute mentale, territorio e psicoterapia: i dati sull’uso di sostanze

Vorrei riportare alcuni dati ISTAT in merito: le cifre parlano da sole. Le dimissioni ospedaliere dai dipartimenti di salute mentale con diagnosi di disturbi mentali associati a disturbi da uso di sostanze (doppia diagnosi), hanno avuto un incremento in questi ultimi anni, con numeri assoluti molto alti (circa 40 mila) e soprattutto con un aumento dei tassi di incidenza nella fascia di età più giovane, 15-24 anni, che è arrivato allo stesso livello degli adulti di 25-44 anni. L’allarme è anche maggiore per i ricoveri di urgenza, con diagnosi principale o secondaria relative a uso di droghe ed è sempre nella fascia d’età 15-24 anni che si registra la crescita più veloce dei consumi.

In generale, nel nostro Paese, il numero complessivo di accessi al Pronto Soccorso per motivi psichiatrici è pari a 585.087, e rappresenta circa il 2% del totale di accessi al PS. Il 6,8% degli accessi psichiatrici (39.785 accessi) è riconducibile a casi di alcolismo e tossicomanie. E questi dati trovano conferma anche in uno studio sui 273 clienti, tra i 18 e i 30 anni, di cinque club romani: il 78% riferiva un pregresso utilizzo delle cosiddette “nuove sostanze psicoattive” (NPS), mentre l’89% parlava di utilizzo corrente di cocaina.

Tutto ciò porta a un aumento di casi difficili e sempre più spesso ci troviamo di fronte a sintomi nuovi che ci trovano impreparati. C’è confusione su come gestire i nostri pazienti: ci si chiede se la presa in carico debba esser fatta dalla Psichiatria o dal Serd di competenza territoriale, se si tratta di una patologia psichiatrica o se siano gli effetti della sostanza assunta ad aver causato lo scompenso, se il trattamento può esser fatto in regime semiresidenziale o residenziale. Ci si chiede a quali sostanze psicoattive debba esser attribuito lo stato di intossicazione: in un mercato delle droghe che viaggia a una velocità più incalzante rispetto alle conoscenze scientifiche, le sostanze psicoattive utilizzate non sempre sono rilevabili ai comuni test tossicologici.

Salute mentale, terriorio e psicoterapia: il fabbisogno di supporto psicologico

A partire da queste considerazioni portate avanti all’unisono, si è sottolineata l’esigenza di elaborare linee-guida per l’organizzazione di interventi che tenga conto di una gestione “modernizzata” e integrata dei servizi e una politica di programmazione basata sulle evidenze scientifiche prodotte dalla letteratura di ricerca e clinica. Tuttavia, se la valutazione dell’efficienza va intesa come la capacità di un’organizzazione di massimizzare il rapporto tra i professionisti impiegati nelle attività ed i risultati ottenuti, non possiamo ignorare il bisogno di formare un’equipe in cui ci siano più figure professionali a unire le loro forze.

Con ciò, sarebbe importante prendere in considerazione la necessità di assumere più Psicologi nei Servizi affinché possa essere offerto un approccio sempre più integrato e specifico. In altre parole, credo che in questo momento di grande difficoltà economica per il nostro Paese, investire sulla figura dello psicologo significherebbe offrire un servizio mirato ai nuovi bisogni della salute mentale e, di conseguenza, risparmiare notevolmente sui costi futuri che le conseguenze di tale comorbilità, se non opportunamente trattate, potrebbero comportare: decorso e minore risposta ai trattamenti sia del disturbo psichico, sia dell’uso di sostanze, maggiore rischio di suicidio e di comportamenti violenti, incrementato rischio di patologie fisiche, di complicanze legali e di deriva sociale (disoccupazione, divorzi e separazioni, stigmatizzazione ed emarginazione). E, considerando che i dati ISTAT riportati sopra fanno riferimento ad anni addietro, direi che stiamo già pagando qualche conseguenza.

Con l’inaugurazione della nuova sede di Studi Cognitivi le Dott.sse Sassaroli e Mezzaluna hanno creato un’occasione in cui vecchie e nuove generazioni hanno ragionato sui nuovi bisogni emergenti, unendo gli anni di esperienza alla curiosità di chi si è appena formato con corsi aggiornati sulle ultime evidence-based.

Con questo articolo esprimo il mio augurio a tutti noi che operiamo nella salute mentale affinchè le riflessioni emerse in questo evento siano solo un punto di partenza per rispondere a queste urgenze che di certo non possiamo più ignorare.

 

 

Immagini dell’inaugurazione della nuova sede di Studi Cognitivi a San Benedetto del Tronto

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