expand_lessAPRI WIDGET

Il desiderio sessuale come fenomeno complesso, espressione di una personalità adulta: non solo riflesso fisiologico ma attribuzione di significato

Il desiderio sessuale è una funzione psichica superiore, non spiegabile unicamente in base ad un modello ormonale, biologico.

Di Maria Cristina Arpaia

Pubblicato il 15 Mar. 2019

Aggiornato il 25 Lug. 2019 11:22

Il desiderio sessuale: quest’oggetto misterioso. Sembra, infatti, non esistere una definizione univoca ed esaustiva del desiderio sessuale.

 

Il desiderio è, per sua natura, soggettivo e difficile da delimitare, né tanto meno si può misurare come una quantità. Tuttavia, alcuni autori hanno tentato di definirlo, per dare la percezione di tale dimensione umana – fuggevole e mutevole quanto si voglia – ma ormai ineludibile dalla discussione scientifica nelle riflessioni sulle fasi della risposta sessuale.

Etimologicamente, il termine ‘desiderio’ deriva dal latino ‘de’-‘sidus’ il cui significato letterale si può rendere con ‘dall’alto delle stelle’, con un movimento verso il basso inteso quale tentativo di attualizzare il ‘possesso’ o il raggiungimento di quanto agognato. Il desiderio, in generale, è una tensione verso l’appagamento delle esigenze essenziali dell’uomo, quindi anche di quelle sessuali.

Per Levin (1994) si tratta di uno strumento mentale attivato e insoddisfatto, variabile nell’intensità, provocato da stimoli esterni (attraverso gli organi di senso) o interni (attraverso l’immaginazione, la memoria, le capacità associative, e cognitive) che induce la sensazione di bisogno.

Quel che si intende sottolineare è che il desiderio sessuale è una funzione psichica superiore, non spiegabile unicamente in base ad un modello ormonale, biologico, come meccanica attualizzazione di fasi estrali, il cui stile espressivo è sì manifestazione delle caratteristiche biologiche, dell’ereditarietà, dello stato ormonale attuale, ma è altresì espressione della capacità – peculiarità esclusiva della specie umana – di dare significato al comportamento e rilevanza all’aspetto relazionale. Il desiderio nasce, infatti, da fattori biologici, psichici e relazionali.

Sesso e motivazione

Un notevole interesse suscita la posizione affatto originale di un autore, Schnarch, il quale descrive il desiderio sessuale come:

La forma più complessa di motivazione sessuale di tutti gli esseri viventi. È una combinazione di programmazione genetica e di variabili legate all’esperienza di vita, che producono le più sofisticate sfumature e varietà di sesso sulla faccia del pianeta.

Fondamentale è la motivazione alla base del desiderio: il desiderio può nascere da un senso di vuoto e in questo caso è teso ad evitare una solitudine o una frustrazione. Si tratta di un desiderio passivo, dalla natura compensatoria. Di contro, il desiderio può nascere anche da un senso di pienezza e in questo caso non nasce da un bisogno di essere riconosciuto, bensì dal desiderio di esprimersi, di mostrarsi per quello che si è. Questo tipo di sessualità dipende dalla maturità acquisita. Infatti, in chi si può incontrare questo tipo di desiderio se non in un essere umano adulto, altamente differenziato? Questo vuol dire che la sessualità dell’uomo adulto ha un significato profondo ed è correlata molto più alla maturazione personale che ai meri riflessi fisiologici.

Questo a motivo del fatto che la specie umana, unica tra le specie viventi, ha sviluppato la neocorteccia che regola il linguaggio, il concetto di Sé e l’autocoscienza. Pertanto si estende all’ambito sessuale la nostra peculiare capacità di dare un significato alle cose. La neocorteccia influenza la sessualità e di conseguenza il desiderio, cioè permette la modulazione degli impulsi. In quest’ottica, la carenza del desiderio sessuale viene vista come ‘normale’, come una fase normale dell’evoluzione di una coppia che sia emotivamente fusa (sanamente).

Ci sono studi che considerano il desiderio sessuale come un aspetto della personalità, definibile come un elemento “di tratto” o “di stato”. La differenza è abbastanza rilevante in quanto sembra implicita l’idea che – nel primo caso – esso sia una espressione della personalità dell’individuo e per questo motivo sempre presente nella persona, immutabile; nel secondo caso invece si può presumere che sia in relazione a situazioni contestuali che in qualche maniera lo elicitano e caratterizzano.

Fisiologia del desiderio

Le parti del cervello che sono in relazione con il desiderio sessuale sono tre e si sono sviluppate nel corso dell’evoluzione: il cervello rettiliano, il cervello corticale e la neocorteccia. La prima è la parte posteriore del cervello, appena sopra il midollo spinale e regola le funzioni basilari quali la respirazione, la digestione, l’escrezione; la seconda parte è posta nella sezione mediana del cervello; infine, la neocorteccia, che ha costituito un’espansione della corteccia ed è situata nella sezione frontale.

Il desiderio sessuale ha le sue radici in tutte e tre queste parti in cui è ripartito il cervello e la parte del cervello coinvolta definisce il carattere del desiderio. In questo senso il desiderio sessuale e il conseguente comportamento sessuale rappresentano un fenomeno molto complesso: non si può enfatizzare un aspetto a discapito degli altri, anche se il nostro sistema culturale sottolinea più insistentemente l’aspetto rettiliano/corticale del desiderio sessuale. La complessità di questa variabile umana è mostrata anche dal fatto che – sia pure dal punto di vista semplicemente ormonale – alcuni ormoni che favoriscono il legame seguono anziché precedere il comportamento sessuale.

Il significato della differenziazione

Il paradigma teorico di Schnarch (2001) pone l’enfasi su una sessualità che si sottrae al modello del determinismo biologico – all’interno del quale la componente ormonale rappresentava il principale condizionamento per la risposta sessuale – e si focalizza sul suo significato più profondo, dipendente dalla maturazione personale dell’individuo, intesa come differenziazione personale.

Il termine differenziazione è preso a prestito alla biologia, con riferimento allo sviluppo cellulare. Le cellule originano, inizialmente, dallo stesso ‘materiale’ fino a quando iniziano a differenziarsi sviluppando delle proprietà peculiari per svolgere delle funzioni specifiche. Vi è separazione perciò delle funzioni vitali ma anche correlazione fra esse. Pertanto, maggiore è la differenziazione, più elevato livello di sofisticazione ha la forma di vita.

La differenziazione si riferisce allo sviluppo del Sé all’interno di una relazione di coppia. Questo sviluppo implica sia l’acquisizione di una individualità (affermazione delle istanze personali e realizzazione della unicità della propria identità) sia la relazionalità (ispirata al principio dell’appartenenza). L’equilibrio tra queste due forze evita il decadimento nella fusione emotiva.

Pertanto secondo Schnarch, la differenziazione ha a che fare con la capacità di mantenere il senso del Sé, nel rapporto con le altre persone, soprattutto con quelle più significative. Interessanti le parole testuali dell’Autore:

Le persone ben differenziate possono essere d’accordo senza sentirsi come se stessero ‘perdendo se stesse’ e possono essere in disaccordo senza sentirsi alienate e amareggiate. Esse possono stare unite con le persone che sono in disaccordo con loro, e ancora ‘sapere chi sono’. Non devono abbandonare la situazione per mantenere il loro senso del Sé. (La passione nel matrimonio. Sesso e intimità nelle relazioni d’amore, cit. p. 38).

Questo smaschera il velo ingannatore: due persone sembrano unite solo perché non ci sono contrasti al livello superficiale del rapporto; ma non è questa la reale natura dell’unione. In questo caso, separarsi o allontanarsi sono le uniche mosse percepite a difesa della personale identità e integrità, in un’unione che in realtà è compulsiva. In questo contesto, la separazione è la messa in atto di un comportamento reattivo. Questo significa considerare se stessi come dipendenti dalla relazione in essere. Paradossalmente, in un contesto relazionale invischiato, ciascuno perde la propria identità quando l’altro membro della coppia cambia, proprio perché l’identità dipende dalla relazione e non da un sano sviluppo individuale teso alla differenziazione.

Questo sviluppo verso la maturità è un processo che dura per tutta la vita, e non è automatico. Esso prende l’abbrivio dalle rispettive famiglie di origine e prosegue nelle scelte personali. Infatti, il livello base di differenziazione si stabilisce principalmente nell’adolescenza e potrebbe non evolversi ulteriormente. Se gli stessi genitori non sono molto differenziati possono creare rapporti troppo fusi o distanzianti con i propri figli: non li aiuta a sviluppare le loro abilità di pensare, di sentire, di agire per se stessi.

Essi apprendono a comportarsi soltanto come modi di reagire agli altri. […] Noi scegliamo sempre un partner coniugale che è al medesimo livello di differenziazione nostro. (Ivi, cit. p. 52-55)

Così, la problematica sessuale viene inscritta nel più ampio alveo dello sviluppo della persona. Il desiderio sessuale – o più precisamente la mancanza del desiderio sessuale – non può essere più considerato solo come un sintomo, ma il focus della relazione di coppia, misurando il grado dell’intimità che essa è capace di vivere.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Aslan, G., Aslan, D., Kyzilar, A., Ispahi, C., Esen, A. (2005). A prospective analysis of sexual functions during pregnancy. J Med Assoc Thai, Articles.
  • Capodieci, S., Boccadoro, L. (2012). Fondamenti di sessuologia, Feltrinelli.
  • Clement, U. (2010). Terapia sessuale sistemica. Raffaello Cortina, Milano.
  • Dettore, D., Lambiase, E. (2011). La fluidità sessuale. La varianza dell’orientamento e del comportamento sessuale. Alpes Italia.
  • Levin, R.J. (1994). Human male sexuality: appetite and arousal, desire and drive. In: Legg, C. and Boott, D. (eds.) Human appetite: neural and behavioural bases. New York and London, Oxford University Press.
  • MacLean, P. (1984). Evoluzione del cervello e comportamento umano. Studi sul cervello trino, Torino, Einaudi.
  • Sanders, S.A.,Graham, C.A., Bass, J.L., Bancroft, J. (2001). A prospective study of the effects of oral contraceptives on sexuality and well-being and their relationship to discontinuation. The Kinsey Institute for Research in Sex, Gender & Reproduction, Indiana University, Bloomington, IN, USA, Articles.
  • Schnarch, D. (2001). La passione nel matrimonio. Sesso e intimità nelle relazioni d’amore, Raffaello Cortina, Milano.
  • Simonelli, C. (2006). Approccio Integrato in sessuologia clinica. FrancoAngeli, Milano.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Sessualità fluida: nuove prospettive di identità sessuale, tra ricerca e riflessione in psicologia
Sessualità fluida: nuove prospettive di identità sessuale, tra ricerca e riflessione in psicologia

Il concetto di sessualità fluida non descrive l’espressione fluttuante dell’orientamento sessuale, ma aiuta a riflettere sul construtto di identità sessuale

ARTICOLI CORRELATI
“Se ti tradisce è perché manca qualcosa nella vostra relazione”. Credi ancora nelle favole?

Uno studio condotto sugli utenti di Ashley Madison, famoso sito di incontri extraconiugali, fa luce sulle ragioni che portano al tradimento

Le credenze metacognitive nelle disfunzioni sessuali

La review di Olivari e colleghi (2023) ha analizzato il ruolo delle credenze metacognitive nelle disfunzioni sessuali maschili e femminili

WordPress Ads
cancel