Nel libro Psicofisiologia degli eventi critici viene presentato un modello di psicoterapia integrata che permettere d’incrementare la propria consapevolezza e le proprie risorse in caso di situazioni pericolose.
Conoscere la propria emotività e i modi in cui si manifesta può aiutare a controllarla e a sfruttarla al fine di prendere decisioni che permettano di sopravvivere durante le situazioni estreme. Imparare a fronteggiare gli eventi di forte stress significa infatti “rispondere” in modo adeguato trasformando le difficoltà in risorse e quindi diventando più resilienti.
Le autrici del testo, Bertuzzi e Cornali, sono professioniste che si occupano da anni di studiare i traumi psicologici e di trattare la sofferenza connessa. Dopo aver lavorato a lungo nel contesto delle carceri allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro delle guardie carcerarie, hanno scritto questo libro per trasmettere le loro esperienze. Gli autori illustri citati nel libro, come Bandura e Zimbardo, ci ricordano che l’aggressività è un comportamento appreso, dipendente dal contesto e che il confine tra il bene e il male non è ben delineato.
Comprendere la reazione agli eventi critici
Nel libro Psicofisiologia degli eventi critici vengono trattate le reazioni soggettive agli eventi stressanti e le possibili conseguenze. L’uomo viene inteso come un animale che risponde alle situazioni pericolose, reali o supposte, attraverso la messa in atto della reazione di attacco o fuga. Le risposte fisiologiche esperite ci danno a priori una percezione della situazione, ma è una nostra interpretazione del fenomeno critico. La valutazione del rischio è infatti soggettiva e in opposizione alle stime oggettive probabilistiche; quindi si avranno alcune percezioni sottostimate, mentre altre verranno sovrastimate con una conseguente forte insicurezza. La consapevolezza di sé, il pensiero intuitivo e il riconoscimento dei limiti personali sono elementi fondamentali per sviluppare delle buone abilità utili a fronteggiare le situazioni complesse.
In questo testo vengono affrontati tutti i concetti necessari per comprendere i processi di attivazione psicofisiologica durante gli eventi critici, nello specifico: aggressività e violenza, vittima e aggressore, rischio e sicurezza, paura e reazione. Una particolare importanza viene data alla gestione dell’aggressività connessa alle situazioni traumatiche con lo scopo di migliorare la qualità di vita. I successivi capitoli sono più pratici e descrivono le azioni utili per prepararsi al fronteggiamento degli eventi critici, come ad esempio lo Stress Inoculation Training e le Psy-Sim (simulazioni realistiche). Viene inoltre trattata la gestione del post-evento e il possibile e grave disturbo da stress post-traumatico.
Un intero capitolo di Psicofisiologia degli eventi critici è dedicato alla paura, descritta come arcaico sistema di difesa per “evitare di metterci nei guai”. Tale emozione non ha solo una accezione negativa (es. il panico), ma anche positiva (elemento evolutivo, come ad esempio la paura di un predatore che ci rincorre).
Gestire le proprie reazioni psicofisiologiche è possibile e questo diminuisce la probabilità di ottenere conseguenze nefaste durante gli eventi critici.
Il libro, che comprende in totale 13 capitoli risulta scorrevole ed esaustivo nonostante la ricchezza dei concetti trattati.